mercoledì 21 novembre 2007

SILVIO, SBAGLI

(Nella foto, Silvio Berlusconi, fondatore del nuovo "Partito della Libertà")

L’annuncio di Silvio Berlusconi, un risultato almeno l’ha ottenuto. Romano Prodi è più in sella che mai e, se fino a qualche giorno fa si parlava unicamente della crisi del centro-sinistra di lotta (Walter Veltroni) e di Governo (Palazzo Chigi), ora si parla unicamente della morte della CdL. Non c’è che dire: proprio una bella spallata…. ma al centro-destra.Entriamo nel merito. Se il Cavaliere col suo "Partito della libertà", pensa a una “Forza Italiona” (l’attuale Fi, più pezzi centristi delusi dall’Ulivo), più la Brambilla, compie un atto legittimo. Semmai si dovrebbero preoccupare i “parrucconi di Forza Italia”, un partito che non si può sciogliere senza un congresso, una costituente ,etc. con un semplice colpo di spugna, con un atto d’imperio aziendale; un partito che comunque dalla PLASTICA è diventato partito di maggioranza relativa, con una buona classe dirigente (Giulio Tremonti, Beppe Pisanu, Marcello Pera). Il decisionismo plebiscitario, il leaderismo cesaristico non rafforzano la democrazia, la tradiscono. La mediazione, il confronto, la dialettica, non sono fastidi, intralci, ma il sale della libertà.Se invece, Berlusconi pensa di fare da solo il partito unitario del centro-destra, obbligando i suoi partner ad aderire o morire, sbaglia nel metodo e nella sostanza. Nel metodo, perché i percorsi collettivi si fanno appunto collegialmente, dando pari dignità agli alleati, trovando insieme le soluzioni programmatiche e tecniche (tipo il lavoro preparatorio del “comitato dei 30”, espressione delle Fondazioni Craxi, Fare Futuro e Liberal). Se si vuole la governabilità coerente (quando si tornerà al Governo), si deve partire dalle sintesi culturali e politiche, dal mastice della coalizione. Sbaglia anche nella sostanza, perché così si fa soltanto il “partito vampiro”, speculare alla fusione a freddo del Pd. E gli italiani non meritano di dover scegliere per forza tra la plastica (di sinistra) e la demagogia (di destra), tra i parrucconi della politica e i populisti. Altro che Europa, siamo nella repubblica delle banane.

Fabio Torriero

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