sabato 1 dicembre 2007

FINI: PER IL SUD PIU' STATO, PIU' MERCATO. Intervento del Presidente di AN su "Il Mattino"

(Nella foto, il Presidente di AN, On. Gianfranco Fini)

"Legalità e sicurezza precondizioni essenziali per lo sviluppo del Mezzogiorno"

Il segnale che in queste settimane è stato dato dagli imprenditori meridionali di Confindustria è prezioso per il futuro del Mezzogiorno d'Italia. La volontà di rompere qualsiasi tolleranza verso chi subisce i ricatti del mondo mafioso significa scegliere, senza se e senza ma, per un assoluto ed intransigente rispetto della legalità. E' da sempre una convinzione profonda di Alleanza Nazionale: la legalità e la sicurezza sono le pre-condizioni essenziali e determinanti per permettere lo sviluppo e il riscatto delle regioni meridionali.
Non a caso il nostro Partito ha organizzato in questi giorni a Napoli una Conferenza nazionale sui problemi del Mezzogiorno intitolata "Svolta a Sud: più Stato, più Mercato".
In questi ultimi anni è mancata una analisi approfondita ed equilibrata in grado di mostrare la stretta interdipendenza tra lo sviluppo del Nord e quello del Sud e quindi di far capire che siamo di fronte ad un'unica questione: quella dello sviluppo nazionale di tutta l'Italia. Un Sud più forte e più produttivo, costituisce una grande opportunità per la crescita del Nord.
Secondo l'ultima indagine Istat sulla povertà relativa in Italia, l'11,1% delle famiglie italiane vive in condizioni di povertà (Fonte ISTAT 2006). Tale quota è il risultato di situazioni fortemente differenziate tra le due ripartizioni geografiche: si passa dal 5,7% del Centro-Nord al 22,6% del Mezzogiorno.
E' passato un anno dall'annuncio a Caserta da parte del Governo del nuovo rilevante impegno verso le aree in ritardo di sviluppo. Di quel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, che allocava risorse comunitarie di co-finanziamento e risorse nazionale per le aree sottoutilizzate pari a 120 miliardi di euro (di cui l'85% nelle regioni meridionali), ne abbiamo perso le tracce. Il dato è molto grave se si considera che è l'ultima volta che l'Italia potrà usufruire di tali rilevanti risorse comunitarie per lo sviluppo regionale.
L'attuale Governo di centrosinistra ha fino ad oggi clamorosamente disatteso le richieste pervenute sia dalla Conferenza delle Regioni meridionali che da tutte le parti sociali per l'attuazione nelle regioni "Obiettivo 1" di regimi fiscali differenziati e di vantaggio.
Ma anche la risposta del "federalismo regionale" è stata assolutamente deludente.
Intendiamoci: nessuno nega il ruolo delle Regioni e delle autonomie locali per realizzare esperienze di sviluppo fortemente radicate nel territorio e per far crescere classi dirigenti politiche ed istituzionali autonome rispetto ai condizionamenti del centro.
Ma le Regioni meridionali da sole non ce la possono fare ad innescare un ciclo di sviluppo e di crescita civile, profondo e risolutivo di fronte al divario che oggi esiste tra il Nord e il Sud. I problemi sono di carattere nazionale, le sfide hanno una portata storica, la globalizzazione e l'integrazione europea aumentano il distacco tra le "due Italie".
Accantonando le vecchie polemiche tra "federalisti" e "statalisti", occorre riaffermare il ruolo centrale dello Stato nella nuova strategia meridionalista, per rispondere al bisogno sempre più avvertito dai cittadini di una maggiore presenza delle Istituzioni, da cui oggi si sentono abbandonati.
"Più Stato, più sicurezza, più sviluppo", questi tre elementi sono in stretta interdipendenza: solo uno Stato efficiente, attraverso una massiccia presenza pur rispettosa delle autonomie locali, può, infatti, garantire una incisiva lotta all'illegalità e alla criminalità.
La presenza di "più Stato" è la condizione per avere nel Mezzogiorno "più Mercato". Fuori da ogni concezione dirigista e statalista, dalla pretesa di imporre "modelli di sviluppo" rigidi e predefiniti, l'obiettivo di uno Stato forte ma snello deve essere quello di far crescere il Mercato contro tutti i condizionamenti clientelari, i monopoli e le rendite di posizione, gli inquinamenti mafiosi e criminali.
Stato e Mercato non devono più essere visti in contrapposizione, soprattutto nelle regioni in ritardo di sviluppo. La sussidiarietà, prima di essere quella "verticale" che sposta competenze dal livello nazionale a quello locale, deve essere innanzitutto quella "orizzontale" che garantisce autonomia e libera risorse verso la Società civile e verso il Mercato.
Partiamo dagli imprenditori, dalla Società civile e dal Mercato per modernizzare, a Sud più ancora che a Nord, il territorio dotandolo delle infrastrutture e le reti necessarie per partecipare alla economia globale.
Il territorio deve disporsi sempre più ad un'apertura internazionale dei sistemi economici locali, deve puntare ad una progressiva e virtuosa integrazione tra pubblico e privato, deve scommettere sulla sintesi tra locale e globale. Occorre mettere in rete il Sud che produce e crea occupazione, al fine di socializzare esperienze, trasferire know how; occorre collegare le economie regionali meridionali e settentrionali per favorirne i reciproci interessi; occorre aprire l'Italia e in particolare il Mezzogiorno agli scambi economici con l'Europa e il Mediterraneo.
E' necessario insomma avere coraggio: senza uno Stato ed un Mercato che garantiscano insieme il merito e la concorrenza, le giovani intelligenze meridionali non troveranno lavoro e non produrranno valore aggiunto, e dovranno fuggire fuori dalle regioni meridionali per conquistare il loro spazio e il loro riconoscimento.
"La rivoluzione italiana o sarà meridionale o non sarà" scriveva nell'immediato dopoguerra lo storico Guido Dorso. Eppure dall'unificazione nazionale fino ad oggi il Mezzogiorno è rimasto una "colonia interna" alla quale sono state sottratte con continuità risorse economiche ed umane a vantaggio del sistema produttivo del Nord. Alleanza Nazionale vuole di nuovo sfidare la rassegnazione e, proprio in nome del valore irrinunciabile dell'unità e dell'identità nazionale, rimettere in moto le forze profonde dello Stato e del Mercato, della legalità e della concorrenza, del merito e della solidarietà, per offrire al Mezzogiorno un destino diverso.

QUELLI CHE...IL CAV HA SEMPRE RAGIONE

Corsivo di Conan

Dal Secolo d'Italia di Giovedì 29 novembre 2007

Si sa che lo zelo eccessivo può giocare brutti scherzi, ma siamo ugualmente solidali con i tanti apologeti della "genialità berlusconiana" che avevano speso fiumi di inchiostro e di parole per spiegare e magnificare la "portata storica" dello scioglimento di Forza Italia e della conseguente nascita del partito del Popolo delle Libertà. Oggi che hanno appreso di non aver capito nulla, perchè il Cavaliere ha deciso che Forza Italia non si scioglie più e che il Pdl sarà una rete o una confederazione o una federazione o un polo di aggregazione o chissà che altro, i solerti laudatores di casa ad Arcore meritano la nostra piena solidarietà. Perchè costringerli a queste figure meschine? Non se lo meritano! Comunque, siccome sono davvero bravi e bene informati, confidiamo sulla loro miracolosa e fideistica capacità di analisi. Poco importa se la montagna di San Babila ha partorito il topolino e se nessuno ci capisce più nulla della nuova (?) creatura politica, nemmeno loro. Siamo certi che già da domani ci spiegheranno perchè è An a non capire. A prescindere, avrebbe detto Totò. Ma lui almeno faceva ridere....

venerdì 30 novembre 2007

DOMANI MATTINA, IL "COMITATO CITTADINO PER LA SICUREZZA E LA LEGALITA' " MANIFESTERA' CONTRO LA CHIUSURA DELLA POLFER ALLA STAZIONE FERROVIARIA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il "Comitato Cittadino per la Sicurezza e la Legalità", nell'ambito delle sue iniziative di sensibilizzazione e diffusione dei principi della Legalità e della Sicurezza nella Città del Vasto e nel suo comprensorio, comunica che il giorno 1 Dicembre 2007, dalle ore 10.30 alle ore 11.30, c/o la stazione ferroviaria di Vasto - San Salvo, avrà luogo una manifestazione avente ad oggetto la contrarietà alla chiusura della locale sezione di Polizia Ferroviaria.Il "Comitato Cittsdino per la Sicurezza e la Legalità" ritiene, infatti, che la Polizia Ferroviaria della stazione della nostra Città, svolg' un ruolo delicato ed importante per la prevenzione e la repressione dei reati. Il presidio di quell?area, ritenuta zona di frontiera, è a nostro avviso strategico e di fondamentale importanza.Il suddetto comitato,invita tutti i Cittadini e quanti vi abbiano interesse a partecipare alla manifestazione e a contribuire con la propria presenza a lanciare un segnale di Legalità, affinché le autorità competenti provvedano ad evitare la chiusura del presidio della Polfer.


IL "COMITATO CITTADINO PER LA SICUREZZA E LA LEGALITA' " PROMUOVE RACCOLTA FIRME ANCHE PRESSO ESERCIZI COMMERCIALI E ON-LINE


Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il "Comitato Cittadino per la Sicurezza e la Legalità" di Vasto e i "Comitati Cittadini per la Sicurezza e la Legalità" di San Salvo, Scerni e Casalbordino, promuovono una campagna denominata “HO VOGLIA DI SICUREZZA”.

La campagna ha come oggetto una raccolta di firme, sotto forma di petizione popolare, da inviare alle istituzioni competenti affinchè:

1. Nella finanziaria 2008 vengano garantite, alle Forze dell’Ordine, adeguate risorse economiche per poter svolgere al meglio il loro lavoro.

2. Un aumento dell’organico delle Forze dell’Ordine nell’area del vastese al fine di migliorare il presidio del territorio.

Le firme saranno raccolte pubblicamente anche attraverso appositi punti firma grazie agli esercenti che hanno deciso di aderire all'iniziativa.

Ecco i locali dove è possibile firmare:

-Ristorante Pizzeria da Angelo - Via dei Conti Ricci - Vasto

-Punto Copia - Via Michetti - Vasto

-Grancaffè - Via Marco Polo - Vasto

-Palestra Pegaso - Via Nasci - Vasto

-Caffè Meeting - Via Giulio Cesare - Vasto

-Tabacchi Tittaferrante - Via dei Conti Ricci - VastoQbix - Via Ciccarone - Vasto

-Bar tabacchi - C.so Mazzini - Vasto

-Edicola Di Lanciano - C.so De Parma - Vasto

-Sali e Tabacchi - Piazza Diomede - Vasto

-Bar Crocodile - P.zza Barbacani - Vasto

-Cartoleria Linea4 - Via Conti Ricci - Vasto

-Cartolibreria Villamagn@office - Via Conti Ricci - Vasto

-Il Tabacchino di Nicola Traino - Piazza Verdi - Vasto

-Pizzeria il Castello - Piazza Barbacani - Vasto

-La Sterlina - Vasto MarinaCircolo Ever Dance - Via Maddalena - Vasto

-Bar Luca's - S.S. 16 Loc. San Tommaso - Vasto Marina

-Bar Dante - C.so Dante - Vasto

-Bar Pasticceria Belle Arti - Via San Michele - Vasto

-Bar Histoniense - Via Perth - Vasto

-Bar Terminal - Via dei Conti Ricci – Vasto

-Foto Arte – C.so Garibaldi - Vasto
E' possibile firmare la petizione anche on-line sul sito www.hovogliadisicurezza.org

Regione - Sanità, CASTIGLIONE (AN) : QUELLE DELLA BOSCO SONO AUDIZIONI FARSA

(Nella foto, Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN in Consiglio Regionale)

“Audizioni farsa, non possiamo definire diversamente la sceneggiata cui la collega Antonella Bosco, presidente della V commissione consiliare, ha dato vita ieri mattina concendendo, bontà sua, poco più di un pugno di minuti a testa alle oltre venti organizzazioni – tra rappresentanti degli ordini professionali e sigle sindacali in rappresentanza del mondo della sanità – per esporre esigenze e proposte in riferimento all’ipotesi di piano sanitario regionale 2008-2010”. Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN in Consiglio Regionale, non nasconde il proprio “sconcerto per l’ennesima messa in scena di questi figuranti della politica”. “La commissione, convocata per le 10.30, è iniziata come al solito e con tempi estremamente contingentati. Una vera e propria presa in giro per coloro che sono intervenuti confidando di poter offrire un contributo di idee e che, dopo aver fatto una lunga quanto mortificante anticamera (malgrado nella lettera di invito fosse stata loro raccomandata la ‘puntualità’), si sono visti liquidati dopo poche battute, peraltro davanti ad una commissione che ancora una volta si è caratterizzata per le numerosissime assenze dei consiglieri di maggioranza, sempre più apatici e indifferenti. Altro che audizioni – continua Castiglione – si tratta di una iniziativa di mera facciata, giusto per dire che si è aperta una fase di concertazione che in realtà non si ha nessuna intenzione di fare. Se poi si considera che tra una settimana, con l’apertura della sessione di bilancio, il lavoro delle commissioni consiliari verrà bloccato e non sarà ripreso prima della fine di gennaio, il carattere estemporaneo e meramente strumentale dell’iniziativa della Bosco appare in tutta la sua avvilente evidenza.Un metodo che AN non può condividere e, al fine di non legittimarlo, abbiamo deciso di abbandonare la sala delle commissioni. La partecipazione va promossa con tempi adeguati e piena disponibilità all’ascolto. Non distribuendo contentini o aderendo ad una formalità. Ma questa sinistra, talmente presuntuosa da ritenere di avere tutte le risposte, non ha nessuna intenzione di aprire un confronto vero e costruttivo con alcuno”.

mercoledì 28 novembre 2007

FINI : SE LIQUIDA IL BIPOLARISMO, BERLUSCONI ARCHIVIA SE STESSO

(Nella foto, il Presidente di AN, On. Gianfranco Fini)

Intervista a "La Stampa" del leader di AN

di Ugo Magri

Del suo incontro con Veltroni molto si favoleggia. Può dire, Presidente Fini, la sintesi qual è?
«Veltroni ha capito benissimo cosa vogliamo noi, e noi abbiamo inteso perfettamente cosa vuole lui. Siamo pronti a dialogare sulle riforme, avendo però ben chiaro che ciò non può significare in alcun modo disponibilità di An a tenere in vita artificiosamente il governo Prodi».

E Veltroni?
«Ha una posizione speculare: anche se il dialogo dovesse culminare in un'intesa, per lui non si dovrebbe comunque tornare a votare... Due posizioni chiare e nette. Tra noi e lui non c'è alcun rischio di inciucio».

Tremonti ha obiettato: come si fa a dialogare la mattina e poi a combattersi il pomeriggio?
«Non può esserci do ut des, una compensazione tra governo e riforme. Però la netta separazione di ruoli non significa che non ci si possa confrontare. Perché perdere l'occasione, se dovesse presentarsi, di approvare quelle riforme che anche noi avevamo proposto e varato sul finire della scorsa legislatura e che la sinistra ha bocciato con il referendum?».

Se l'accordo sulla legge elettorale non venisse trovato, il dialogo si bloccherebbe?
«Assolutamente no. In base a che logica si può essere contrari a una riduzione del numero dei parlamentari? O a rafforzare i poteri del premier? O a sancire la fine del bicameralismo perfetto? Oltretutto, la necessità di confrontarsi viene rafforzata dalla constatazione che non si può pensare di discutere un modello elettorale ignorando il contesto politico e istituzionale in cui agisce la legge elettorale».

A certe condizioni lei potrebbe accettare un meccanismo proporzionale?

«Non ho nulla di pregiudiziale contro una legge proporzionale, già quella vigente che noi votammo è proporzionale. Però attenzione: una legge proporzionale può salvare il bipolarismo o archiviarlo. A me va bene solo se le alleanze si dichiarano prima delle elezioni, non se si fanno o si disfano dopo, nel Parlamento. E va bene se queste alleanze si dichiarano in calce a un programma».

Non è quanto avevate concordato lei, Berlusconi e Bossi nel famoso patto di Gemonio?
«Appunto. Lì si era detto: ognuno si presenti con la propria lista e la propria identità, ma con un vincolo di coalizione e un programma comune. Così si salvaguarda la logica bipolare. Tra l'altro, è già così per Comune, Provincia e Regione. Perché dovrebbe essere diverso per il Parlamento?».

Il «Vassallum» proposto da Veltroni vi va bene?

«Per niente. E' inaccettabile non solo perché smonta il bipolarismo, ma anche perché è tutto congegnato in modo da rafforzare i due partiti maggiori. Cioè su misura per Veltroni e Berlusconi».

I due si scambiano segnali...
«Se Forza Italia intende affondare il bipolarismo, non dovrò essere io ma sarà dovere di Berlusconi spiegare al popolo del centrodestra perché sceglie la logica delle mani libere. Archiviando il suo vero capolavoro politico, che è il bipolarismo, Berlusconi non si rende conto di archiviare se stesso».

Lui dice basta alleanze, d'ora in poi vuole assorbire tutti nel suo nuovo grande partito...
«Se spera di fare il pieno nel centrodestra, si illude. Per quanto appeal possa avere questo Pdl, è un fuor d'opera pensare che raggiunga da solo la maggioranza».

Come spiega all'elettore moderato che cosa è successo tra voi?

«E' accaduto che fino al voto sulla Finanziaria avevamo dato carta bianca a Berlusconi in quanto lui aveva sempre garantito: il governo cadrà. Purtroppo, non è caduto. Così dal giorno dopo An si è presa pubblicamente la responsabilità di chiedere un cambio di strategia, anche per mettere a nudo l'esistenza di una maggioranza solo numerica e non politica. Lui ha risposto con un colpo di grande efficacia mediatica dicendo: ecco il nuovo partito, chi vuole entrare entri».

E voi perché non entrate?
«Per un anno intero mi sono sgolato chiedendo di andare verso il partito unitario, figuriamoci se posso contestare l'idea di un forte bipolarismo. Ma non posso accettare che un nuovo soggetto politico nasca come un coniglio dal cappello, una sera a piazza San Babila, senza conoscere nulla del nuovo partito (valori, programmi, regole) se non il nome, e per giunta appreso dalla Tv... Più che dei colpi di teatro, c'è bisogno di una seria discussione all'insegna dell'umiltà, sulle cose buone fatte al governo e sugli errori che tutti abbiamo commesso. Sulle ragioni della sconfitta elettorale e su un programma che tenga conto di tutto quanto (ed è tanto) è successo nel frattempo».

Coglie da parte del Cavaliere segnali di autocritica?
«Autocritica è parola che Berlusconi non conosce. Comunque è positivo che riconosca oggi quanto fino all'altro giorno nemmeno voleva sentire, vale a dire mettiamoci tutti in discussione, facciamo le primarie, determiniamo un meccanismo di scelta dal basso».

La vostra gente domanda se tornerete insieme...
«Il popolo del centrodestra vuole unità. Ma solo il tempo potrà dare una risposta. Perché molto dipende da ciò che farà Berlusconi. Se pensa di intimidire qualcuno, se la sua logica è quella del "dove vanno senza di noi?", se arriva a dire a me e a Casini "voi tenetevi il progetto, io mi tengo i voti", allora i primi che non capiranno il Cavaliere saranno proprio gli elettori».

Berlusconi è ancora il Leader del centrodestra?
«Nel momento in cui dice in modo autolesionistico "la Cdl non c'è più, era diventata un ectoplasma", in quel momento non si pone più il problema di chi è il leader della Cdl. Certamente oggi Berlusconi è il leader del suo partito. Punto e basta».

Regione, CASTIGLIONE (AN) : " LA VARIAZIONE DI BILANCIO PROVOCHERA' AUMENTO DEL DEFICIT E DELLE TASSE ! "

(Nella foto, il Capogruppo di AN in Consiglio Regionale, Alfredo Castiglione)

“La variazione di bilancio in discussione nella prima commissione consiliare? Si tratta di un altro figlio illegittimo di questa maggioranza inadeguata e irresponsabile. C’è da aspettarsi l’ennesimo disconoscimento di paternità e un volare di stracci interno al centrosinistra”. Così Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN in Consiglio Regionale, commenta il provvedimento che “già durante l’ultimo Consiglio Regionale ha provocato uno scivolone della maggioranza facendo venir meno il numero legale”. “Se tale progetto di legge non porta né la firma del Presidente Del Turco,né quella dell’Assessore D’Amico, ma solo quella del prode collega Orlando, Presidente della prima commissione – spiega il capogruppo di AN – una ragione c’è: nessuno vuole assumersi la responsabilità per un atto che prevede una serie di spese cui non fa riscontro la necessaria copertura finanziaria e che quindi determinerà un aumento del deficit. La Regione Abruzzo, com’è noto, non può accendere altri mutui e pertanto, trattandosi di spese in conto capitale per investimenti, il disavanzo e le relative tasse ,sono destinate a crescere vertiginosamente. A rischiare sono spese di vitale importanza come quelle per il pronto soccorso calamità naturali, per gli interventi nel settore agricolo e alimentare, per l’edilizia scolastica e la protezione civile. L’aspetto più sconcertante – conclude Castiglione – è che le maggiori entrate previste dalla variazione, come ad esempio quella per i bolli auto, piuttosto che essere utilizzate per coprire queste spese, sono state già destinate ad alimentare il peggior clientelismo che questa Regione abbia mai conosciuto. Cosa ne pensano Del Turco e D’Amico? Si ripeterà il teatrino della “Omnibus”? Se non sono d’accordo – visto che non hanno apposto la loro firma sul provvedimento – perché non dirlo ora?"

ESCREMENTI E URINE. Protestano i residenti di Via Ugo Foscolo


(Nella foto,di Nicola Cinquina, la vergognosa situazione di Via Ugo Foscolo)

Escrementi di persone e di animali, urine, e quant’altro ci possa stare che emana un olezzo fino alle finestre delle abitazioni. Protestano i residenti di Via Ugo Foscolo ed in particolare di quel palazzo che si trova proprio di fronte dove dovrà sorgere il parcheggio multipiano.In quella stradina stretta – dichiarano alcuni residenti – di notte, approfittando del buio in quanto non illuminata, la gente va a depositare i propri escrementi oppure sono a "far pipì".Siamo stufi – proseguono – di svegliarci ogni mattina e vedere quello spettacolo indecente e sentire determinati odori. D’estate, soprattutto, la puzza è insopportabile. Ma purtroppo, quei Cittadini, sono circa due anni che si recano in Comune e che addirittura parlano con diversi Assessori ma questo sgradevole problema non viene mai risolto!Una signora, in particolare, disperata, ha minacciato di chiamare "Striscia la Notizia" qualora non venga messa mano a questa situazione divenuta ormai insostenibile.Insomma, i residenti di quella zona si aspettavano (anche loro) che Vasto cambiasse, ma a quanto pare tutto è immobile…e la cosa comincia anche a puzzare.
Marco di Michele Marisi

ALFREDO CASTIGLIONE, CAPOGRUPPO DI AN ALLA REGIONE ABRUZZO, SCRIVE A GIANFRANCO FINI

(Nella foto, Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN alla Regione Abruzzo)

Dal Secolo d'Italia di martedì 27 novembre 2007

Caro Presidente, con questa mia lettera aperta voglio esprimerti il mio personale apprezzamento per le chiare e direi necessarie posizioni politiche che hai espresso dopo l’accelerazione che Silvio Berlusconi ha impresso alla politica nazionale con l’inatteso annuncio della nascita del Partito del Popolo delle Libertà, con il ripudio di un bipolarismo faticosamente costruito negli anni e la minaccia (come altro definirla?) di una futura alleanza di governo tra il nuovo soggetto politico e il partito democratico di Walter Veltroni. Alleanza Nazionale ha sempre guardato con favore ad un processo federativo delle forze del centrodestra senza escludere – nei tempi e nei modi opportuni – la possibile evoluzione in un partito unico fondato su un programma comune e valori condivisi. Tu stesso hai più volte ribadito con chiarezza la nostra disponibilità e il nostro impegno in questa direzione, ma la sconsiderata pretesa di Berlusconi di fare tutto da solo, velleitaria quanto irrispettosa degli alleati, ha di fatto diviso la coalizione, “azzoppato” il bipolarismo e alimentato un clima di divisione e diffidenza che certamente non aiuta a far sì che possa realizzarsi nel breve periodo un’alternativa credibile al centrosinistra. Mancata la spallata al governo Prodi, Berlusconi ha inteso riprendersi la scena politica sacrificando la CdL, l’alleanza che per ben due volte l’ha portato al governo del Paese.Cosa dire, inoltre, dell’ignobile campagna televisiva e di stampa di cui – tuo tramite – tutti noi siamo oggetto ormai da settimane? Qual colpa si può attribuire ad AN? L’essere stata un alleato leale e affidabile nel governo Berlusconi e nelle tante amministrazioni regionali, provinciali e comunali cui abbiamo portato in dote il nostro senso di responsabilità, il senso dello Stato, la passione per una politica vissuta come servizio ai cittadini? O forse è proprio il persistente quanto qualificato radicamento sul territorio e il crescente apprezzamento degli italiani, come testimoniano tutti i sondaggi, per la tua figura, ad aver creato irritazione e gelosia?Il partito delle libertà avremmo dovuto farlo tutti insieme, confrontandoci e concentrandoci sulle cose da fare per l’Italia, non è patrimonio di nessuno e Berlusconi sbaglia di grosso se ritiene sufficiente improvvisare un restayling di Forza Italia per annettersi l’elettorato di AN, che è un partito composto di uomini e donne consapevoli e certamente non suggestionabili da campagne pubblicitarie prima che propagandistiche, sia pure imponenti.Mettere una firma per “far cadere Prodi”, magari per spirito di coalizione, è cosa ben diversa dall’iscriversi ad un nuovo soggetto politico dai contorni incerti, confusi e plebiscitari. Una differenza che Berlusconi finge di non cogliere, infervorato nel maldestro tentativo di liberarsi di alleati che non vogliono diventare dei meri subalterni, degli yes man senza dignità.L’Italia ha bisogno di idee nuove, di proposte concrete, non di uomini della provvidenza, tantomeno di inciuci sottobanco. Qualcuno vuole riproporre il compromesso storico? Lo faccia pure, ma il popolo di centrodestra non sarà della partita.Anche in questo passaggio, caro Fini, hai anteposto il senso di responsabilità e lo spirito di coalizione alla sin troppo facile tentazione della polemica, ribadendo in maniera inequivoca la disponibilità al dialogo e al confronto con chiunque, “nel paese e in parlamento” voglia costruire l’alternativa al centrosinistra. Malgrado le continue aggressioni che ti vengono rivolte, hai chiesto a tutti di superare “la fase emotiva” per rimetterci al lavoro. Lo faremo, certo, come abbiamo sempre fatto. Non saremo certamente noi a prenderci la responsabilità di mantenere in vita questo governo, né di consegnare il Paese nella mani di Veltroni.Da parte mia, Presidente, hai e avrai il massimo sostegno, pronto a seguirti – insieme ai consiglieri regionali di AN – con rinnovata determinazione e l’entusiasmo di sempre nelle difficili sfide che ci aspettano. Per l’Abruzzo, per l’Italia.
Alfredo Castiglione
Capogruppo di AN in Consiglio Regionale d’Abruzzo

martedì 27 novembre 2007

L'incontro tra i due Leader sulla legge elettorale e sulle riforme. FINI-VELTRONI : DIALOGO MA RESTANO LE DISTANZE

(Nella foto, il Presidente di AN, On. Gianfranco Fini)

Sì al dialogo sulle riforme, ma nessun ritorno al passato. No al "Vassallum" e soprattutto nessuna forma di sostegno verso il governo Prodi. E' stato chiaro il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini nel corso del suo incontro sulle riforme con il segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni.
AN non baratta la sua eventuale disponibilità a modificare la legge elettorale e varare riforme istituzionali con una qualsiasi forma di benevolenza verso il Governo dell'Unione e se Prodi cade, si va subito alle urne. Confermata inoltre la distanza dal 'modello tedesco' e pienamente ribadita la scelta del bipolarismo. "Ho detto al segretario del Pd -ha affermato- che ogni discussione su un nuovo sistema elettorale deve avere come stella polare la volontà degli elettori. E che quindi i cittadini devono in ogni caso poter scegliere, oltre al partito, la coalizione, il programma e il candidato Premier". Per Fini infatti sarebbe "deprecabile" tornare indietro; "tanto più se si considera che i sistemi di voto in vigore per le comunali, provinciali e regionali hanno tutte un impianto bipolare che funziona benissimo".Il leader di AN ha anche ribadito di essere d'accordo sulla necessità di modificare la Costituzione: "Il rafforzamento dei poteri del Premier, il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei Parlamentari, ci vedono sostanzialmente concordi". Fini ha poi annunciato che sarà sottoscritta la proposta di modifica dei regolamenti parlamentari per cui potranno essere formati gruppi soltanto se corrispondenti alle liste presentate alle elezioni, evitando così frammentazione e proliferazione dei gruppi. Risposta sibillina alla domanda se sosterrebbe un Governo istituzionale chiamato a fare quelle stesse riforme nel momento in cui cadesse Prodi. "Se questo Governo cade - ha detto - il Presidente della Repubblica dovrebbe, come prescrive la Costituzione, verificare se esiste un'altra maggioranza in Parlamento. In caso negativo dovrebbe indire le elezioni".Quindi le posizioni tra AN e Partito Democratico restano distanti soprattutto sulla legge elettorale, ma sui 'massimi sistemi' è possibile raggiungere un'intesa senza coinvolgere in alcun modo il Governo.

lunedì 26 novembre 2007

RIFORME, FINI A VELTRONI : DIALOGO NON E' STAMPELLA PER PRODI

(Nella foto, il Presidente di AN,On.Gianfranco Fini)

"Abbiamo espresso a Walter Veltroni il convincimento che un dialogo sulle riforme non significa dare un sostegno al governo Prodi. Lo ha detto il leader di AN, Gianfranco Fini, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio dopo l'incontro con il segretario del Pd.
"Siamo disponibili ad un confronto sulla legge elettorale a condizione di non tornare indietro nel tempo: l'elettore deve scegliere il partito, la coalizione, un programma e un candidato leader. Una legge elettorale - ha chiarito Fini - che lasci i partiti liberi di decidere le alleanze dopo il voto, sarebbe un ritorno al passato".

SERVE UN SERIO PROGETTO POLITICO, NO IMPROVVISAZIONI PROPAGANDISTICHE. Comunicato congiunto Fini - Casini

"La gravità della situazione italiana impone di elaborare progetti che nulla hanno a che fare con l'improvvisazione propagandistica ne' con estemporanee sortite populistiche". Lo dichiarano,in un comunicato congiunto, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini. I due leader si sono incontrati stamattina in un lungo e cordiale colloquio a cui hanno partecipato anche il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa e il Sresidente dei Senatori di AN, Altero Matteoli.
"Il rispetto per il popolo del centro e della destra, rappresentati in Parlamento dall'Udc e da An, ci obbliga - scrivono Fini e Casini nella nota congiunta - al dovere della verità e della serietà: abbiamo idee diverse sulla riforma della legge elettorale ma comune consapevolezza che solo partendo dai problemi degli italiani (sicurezza, giustizia sociale, modernizzazione del Paese, fisco, energia) sarà possibile creare un'alternativa credibile al fallimentare Governo della sinistra".

domenica 25 novembre 2007

AN A MILANO PER DIFENDERE IL BIPOLARISMO E DIRE MAI CON LA SINISTRA. Parte da Piazza San Babila la sfida per la ricostruzione del centrodestra

"Non si può fare un partito all'improvviso e pensare che AN, che è una grande forza politica, possa sciogliersi e annettersi". E' questo un passaggio dell'intervento di Andrea Ronchi che, insieme a Ignazio La Russa e Gianni Alemanno, ha partecipato alla manifestazione di AN in piazza San Babila a Milano per dire 'Mai con la sinistra'. "Noi - ha aggiunto il portavoce di AN - rispettiamo le identità di tutti ma vogliamo siano rispettate le nostre. Nelle prossime settimane organizzeremo una serie di iniziative programmatiche per preparare questo grande programma culturale e politico. Tutto ciò per creare una vera alternativa strutturale al centrosinistra. Vogliamo creare un centrodestra più forte in grado di vincere con la sinistra".
"Un partito come AN non entra in un altro partito via fax". Ha detto invece Ignazio La Russa. Il Presidente dei Deputati di AN rimane convinto che "sia possibile che la vecchia CdL traslochi in una nuova casa, con più stanze, sale riunioni in cui parlare di valori, di contenuti, magari con meno sale da pranzo". Per La Russa, tuttavia, tutto passa, prima di tutto, nel conservare "al popolo italiano la possibilità di poter scegliere prima delle elezioni chi è il candidato Premier, quale coalizione lo appoggia, quali sono i programmi. Se si vuole togliere questo, abolendo il bipolarismo, questo diritto agli italiani è difficile non immaginare inciuci, non immaginare la divisione del popolo del centrodestra".
"E' necessario che ci sia un centrodestra unito - ha concluso Alemanno - e, soprattutto, una Destra molto forte perchè solo AN rappresenta il cambiamento". Se questo non ci sarà e "se c'è la volontà di emarginarne una parte allora c'è il rischio dell'inciucio. Sono sicuro che l'inciucio non ci sarà, ma per questo c'è bisogno che AN sia forte".
Alemanno ha quindi ricordato gli errori commessi in questi anni: "E' necessario non commetterne più come, per esempio, l'indulto. Quando Fi e Udc lo hanno votato, hanno commesso un grave errore perché hanno votato con la sinistra". Secondo l'esponente di AN, il centrodestra deve rimanere ancorato ai suoi valori che sono: "l'identità nazionale, la Giustizia sociale, il rispetto dell'autorità e il senso dello Stato. Questi sono i valori per costruire la nuova Italia. Chiederemo conto di questo agli alleati e costruiremo un'alternativa alla sinistra su questi valori".

LE MANI DELLA CRIMINALITA' SULL'ABRUZZO. L'analisi spietata e inquietante di Codici. Forse l'isola felice non è mai esistita...

“La Regione Abruzzo, terra di collegamento tra nord e sud, appare adatta a sviluppare attività criminali come i traffici di droga, prostituzione, rifiuti, usura e racket, spesso diretti da vere e proprie organizzazioni criminali di stampo mafioso che si avvalgono di clan locali per la gestione dei traffici illeciti”. L'allarme criminalità in Abruzzo è stato lanciato da Codici, associazione di consumatori regionale durante la presentazione del dossier: “ Le mani della criminalità sull’Abruzzo”. L’indagine, spiegano i vertici di Codici Abruzzo, “si è sviluppata prendendo in esame solo fonti giudiziarie e delle forze dell’ordine. Non e' stato necessario affidarsi a fonti confidenziali”- commenta il segretario nazionale del Codici, Ivano Giacomelli,- “essendo manifesta, già dai dati ufficiali, la presenza della criminalità di tipo organizzato. Sono molteplici le operazioni delle forze dell’ordine, le indagini della magistratura, gli episodi (apparentemente isolati), che segnalano la presenza di cosche malavitose operanti all’interno del nostro territorio”. Codici ha redatto una mappa della criminalità della nostra regione e l'osservatorio non mostra nulla di tranquillizzante: “Le cosche sono radicate, e talvolta sovrapposte, praticamente in tutta la superficie abruzzese, praticando qualunque tipo di attività illecita con risvolti altamente redditizi. Particolare rilevanza assume in Abruzzo il settore dell’ecomafia che la vede ormai coinvolta da diversi anni nella nuova rotta, la cosiddetta “rotta adriatica”, che viene utilizzata da organizzazioni criminali quali camorra, ‘ndrangheta, mafia siciliana e Sacra Corona Unita, per lo smaltimento illegale dei rifiuti. Gli enormi proventi di questi affari, ossia le ingenti quantità di denaro, avviano una seconda fase dell’organizzazione, infatti ripuliti con attività legali, (ristoranti, club, bar, autosaloni, negozi di abbigliamento, finanziarie, grandi magazzini, ecc.), molte delle quali hanno la funzione di fare da trait d’union tra i gruppi criminali e la classe politica e dirigente della zona. Rientra nel “malcostume” malavitoso, tra l’altro, la prassi di stringere legami con gli amministratori pubblici al fine di veicolare l’assegnazione di appalti pubblici”. Pertanto, il Codici invita gli utenti a visitare il sito www.codici.org dove e' possibile scaricare l’intero dossier: “Le mani della criminalità sull’Abruzzo”. Ci hanno detto per anni che l'Abruzzo è un'isola felice. Il dossier di Codici è allarmante e inquietante. L'isola felice non esiste più. E forse non è mai esistita.

autore: Marco D'Amato su www.abruzzoreport.com

ACCADEVA OGGI

(Nella foto, Yukio Mishima)

25 novembre 1970 Mishima si suicida ritualmente

Yukio Mishima, famoso scrittore giapponese, si suicida non essendo riuscito ad ottenere il pubblico sostegno per le sue, talora estreme, convinzioni politiche. Nato nel 1925, Mishima fu un tenace avversario di quello che considerava il vuoto spirituale della vita moderna. Legato all’immagine di un Giappone patriottico con i suoi valori tradizionali non si riconosceva nella nazione materialista e occidentalizzata che emerse dopo il 1945. In questo spirito aveva fondato la "Società dello Scudo", un controverso esercito privato composto da circa 100 studenti con il compito di difendere l'imperatore nell'eventualità di un sollevamento di sinistra. Il 25 novembre Mishima, dopo aver consegnato al suo editore l'ultima tranche di "Il mare della fertilità", monumentale epopea in quattro volumi sulla vita giapponese nel XX secolo considerata il suo capolavoro, si recò con alcuni seguaci in un edificio militare di Tokyo impadronendosi dell'ufficio di un generale. Dal balcone si rivolse ai circa 1000 soldati riunitisi lì sotto, incitandoli a rovesciare la costituzione giapponese che proibiva il riarmo della nazione. I soldati non lo appoggiarono, così Mishima commise il "seppuku", o suicidio rituale, sventrandosi con la sua stessa spada. Nonostante le sue idee non gli avessero procurato un grosso seguito, in molti piansero la morte di questo straordinario talento letterario.