sabato 17 novembre 2007

MAURO FEBBO, CONSIGLIERE PROVINCIALE DI AN, INTERVIENE SULLA OPS E INVIA GLI ATTI AL PROCURATORE DELLA CORTE DEI CONTI E AL PREFETTO DI CHIETI

(Nella foto, Mauro Febbo, Capogruppo di AN in Consiglio Provinciale)

Mauro Febbo, capogruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio Provinciale, ed ex Presidente della Provincia di Chieti, alza un vero e proprio polverone sul caso OPS, società partecipata dalla Provincia di Chieti che detiene il 78% del capitale sociale e che si occupa della verifica di impianti termici e della gestione del sistema informativo provinciale integrato.
Dallo studio della documentazione, infatti, emerge che la delibera relativa all'acquisizione da parte della Provincia delle quote di capitale della Ops spa -detenute attualmente da soggetti privati- è stata approvata da 15 consiglieri di maggioranza. Ma quella delibera è priva dell'impegno di spesa, né può finanziarsi l'acquisto delle quote dei privati mediante l'ipotizzata distribuzione di utili da parte della società,visto che la Ops, non solo ha chiuso l'esercizio al 31 dicembre 2006 con una perdita di 248.419,71 euro come da relazione di stima del prof. Andrea Ziruolo, ma il bilancio preventivo 2008-2010 della società prevede una perdita di 275.995,00 euro per l'esercizio 2007.L'assemblea dei soci della Ops non può dunque deliberare la distribuzione di utili se non previa copertura delle perdite.E così il capogruppo di AN ha diffidato i dirigenti dei Settori Ragioneria ed Ambiente della Provincia dal dare esecuzione alla suddetta delibera, inviando gli atti anche al Procuratore regionale della Corte dei Conti e al Prefetto di Chieti.Emerge pure che la valutazione delle azioni dei privati sia eccessiva perché non tiene in conto la perdita prevista per l'esercizio in corso. E se fosse vera la premessa su cui si fonda la delibera, ovvero il preteso divieto a carico della Ops di continuare ad operare per conto della Provincia dopo il 31 dicembre del 2008, alla scadenza della convenzione in essere, allora, il valore reddituale della Ops, sarebbe nullo, trattandosi di società destinata alla liquidazione.Il vero problema di una Ops interamente pubblica, è che non essendoci l'obbligo di procedere a gare d'appalto, per l'affidamento dei servizi, tra i quali la manutenzione delle strade che l'Ops si appresta ad assumere, l'Amministrazione Coletti continuerà a fare clientela, ovvero ad incrementare ulteriormente il numero degli interinali, passati negli ultimi tre anni e mezzo da 58 a 280 con una spesa a carico della Provincia di 6 milioni di euro l'anno, e dunque ad ingrossare le file dell'esercito dei precari, peraltro nel silenzio più assoluto di Rifondazione Comunista e della Cgil, e salterà il Patto di stabilità.E il mancato rispetto del Patto di stabilità sta già provocando seri problemi: non vengono pagati i fitti, i fornitori, le bollette delle utenze principali, non si comprano banchi e arredi scolastici.Un risultato comunque la diffida lo ha già prodotto poichè il Consiglio di Amministrazione dell'Ops, convocato per il 26 Ottobre, non ha approvato l'acquisizione della quota dei privati rinviando ogni decisione al 22 novembre. In quella sede dovrebbe decidere anche sulla distribuzione degli utili, secondo quanto deliberato dal Consiglio Provinciale: ma di quali utili parliamo?
L'acquisto delle azioni dei soci minoritari privati rappresenta, quindi, un'operazione giuridicamente ed economicamente non necessaria e come tale non conforme ai principi di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa.

Lettera del Presidente Gianfranco Fini al "Corriere della Sera". FINI : "BASTA ANNUNCI ROBOANTI. CAMBIAMO LA LEGGE ELETTORALE"

(Nella foto, Gianfranco Fini, Presidente di Alleanza Nazionale)

Caro Direttore,
a ben vedere non è poi tanta la confusione che regna sotto il cielo della politica italiana. Al netto dei quotidiani roboanti annunci di Prodi e Berlusconi, ad esclusivo uso e consumo dei militanti del proprio schieramento, la situazione è molto più facile da capire di quel che può sembrare. Se, come a tutti appare purtroppo evidente, il governo sopravvive, a se stesso ancor prima che all'urto dell'opposizione, continuerà a navigare a vista in un mare di contraddizioni politiche e di divisioni più o meno laceranti.
Prodi guida un non-governo, fortemente impopolare e pesantemente dannoso per l'Italia, in cui ogni giorno di più l'economia stagnante e il fisco aggressivo, l'ordine pubblico e l'immigrazione fuori controllo, il disagio sociale crescente di milioni di famiglie, segnalano un «declino nazionale» tanto evidente quanto progressivo.
Della realtà sono coscienti in molti, anche nel centrosinistra.Con accenti diversi, e spesso con obiettivi opposti, Veltroni, Mastella, Dini, Giordano lavorano per riequilibrare in un senso o nell'altro la situazione, per spostare il baricentro dell'azione di governo verso politiche più «riformiste » o più «massimaliste» a seconda dei rispettivi principi di riferimento.
Il miserevole risultato è riassunto emblematicamente nella finanziaria: inutile più che leggera, frutto di compromessi al ribasso e di costosi contentini ideologici distribuiti come mance un po' a tutti, incapace di accontentare alcuno in modo compiuto, tollerata e votata come male minore dai più.
Anziché tirare le cuoia come assicurato da Berlusconi, Prodi tira a campare e si prepara ad anestetizzare le prossime fibrillazioni della sua coalizione: protocollo welfare, decreto sicurezza, legge elettorale... Ed è difficile pensare che siano sufficienti le timide parole di Dini sulla necessità di una nuova fase politica per far sì che Prodi stacchi la spina.
L'opposizione, forte nel Paese di un consenso popolare senza precedenti, in Parlamento è sostanzialmente impotente, nonostante i numeri di Palazzo Madama.Per il centrodestra, se non vogliamo che Prodi abbia gli anni contati, è davvero doveroso riflettere e cambiare strategia.
Alleanza nazionale si augura che ciò accada in fretta e unitariamente, perché dividerci oggi sarebbe davvero imperdonabile. Al centrodestra serve una strategia semplice e chiara che parta da un dato politico tanto ovvio quanto fin qui pervicacemente negato da Berlusconi.
Il governo cadrà un secondo dopo che si avrà certezza che dopo Prodi non si torna subito alle urne con l'attuale legge elettorale. Giusto o sbagliato che sia è così, perché continuare a negarlo contro ogni evidenza? L'attesa dell'implosione della maggioranza rischia di essere l'attesa di... Godot se il centrodestra non contribuisce alla sollecita rimozione del macigno che sbarra la strada alle nuove elezioni: l'attuale legge elettorale, una legge che obbliga tutti ad alleanze eterogenee in cui è enorme il potere di interdizione e di ricatto anche di formazioni ultraminoritarie, con ridottissimo consenso popolare e che non a caso proliferano come i funghi dopo le piogge.
Una condizione che non ha riscontro in alcuna democrazia e che è semplicemente folle in un Paese come il nostro dove il presidente del Consiglio ha meno poteri di governo del sindaco di un paesino e dove per varare anche la più semplice delle leggine il Parlamento impiega in media un tempo cinque volte maggiore della Francia o della Germania.
Il 2008 può essere, per il formidabile pungolo del referendum di primavera più ancora che per le intenzioni dichiarate di Veltroni, ancora tutte da verificare nei fatti, l'anno di poche ma indispensabili riforme, varate le quali saranno gli italiani a scegliere il premier e la coalizione di governo.
È evidente che non si tratta di un'impresa facile e i precedenti in materia non inducono all'ottimismo. Ma se il centrodestra vuol dimostrare di avere a cuore l'interesse nazionale e non solo il suo legittimo interesse di schieramento, ha il dovere di provarci seriamente.
An intende farlo. Non solo per rendere più possibile e vicina la fine del governo Prodi, ma anche per non assumersi la responsabilità di sacrificare, sull'altare di una sterile unità di coalizione, la sua stessa ragione fondativa. Contribuire al varo di una Nuova Repubblica.

Gianfranco Fini

giovedì 15 novembre 2007

MATTEOLI (AN) : NO AL RITORNO AL PASSATO . Respinta la proposta di Veltroni sulla legge elettorale

(Nella foto, Altero Matteoli, Capogruppo di AN al Senato)

Pubblichiamo l'intervista al Capogruppo di AN al Senato, Altero Matteoli, apparsa su "Il Messaggero" del 12 Novembre.


Presidente Matteoli, che succede con Berlusconi? AN non condivide più le scelte strategiche dell'ex Premier quando dice che è un errore parlare solo di elezioni?

«Quello che noi diciamo è che si deve prendere atto che nel Paese la stragrande maggioranza degli italiani ha già archiviato il governo Prodi, e su questo ha perfettamente ragione Berlusconi. Ma quando poi si passa alle aule parlamentari, è dimostrato che questo centrosinistra si ricompatta, votano militarizzati e non si può affatto escludere che arrivino fino in fondo e approvino la Finanziaria».

Berlusconi invece resta convinto del contrario: cadranno questa settimana in Senato, ha vaticinato pure ieri.

«Che vuole che le dica? Spero che abbia ragione lui».

Ma se la crisi non c'è...

«Appunto. Se questo non avviene, qualche riflessione s'impone; a quel punto non si può continuare a dire "elezioni, elezioni" come fa Berlusconi. E' una scorciatoia che, messa così, non ci porta da nessuna parte. La politica invece ha sempre il dovere di cercare altre strade».

Insomma stavolta il grande leader sbaglia?

«Non dico che sbaglia, ma sintetizza in maniera semplicistica. Ecco, questo sì».

Veltroni ha proposto un modello di riforma elettorale su cui chiama l'opposizione a confrontarsi. AN quindi è disponibile?

«Sempre che il Governo duri sul serio, cosa che noi naturalmente non ci auguriamo affatto, se uno ti dice: sulle riforme voi dialogate? E' pleonastico, ovvio perfino, rispondere: sì, ci stiamo, vediamo di che si tratta. Ma la vera domanda è: Veltroni è in condizione di presentare una proposta di riforma elettorale?».

Perché non dovrebbe esserlo? E' il leader del maggiore partito di Governo.

«Non ha visto che mezzo centrosinistra è già saltato su contro questo proporzionale che ha in mente lui? Veltroni prima di lanciare appelli al centrodestra, dovrebbe cercare di mettere d'accordo l'Unione, e mi pare sia parecchio lontano ancora dall'obiettivo».

Venendo al merito della proposta?

«Il bipolarismo è stato una conquista per l'Italia e AN non vuole fare passi indietro. Il modello che ha in mente Veltroni è, invece, per come l'abbiamo letto, un cedimento a tutto campo alla politica delle mani libere, quando i partiti decidevano le alleanze dopo il voto e poi le disfacevano a loro piacimento. Un ritorno al passato a cui ci opporremo senza sconti».

da: destrasenato.it

La proposta di Valditara passa 161 a 152.PRODI BATTUTO SU EMENDAMENTO AN.DOMANI IL VOTO FINALE SULLA MANOVRA.Con la CdL Dini,Fisichella e 2 dissidenti

Governo e maggioranza battuti al Senato su un emendamento alla finanziaria presentato dal Senatore di Alleanza Nazionale, Giuseppe Valditara, che aumenta il fondo ordinario per le Università di 40 milioni di euro ,per incrementare in modo consistente la borsa di studio dei dottorandi di ricerca. L'emendamento è stato approvato con 161 sì, 152 no e 3 astenuti.
Con la Casa delle libertà hanno votato i Senatori Lamberto Dini, Giuseppe Scalera, Domenico Fisichella e i dissidenti di sinistra Franco Turigliatto e Fernando Rossi. Si sono invece astenuti i tre Senatori socialisti Gavino Angius, Roberto Barbieri e Accursio Montalbano.Una battuta d'arresto che il Premier Romano Prodi tenta di derubricare a 'nulla di importante'. Ma il malessere tra le fila della maggioranza è profondo. Lamberto Dini ritorna a rivendicare la politica delle mani libere, spiegando di non ritenersi vincolato alla posizione ufficiale del centrosinistra. «Mani libere? Continuerò ad averle sempre, ora e dopo. Non siamo - aggiunge Dini - nel Pd e non abbiamo nessun vincolo di mandato". Anche Gavino Angius, Vicepresidente del Senato ed esponente del partito socialista, critica il Governo per non aver espresso parere favorevole all'emendamento del Senatore Valditara: "La nostra astensione - sottolinea Angius - va ascritta al senso di responsabilita' che ci anima nei confronti della maggioranza e del Governo poiche' nel merito ci saremmo trovati in completo accordo con l'emendamento".Soddisfatto invece il Senatore Giuseppe Valditara: "E' una grande vittoria per l'Universita' italiana. Si premia il merito, si privilegia la qualità dei giovani che si impegnano nella ricerca, finora dimenticata e vituperata dal Governo di centrosinistra, che oggi siamo riusciti a battere nell'Aula del Senato. Si tratta di una misura - aggiunge Valditara - già adottata in Francia da Sarkozy e da Zapatero in Spagna e che il nostro Governo,invece,voleva rinviare derubricandola con un semplice ordine del giorno che, come sappiamo, non vale nulla. Ringraziamo quei Senatori della maggioranza che hanno accolto con convinzione la nostra proposta che rappresenta - conclude il Senatore di AN - un segnale forte per il futuro".Le divisioni all'interno della maggioranza hanno, inoltre, portato all'accantonamento dell'emendamento del Senatore Roberto Manzione relativo all'introduzione della 'class action' nell'ordinamento giuridico italiano (dare la possibilità ai cittadini di avviare azioni collettive per risarcimento dei danni). Governo e relatore si erano detti favorevoli dell'approvazione dell'emendamento, ma sul tema era intervenuto il Ministro della Giustizia Clemente Mastella esprimendo la sua 'forte perplessità'.

da: destrasenato.it

martedì 13 novembre 2007

Liste civiche di Beppe Grillo : PRONTI, PARTENZA...STOP ! IL FALLIMENTO (ANNUNCIATO) DELL'UOMO PIU' POPULISTA DEGLI ULTIMI 100 ANNI

(Nella foto, uno stand della fallimentare impresa di Beppe Grillo)

da: associazionebarbarica.org

Tutto è nato dal blog di Beppe Grillo, ormai un paio di anni fa.Si è creato un vero e proprio movimento di opinione, sono nati i Meet Up in ogni regione: luoghi dove discutere e condividere le idee del “capo”(non senza litigare o alzare la voce), quel Grillo che è sempre più parlante.Quel Grillo che l’8 settembre ha trascinato in piazza al suon di Vaffa lo zoccolo duro dell’antipolitica: i cittadini.Quelli stufi dei giochi di potere, quelli insofferenti agli amministratori abbarbicati sulle poltrone e lontani anni luce dai problemi comuni e dal confronto.Ci siamo, hanno pensato.I cittadini sono pronti.A Pescara il movimento d’opinione ha preso forma ed è diventa (quasi) lista civica.L’idea è quella di candidarsi alle prossime politiche e sfruttare l’insofferenza generale.Ed è proprio in questo momento che qualcosa non sta funzionando perché, inevitabile, è arrivata la frattura tra gli “adepti”.Una frattura che scimmiotta un pò le grosse crisi all’interno dei classici partiti più o meno consolidati.Con tanto di accuse, scenate, cumuli di cariche e dimissioni che stentano ad arrivare (ovviamente tutto in una micro dimensione e per questo ancora più ridicolo).Una frattura che fa salire a galla tutta l’impossibilità di autogestirsi o di rispecchiarsi nella figura apicale.In questo casa al vertice c’è Stefano Murgo e il Meet up oggi si ribella a Murgo stesso.Tutti giurano che l’organizer, nonché portavoce, nonché aspirante sindaco, nonché uomo-anello con Grillo, si sia autoproclamato da solo e oggi non abbia nessuna intenzione di lasciare il “trono”.Tanto che è nato un Meet Up Pescara 2, perché si è fatto prima a ricreare una realtà parallela piuttosto che destituire il sovrano.Intanto Murgo parla alla stampa a nome di tutti, convoca le riunioni, gestisce e paga il forum, (cancellando i commenti indesiderati, alla faccia del libero confronto) ha contatti diretti con lo staff nazionale.E decide di creare una lista civica: la spinge, la pompa, la presenta ai giornali dove però non parla mai della frattura interna e non dice mai che una fetta del Meet Up stesso non si riconosce più in lui, parrebbe la maggioranza. E intanto la sua sconfessione arriva anche da fuori regione.E’ sui forum e nei siti, proprio dove negli anni è cresciuto il confronto, adesso si sta cercando di demolire tutto. E se non tutto, almeno il sovrano…
…E la partecipazione che fine ha fatto? Il popolo sovrano? I cittadini?Il ruolo del politico come dipendente che fa quello che decide il popolo-datore di lavoro? Tutte chiacchiere.Se ci avevate creduto, dovete tornare indietro passando dal via.Ma le critiche non finiscono qui e in quella che può definirsi una vera e propria operazione trasparenza (parola tanto cara ai grillini) vengono messe sul tavolo tutte le contestazioni che nella pratica, almeno a Pescara, non funzionano.«L’organizzatore di una lista trasparente e partecipativa è anti democratico in quanto si è proclamato capo lista e candidato sindaco da solo, anti etico perchè utilizza un logo e una dicitura per lasciar pensare che dietro questa lista civica ci sia la persona di Beppe Grillo e scorretto in quanto fa pubblicità ad una sua attività sul profilo meet up. E’dittatoriale», continua la serie di critiche, «e nel forum viene specificato che “Il controllo e la supervisione in merito al rispetto delle suddette regole è demandato all’Organizer ed agli Assistant Organizer”», ovvero tutto quello che non va bene (secondo quale criterio?) Murgo cancella.E la libertà di parola e di opinione tanto sbandierata da papà Grillo che a cadenza semestrale pubblica nel suo blog la classifica dei paesi più inclini alla censura? Anche quella, nella pratica, non funziona.Su, tornate al punto di partenza e fermatevi un turno in prigione.

SLOW LUCIANO

Da qualche tempo a questa parte, il fantasma del Sindaco di Vasto appare in numerose conferenze stampa da lui convocate che, seppur vuote di contenuti, anima con i suoi “s dev far” e “bsogn andar avant”.
Impegnato nel presentare gli scarni provvedimenti e gli interventi fantasma alla Città, occupato nel tentare di dire alla gente che qualcosa sta facendo, e preso dalla foga di commissionare a partiti mai visti e sentiti, manifesti che elogiano la sua persona e quella di Assessori del Comune di Vasto, slow Luciano non riesce a fare proprio nulla per questa Città.
Strade rovinate, segnaletica inesistente, lampioni in frantumi, vie abbandonate, il quartiere S. Paolo dimenticato,centro storico penalizzato, quartieri periferici snobbati, turismo in calo, mense scolastiche che non si sa da chi vengono gestite, forum dei giovani inesistente, Assessori lievitati,P.R.G. uguale a prima, anzi, peggio, scippi, furti, risse, rapine, sparatorie e via discorrendo...e volgendo lo sguardo attorno a voi.
Insomma, la Città versa in condizioni assolutamente non buone. Ma non voglio essere catastrofico: la situazione è sotto gli occhi di tutti.
E mentre i Cittadini aspettano che qualcosa cambi, Luciano fa le conferenze stampa e rassicura : “Pian, pian facciam tutt’cos”.

Marco di Michele Marisi

LE STRADE VASTESI VERSANO IN PESSIME CONDIZIONI ! ALLEANZA NAZIONALE SOLLECITA, PER L'ENNESIMA VOLTA, L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Buche, fossi, crepe. Sono queste le caratteristiche delle strade vastesi. Infatti,girando per la Città, senza indicare una strada in particolare,ci accorgiamo delle condizioni in cui esse versano. Per non parlare dei tombini che ormai sono sprofondati provocando, così, diverse rotture delle sospensioni delle automobili.
Insomma, non sono in buono stato le strade della Nostra Città che diventano sempre più pericolose per gli automobilisti ma soprattutto per i ciclomotori.
Sono mesi che Alleanza Nazionale sollecita, anche per mezzo di interrogazioni comunali urgenti, il rifacimento del manto stradale soprattutto in alcuni tratti e la messa in sicurezza delle arterie vastesi, da quelle principali a quelle minori, ma nulla è stato fatto finora!
Chissà se, entro la fine del mandato dell’Amministrazione Lapenna, riusciremo a vedere qualche cambiamento. Noi non ci speriamo.

Nassiriya, MELONI (AN) : ITALIA NON DIMENTICA I SUOI FIGLI CADUTI

(Nella foto, Giorgia Meloni, Vicepresidente della Camera e leader di Azione Giovani)

"Sono passati quattro anni da quel 12 novembre, che segnò indelebilmente la coscienza di una intera Nazione, unita nel ricordo e nel lutto. L'Italia tutta pianse i suoi figli, uccisi da un terrorismo sanguinario ispirato dall'odio fondamentalista. Siamo qui oggi per ricordare il sacrificio dei nostri giovani eroi e trasmettere quel ricordo alle nuove generazioni". E' quanto afferma Giorgia Meloni, Vicepresidente della Camera e leader di Azione Giovani, dopo aver partecipato alla cerimonia commemorativa delle vittime italiane uccise nella strage di Nassiriya.

"Oggi più che mai - aggiunge - il pensiero corre ai militari italiani impegnati nelle missioni internazionali di pace. A loro un doveroso grazie, per rappresentare l'Italia con orgoglio in scenari di guerra difficili e spesso drammatici e per aver il coraggio di rischiare quotidianamente in prima persona, per contribuire alla costruzione di un reale processo di pace".

lunedì 12 novembre 2007

Nassiriya, GASPARRI (AN) : E' TEMPO DI ASSEGNARE MEDAGLIA D'ORO AI MARTIRI

( Nella foto, l'On. Maurizio Gasparri (AN) )

"A quattro anni di distanza resta immutato il dolore degli Italiani per la strage di Nassiriya. Il sacrificio dei nostri militari e dei civili coinvolti nell'orrendo attentato ,deve portare a rafforzare l'impegno dell'Italia nel mondo perche' i diritti e la democrazia prevalgano sul terrorismo".
Cosi' Maurizio Gasparri, dell'Ufficio politico di Alleanza Nazionale, ricorda la strage che, quattro anni fa, colpì i nostri militari in Iraq.
"Spiace- aggiunge Gasparri- che le Istituzioni, in questo momento, non abbiano adeguata consapevolezza del valore di quell'esempio. Resta poi inspiegabile come, sia nel passato che oggi, non si sia ritenuto di dover assegnare una medaglia d'oro al valor militare ai martiri di Nassiriya. E' tempo di assumere questa decisione".
Conclude l'esponente di AN: "Rinnovero' iniziative politiche e parlamentari affinche' questa medaglia venga concessa. Si tratta di un atto che sia il precedente Governo che l'attuale non hanno ritenuto di compiere. Ma e' un dovere morale nei confronti di quei caduti e dei lori familiari".

Ufficio Stampa Gruppo AN, Camera

Legge elettorle, ALLEANZA NAZIONALE: NON CI SONO PRESUPPOSTI PER DIALOGO. VELTRONI NON SI ILLUDA

(Nella foto, l'On. Gianni Alemanno (AN) )

"Da giorni Veltroni e Rutelli richiedono un dialogo con il centrodestra sulla legge elettorale. Abbiamo già risposto, e lo ribadiamo oggi, che per noi è essenziale che Prodi e il suo disastroso Governo vadano a casa. Pertanto, allo stato, non ci sono i presupposti per alcun dialogo". E' quanto afferma il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, dopo gli inviti al dialogo del centrosinistra sulla legge elettorale.
"Veltroni, Prodi & co. non si illudano", aggiunge il Capogruppo alla Camera Ignazio La Russa. "Tutta AN - dice - non ha alcuna intenzione di dialogare sulle riforme con questo Governo. Non consentiremo che le riforme diventino un salvacondotto per un Governo che con tutta la forza vogliamo far cadere subito".
"Siamo tutti compatti nella volontà di far cadere il Governo Prodi - rincara Alemanno - perchè così ci chiede la maggioranza degli Italiani. Sulla legge Finanziaria, come sul protocollo del Welfare, come sul Decreto legge sulla sicurezza, i danni che il centrosinistra sta producendo al Paese ,sono di gran lunga superiori ai benefici di qualsiasi riforma istituzionale. Per cominciare a cambiare l'Italia, la premessa è quella di far saltare il tappo del peggiore Governo della storia della Repubblica. Rifletta Veltroni - è l'invito di Alemanno - sulla necessità anche per la sinistra di far voltare veramente pagina al nostro Paese mettendo fine ad una situazione veramente insostenibile".
"Se poi Prodi non dovesse cadere - conclude Matteoli - e se Veltroni riuscirà a proporre una riforma unitaria del centrosinistra, che rispetti il bipolarismo, la scelta del Presidente del Consiglio e delle alleanze politiche da parte degli elettori, la valuteremo".

Venezuela, SCONTRI A CARACAS : MANIFESTAZIONI CONTRO LA RIFORMA COSTITUZIONALE DEL PRESIDENTE COMUNISTA CHAVEZ

E’alta la tensione a Caracas. Dopo gli scontri di Mercoledì, in questi giorni la polizia ha sparato lacrimogeni e proiettili di gomma contro gli studenti che protestavano nella capitale. Era iniziata in modo pacifico la protesta degli studenti contro il progetto di riforma costituzionale del Presidente comunista Hugo Chavez. Le organizzazioni degli studenti e dei professori sono scese in piazza da alcuni giorni contro il suo progetto di riforma costituzionale che dovrebbe essere sottoposta a referendum il 2 dicembre. La riforma darebbe ulteriori poteri al Presidente e consentirebbe a Chavez di ricandidarsi a tempo indefinito alle elezioni.Mercoledì ottantamila studenti in corteo erano arrivati fino al Tribunale supremo di giustizia, dove hanno consegnato un documento nel quale vengono spiegate le ragioni della richiesta del rinvio del voto. Il testo è stato ricevuto dalla Presidente del Tribunale, Luisa Morales, che subito dopo ha convocato una riunione con i colleghi, proprio per esaminarne i contenuti. Ma al ritorno dalla manifestazione i sostenitori di Chavez, armati, hanno aperto il fuoco contro gli studenti, causando, secondo un bilancio provvisorio, un morto e sei feriti.L'emittente tv di opposizione Globovision dice, citando i responsabili di due facoltà, che l'attacco sarebbe stato contro studenti che avevano manifestato per il no al referendum. Gli studenti hanno anche accusato Chavez di aver armato le milize che avrebbero fatto scoppiare gli scontri di Mercoledì. Tutto questo è, per il Venezuela, il preludio per una dittatura comunista?

domenica 11 novembre 2007

Regione, CASTIGLIONE (AN) : I CONSIGLIERI DI CENTROSINISTRA SNOBBANO LE QUESTIONI DEL MONDO VENATORIO

"Ancora una volta abbiamo dovuto prendere atto della totale disattenzione della maggioranza di centrosinistra che malgoverna questa Regione, nei confronti dell'attività venatoria e delle istituzioni che la rappresentano". Così, Alfredo Castiglione, capogruppo di AN in Consiglio Regionale, commenta le assenze dei Consiglieri nella riunione della terza Commissione consiliare che aveva in oggetto le audizioni degli undici presidenti degli Ambiti territoriali di caccia sul regolamento per la caccia al cinghiale."Purtroppo - continua Castiglione - in Commissione eravamo presenti solo io ed il Presidente; gli assenti hanno dimostrato per l'ennesima volta la più totale mancanza di rispetto, oltre che per l'istituzione che rappresentano, anche nei confronti delle parti sociali:in questo caso dei rappresentanti del mondo venatorio"."Tra l'altro - conclude Castiglione - è emersa dalla sostanza di tutti gli interventi una sonora bocciatura della proposta avanzata dalla Giunta Regionale poiché ritenuta lesiva dell'autonomia e delle competenze degli ATC. La stessa è stata giudicata da tutti come ulteriormente vessatoria per i cacciatori abruzzesi, al contrario della proposta avanzata da AN, sulla quale c'è stata ampia convergenza poiché - com'è giusto che sia - va nel senso indicato nella legge nazionale e regionale che stabilisce senza ambiguità ruoli e competenze. Unica nota stonata, la più che solitaria presa di posizione dell'ATC di Pescara, favorevole alla proposta della Giunta esclusivamente per una evidente sudditanza psicologica nei confronti della Provincia di Pescara."

Cultura: BERNINI PITTORE

A tutti coloro che oggi, per vari motivi, si trovano a Roma consigliamo di non perdere l’occasione per visitare la bellissima mostra sul Bernini.
“Dal 19 ottobre 2007 nell'appena restaurato Palazzo Barberini a Roma, sono stati riuniti per la prima volta tutti i meravigliosi quadri dipinti sicuramente da Gian Lorenzo Bernini.La mostra svela un volto nascosto di questo grandissimo artista, creatore di un linguaggio figurativo - il Barocco - capace di dominare l'intera Europa per quasi due secoli, e di imporsi poi all'immaginario collettivo come una categoria dello spirito. Tutti conoscono le sue statue più celebri come l'Apollo e Dafne di Villa Borghese, e i capolavori di architettura che crearono la Roma moderna, basti pensare al Colonnato di Piazza San Pietro e allo stesso Palazzo Barberini, la reggia barocca nata dal genio berniniano.Ma Bernini era anche un pittore: e, come pittore, lavorava solo per se stesso, senza committente e senza dover rispettare le esigenze e le aspettative di quella stessa società che lo acclamava come il genio del suo tempo.Bernini pittore fu soprattutto un ritrattista. Innanzitutto di se stesso.Egli seppe usare il suo tempo privato e la sua libertà per condurre un'implacabile e spietata indagine del proprio volto e della propria anima: proprio per arrivare a quella verità che la maggior parte degli altri artisti cercava di nascondere.Nella mostra di Palazzo Barberini saranno esposti i suoi dipinti autografi accompagnati dall'ardente busto di Costanza Bonarelli, da dodici disegni e, infine, da altre sette tele. Non conosciamo quasi mai il nome delle persone di cui Bernini ha voluto fissare per sempre sulla tela proprio l'inconfondibile individualità. È come se alla galleria dei ritratti di marmo da lui stesso dedicati ai personaggi pubblici e ai potenti della Roma papale, Bernini volesse affiancare, come pittore, un'altra galleria: questa volta fatta di volti anonimi, ma non meno profondamente vivi, umani, singoli ed irripetibili. Ed è in questa sensibilità, moderna e borghese, verso l'uomo che il Bernini pittore si rivela più moderno dello scultore. In questa sovrumana capacità di conservare vivi per sempre volti e sguardi di esseri umani senza nome, sentiamo grandissima la pittura di Bernini.Tornerà così a vivere un artista in qualche modo nuovo e sconosciuto. Nella pur stupefacente varietà di registri del Seicento artistico romano pareva infatti che mancasse un artista capace di guardare alla dolente ed insieme esaltante realtà della condizione umana con occhi paragonabili a quelli di Velázquez o di Rembrandt. Ed era proprio Bernini: ma Bernini pittore”.
Roma - Palazzo Barberini dal 19 ottobre 2007 al 20 gennaio 2008