sabato 28 luglio 2007

NO ALLA FESTA NAZIONALE DELL'ITALIA DEI VALORI NEI GIORNI DI FESTEGGIAMENTO DEL SANTO PATRONO A VASTO!


A sinistra il Ministro dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. A destra Il Presidente del Circolo AN - Vasto, Etelwardo Sigismondi

Il Ministro Di Pietro forse non sa che il 28,29 e 30 Settembre, sono dei giorni che i Vastesi dedicano al festeggiamento del Santo Patrono. Meno male che l’Italia dei Valori ha in Giunta come proprio rappresentante, l’Assessore alla Cultura che dovrebbe essere attento al rispetto ed alla valorizzazione delle tradizioni della Città! La pretesa dell’Italia dei Valori di organizzare proprio nei giorni di fine Settembre la loro festa nazionale a Vasto ed in particolar modo in pieno centro storico, ci sembra obiettivamente eccessiva. I partiti del centrosinistra non possono pensare che aver vinto l’elezione amministrativa gli consenta di fare della Città quel che vogliono, anche di passare sopra le usanze e le tradizioni. Alleanza Nazionale chiede pertanto al Dott. Luciano Lapenna, per una volta, di abbandonare i panni di uomo del centrosinistra e di comportarsi da Primo Cittadino, facendo sentire la propria voce e quella dei Vastesi al fine di far spostare in date più opportune la manifestazione dell’Italia dei Valori consentendo, quindi, i festeggiamenti in onore del Santo patrono della Nostra Città.


Etelwardo Sigismondi
(Presidente Circolo AN – Vasto)

LA VIGNETTA


GRAVE INCIDENTE ALL'EX CONSIGLIERE LA VERGHETTA.FORZA MAURO!


Apprendiamo, sconvolti, dell'incidente motociclistico del nostro ex Consigliere Comunale Mauro La Verghetta. Incidente avvenuto qualche giorno fa nella zona industriale di S. salvo quando, dopo aver perso il controllo del suo scooterone Piaggio X500, Mauro è stato sbalzato dal sellino. L'ex Consigliere, dopo essere stato sottoposto ad un delicato intervento chirrgico, è nel reparto di rianimazione, in prognosi riservata.

A lui ed alla Famiglia giungano i più sinceri auguri di Buona Guarigione dalla Sezione "Carlo Falvella" di Alleanza Nazionale, speranzosi che Mauro possa tornare attivo come prima.

Forza Mauro!

Approvato il Dpef al Senato.PRODI SCONFESSATO DALLA SINISTRA RADICALE.MATTEOLI, IL PROF. ESULTA? INCOMMENTABILE


26/07/2007 - Prodi e Damiano sconfessati dalla sinistra radicale e dalla neo sinistra-democratica di Salvi e Mussi. Mentre si stava per votare il Dpef al Senato, Salvi, Russo Spena e due altri esponenti del Pdci e dei Verdi, hanno improvvisato una estemporanea conferenza stampa per attaccare a palle infuocate l'accordo sul welfare sottoscritto dal governo con i sindacati. Ma Prodi prova ugualmente ad esultare e parla di grande risultato dell'Unione al Senato e ringrazia tutta la coalizione. Incredibile ma vero!L'Aula del Senato ha approvato la risoluzione della maggioranza sul Dpef. I sì sono stati 159, i no 147, un solo astenuto. Tra i punti principali della risoluzione c'è la controriforma della legge Biagi, che di fatto sconfessa l'accordo raggiunto pochi giorni fa dal governo con le parti sociali, viene ribadito l'impegno a non fare una manovra correttiva nel 2008, anche se nella Finanziaria potrebbe essere prevista una variazione al tetto di spesa finora stimata in circa 24 miliardi. Per quanto riguarda il fisco la risoluzione impegna il governo a proseguire la lotta all'evasione, destinando le maggiori entrate "alla progressiva riduzione del prelievo tributario a carico delle famiglie", a completare con la prossima Finanziaria la riforma delle rendite prevedendo l'omogeneizzazione del prelievo con un'aliquota unica al 20% e a ridurre il carico fiscale sulla casa.Prima del voto si erano registrati momenti di tensione nell'Ulivo quando Lamberto Dini e Natale D'Amico hanno minacciato di presentare un emendamento al Dpef con il quale garantire il mantenimento dei saldi di bilancio a fronte delle spese già previste nell'allegato al Dpef ma ancora senza copertura. L'emendamento è stato poi ritirato dopo una riunione con il sottosegretario all'Economia Sartor e il capogruppo dell'Ulivo Finocchiaro perché si rischiava di far saltare tutto.Romano Prodi giudica "un grande risultato" l'approvazione del Dpef da parte del Senato: "Ancora una volta - aggiunge il premier - le scelte del Governo sono state considerate con convinzione dall'Unione. Si tratta - conclude Prodi - di un grande risultato sulla strada delle politiche di riforma economica che la maggioranza persegue con determinazione". Per Altero Matteoli il premier "continua a ingannare gli italiani e stavolta anche la sua maggioranza", perché parlare "di grande risultato dell'Unione al Senato, dove la sinistra radicale ha imposto una risoluzione al Dpef che sconfessa l'accordo con i sindacati sul welfare dichiarandolo pessimo e che invita il ministro Damiano a emendarsi lui qualora dovesse insistere nel non volere emendare l'accordo stesso, sono davvero incommentabili. A settembre la polvere che Prodi ha nascosto sotto al tappeto - conclude Matteoli - uscirà fuori e allora si che sarà un grande risultato, ma per il Paese".Anche secondo Baldassarri "le votazioni sul Dpef hanno certificato il totale stato di confusione mentale che regna all'interno dell'Unione, all'interno del governo, tra la maggioranza e il governo. Solo così - spiega il senatore di An nel corso della dichiarazione di voto - si può giustificare il fatto che non si sono resi conto di cosa è scritto nel Dpef e cosa nella Risoluzione dell'Unione che smentisce il Dpef non solo sull'accordo relativo alle pensioni ma anche sul taglio delle spese. Oltre alla mancanza dei numeri fondamentali relativi alle entrate e alle spese, mi limito ad osservare che il Dpef dimostra l'assoluta irrilevanza della politica economica del governo dato che solo nel 2011 si registrerà uno 0,1% in più del tasso di crescita dell'economia italiana rispetto aglli andamenti tendenziali. All'interno della maggioranza e del governo - conclude Baldassarri - ormai siamo al 'tutti contro tutti' in una situazione che denota una confusione mentale sempre più dannosa per la nostra economia".

Da: destrasenato.it

venerdì 27 luglio 2007

PARCHEGGIO DI VIA MARTIRI ISTRIANI:IL CENTROSINISTRA PROMUOVE LA SCELTA DEL CENTRODESTRA


Dobbiamo constatare che i nostri “Amministratori” una ne pensano e cento ne fanno. Vi ricordate quando gli uomini dell’attuale maggioranza erano impegnati nella loro campagna denigratoria nei confronti del centrodestra? Uno dei loro cavalli di battaglia era il parcheggio di Via Martiri Istriani definito una inutile opera pubblica realizzata dalle passate amministrazioni.
Ora, come per incanto, il parcheggio tanto odiato dal centrosinistra diventa il loro fiore all’occhiello! A conferma di ciò basta leggere i volantini e i giornalini distribuiti in tutta la Città nei quali, il Sindaco e il suo vice, annunciano l’apertura del parcheggio coperto gratuito per 200 posti auto. Indovinate dove? Bravissimi!!… in via Martiri Istriani.
Insomma, il parcheggio è sempre quello, la fata turchina o Harry Potter non sono intervenuti per cambiargli posizione…e il centrosinistra, come sempre ,si contraddice e sponsorizza l’ennesima realizzazione fatta dal centrodestra! Siamo all’assurdo? No, è l’estremo tentativo di Lapenna e Compagni per tentare di recuperare il giudizio negativo che i Vastesi hanno del loro operato.

PROFITTO...MORALE. VIVA IL BED AND BREAKFAST

Riceviamo e pubblichiamo da Elio Bitritto


Io non so dove sia vissuto fino ad oggi Davide D’Alessandro: certo non a Vasto perché definire l’Hotel Panoramic “pezzo di storia della Città del Vasto” è quanto meno preoccupante. Personalmente credo che quell’albergo avesse abbondantemente passato i limiti della decenza estetica e dell’adeguamento alle norme di sicurezza: si può opinare che meglio sarebbe stato farne un altro di albergo magari a sei stelle, quindi destinato a gente come Agnelli, De Benedetti ed affini, così solo pochi ricchi avrebbero potuto fare un ricco week end a Vasto! O forse il buon Davide avrebbe preferito un bed and breakfast al suo posto, magari ad un solo piano per non consentire a ‘sti poveracci, la vista del golfo (si accontentino del laghetto!). Da normale osservatore (non modesto come il bilaureato con lode si ingegna di definire Boschetti, né Uomo come si autodefinisce Davide – ma forse ha dimenticato la differenza tra HOMO e VIR), credevo che chi si occupa di imprenditoria in generale, se ne occupasse cercando il profitto che non è una espressione volgare (ho controllato sul dizionario – italiano non cubano): sembra di capire che a Vasto, o forse in Italia?, l’etica professionale e politica possa essere dettata solo da Davide. Un’altra “stranezza” mi ha colpito: la parola “padrone”della città: è un linguaggio ormai estinto, salvo alcune isole felici abitate da comunistosauri che resistono perché sono il prodotto “impazzito” dei primi esperimenti genetici degli americani, sfuggiti ai laboratori, insomma degli O.G.M. , ma anche loro conoscono il detto latino "pecunia non olet" e, se ci pensa bene non sono Marrollo e Lapenna che devono preoccupare Robespierre, ma sono altri personaggi nella società che, a voler essere "carogne", potrebbero creare problemi. Ci sono tante altre cose nell’ultimo numero di POLIS che mi fanno dubitare delle MIE capacità intellettive: però quando lancia il suo monito “State attenti, perché quando ad agire sono la piazza, la folla, i cittadini violentati, gli effetti diventano incontrollabili e devastanti”, bene, questa è una frase assolutamente fuori di luogo, sopra le righe, “violenta”: essa chiama violenza e non ce n’è proprio bisogno.

LA DESTRA CHE RAGIONA. E QUELLA CHE FA IL TIFO

(nella foto: Fabrizio Tatarella
esecutivo nazionale Azione Universitaria)

di Fabrizio Tatarella

Può piacere o meno a qualcuno, ma un dato appare oggettivamente inconfutabile: negli ultimi mesi, Alleanza Nazionale è stato non uno tra i partiti, ma il solo partito che ha contribuito al dibattito istituzionale e politico per riformare il nostro Paese. La destra che ci piace è questa. Quella che mobilita i suoi dirigenti e militanti per sottoscrivere un Referendum sacrosanto che mira ad eliminare i “partitini” e semplificare il quadro politico. Quella che si batte per difendere, quotidianamente, e rafforzare il bipolarismo, difficile conquista della nostra democrazia. Quella che intraprende iniziative per ridurre i costi, gli sperperi e gli sprechi della politica. La destra che ci piace è quella che crea il dibattito, che si pone al centro dello stesso, che fa politica confrontandosi non solo ed esclusivamente con i propri elettori bensì con l’intero elettorato. Mai come in questi mesi la destra è stata protagonista nel proporre idee e soluzioni ai problemi e, contestualmente, proporsi essa stessa come privilegiato interlocutore, oltre che passivo ascoltatore, dei cittadini che chiedono alla politica di parlare un linguaggio “cosmopolita”. Perché assumere posizioni su determinati temi per risolverli nell’interesse del Paese, tentando anche legittimamente di ampliare i confini del proprio consenso elettorale, non significa abbandonare i valori e la storia della destra. Perché assumersi delle responsabilità politiche significa adattare i valori alla luce del contesto che viviamo, attualizzarli in ragione dei cambiamenti che la società globale, sempre più veloce, comporta. Ciascuno di noi ha un proprio e specifico patrimonio politico e genetico irrinunciabile, immodificabile, che nel tempo si evolve senza per questo cambiare la sua identità. Ecco perché la destra che pretendiamo, quella per cui abbiamo lottato, è una destra dinamica, una destra che ragiona, che offre soluzioni, in un contesto di agibilità politica che faticosamente abbiamo conquistato, legittimandoci con il fare politica, pensando e immaginando il futuro, legati alle tradizioni e alla passione di sempre. La destra che non ci piace è quella che usa un linguaggio “da tifoso”, una destra statica, non al passo con i tempi, capace di sentire ma non ascoltare le istanze della società e limitandosi ad accontentarne soltanto una ristretta elite. La destra che non ci piace è la destra caricatura di se stessa, che ostenta il cuore, ma dimentica il cervello, la destra dimentica delle proprie origini e dei propri sogni, la destra che non sa essere artefice e protagonista del cambiamento del suo Paese nel suo tempo.

giovedì 26 luglio 2007

La sinistra radicale respinge il protocollo sul welfare.PRODI BOCCIATO SENZA APPELLO.Matteoli (AN):la sua è una via crucis infinita


24/07/2007 - DOPO LE CRITICHE di Rifondazione comunista e del Pdci sulla riforma del sistema previdenziale, si riaccende lo scontro tutto interno alla maggioranza, con la sinistra radicale che boccia senza appello il protocollo sul welfare che solo ieri sera Prodi aveva magnificato presentandolo come un'altra vittoria del suo governo. Per il Prc, Pdci, Verdi e Sinistra democratica le misure presentate dal ministro del Lavoro Damiano, che hanno ottenuto il via libera dei sindacati, sono insufficienti per fronteggiare il precariato e inadeguate a modificare la legge Biagi, mentre è considerata inaccettabile la decisione di allegerire il carico fiscale alle imprese per le ore di lavoro straordinario. "Non siamo stati coinvolti in questa discussione - dichiara Franco Giordano - non ci sentiamo legati al rispetto di nulla visto che siamo lontani anni luce dal programma. Per questa ragione - aggiunge il segretario di Rifondazione comunista - si apre un conflitto sulla proposta avanzata dal ministro Damiano e il nostro voto dipenderà dall'esito del conflitto". Dissenso sulle parti del protocollo che riguardano la competitività e il mercato del lavoro viene espresso da Fabio Mussi, ministro dell'Università e Ricerca scientifica: "Su questi punti proporremo - annuncia il leader della Sinistra democratica - soluzioni diverse da quelle del protocollo e più coerenti con il programma dell'Unione". Per Pecoraro Scanio, "su precariato e competitività la posizione è arretrata, non ci siamo proprio. È un accordo che sa di muffa, che non guarda al futuro". Il protocollo sul welfare non piace neppure a Diliberto: "Dopo un pessimo accordo sulle pensioni - attacca il segretario del Pdci - è arrivato un altrettanto pessimo, se non peggiore ancora, protocollo sul welfare".Lapidario il commento di Altero Matteoli, capogruppo di An al Senato: "Giordano, Mussi, Rizzo e Pecoraro bocciano senza appello il protocollo sul welfare che solo ieri sera Prodi aveva magnificato presentandolo come un'altra vittoria del suo governo. Ogni giorno ha la sua pena - aggiunge Matteoli - ma per Prodi le pene quotidiane sono più d'una. Ogni volta che apre bocca viene smentito subito dalla sua maggioranza: la sua è una via crucis infinita. Siamo di fronte ad un'altra, e probabilmente non ultima, prova che il governo non può restare alla guida del Paese, ormai frastornato dalle liti senza fine tra ministri, tra esponenti riformisti e massimalisti, mentre il presidente del Consiglio - conclude l'esponente di An - non riesce a coordinare nulla ed appare come un elefante in una cristalleria".Intanto, restano i dubbi dell'Unione europea sulla sostenibilità finanziaria della controriforma delle pensioni voluta dal governo Prodi: "Anche dopo la riforma - nota il commissario Almunia - la spesa per le pensioni rimarrà tra le più alte nella Ue". Molto critico anche il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, "Siamo in una fase nella quale è inevitabile che ci sia un aggiustamento graduale del sistema pensionistico. Ma è talmente graduale - aggiunge Draghi - che forse non ne vedremo mai la fine".

Da: destrasenato.it

Le intercettazioni minano l'Unione.SCONTRO MASTELLA-DI PIETRO E PRODI FA IL PONZIO PILATO.L'ex pm attacca il Capo dello stato


24/07/2007 - LA RICHIESTA al Parlamento del gip di Milano Clementina Forleo di poter utilizzare le intercettazioni telefoniche di D'Alema, Fassino e Latorre con l'ex numero uno di Unipol Consorte nell'inchiesta sulla scalata alla Bnl nel 2005, ha scatenato un durissimo scontro tra il Guardasigilli Mastella e l'ex pm di Mani pulite Di Pietro. Nell'ordinanza inviata alle Camere la Forleo ha sottolineato che i vertici Ds "appaiono non passivi ricettori di informazioni pur penalmente rilevanti, nè personaggi animati da sana tifoseria per opposte forze in campo, ma consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata". Per il gip di Milano, "sarà proprio il placet del Parlamento a rendere possibile la procedibilità penale nei confronti dei suoi membri". Parole che hanno creato tensione nel governo, con Mastella che ha dato mandato ai suoi uffici di acquisire la richiesta inoltrata dalla Forleo al Parlamento ravvisandovi delle 'abnormità'. Immediata la reazione di Di Pietro, "quella del Guardasigilli è una entrata a gamba tesa, perché la sua decisione di mettere sotto inchiesta i giudici di Milano mina l'indipendenza della magistratura". Il leader dell'Italia dei valori si è augurato che "non ci sia alcun tentativo di fermare le indagini e che il Parlamento dia la possibilità al giudice di giudicare con tutte le carte in mano, altrimenti non farebbe l'interesse del Paese e nemmeno degli interessati". Entrando nel merito dell'inchiesta, Di Pietro si è detto disposto a metterebbe la mano sul fuoco "sull'integrità morale di Fassino", nulla si è però lasciato scappare sul suo collega di governo D'Alema e Latorre.Posizione che ha spinto Mastella a investire della questione direttamente il premier Romano Prodi, perché "se Di Pietro ha qualche dubbio di moralità su alcuni partner di governo è meglio che si dimetta". Un intervento di Prodi era stato invocato per primo da Altero Matteoli, "Adesso Prodi non può sottrarsi, dovrà dire se concorda con Mastella oppure con Di Pietro, e la sua risposta non è cosa di poco conto. Di fronte ad uno scontro così violento - ha aggiunto il capogruppo di An al Senato - che evidenzia le posizioni inconciliabili di due ministri su una questione dai risvolti politici ed istituzionali di primissima grandezza, il presidente del Consiglio, quale responsabile dell'indirizzo politico del governo, non può tacere".Ma il professore si era limitato, con tre giorni di ritardo, a telefonare ai vertici diessini per esprimere la sua solidarietà. Sul caso è invece intervenuto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che dinanzi al Csm ha invitato i giudici "a non inserire in atti processuali valutazioni e riferimenti non pertinenti e chiaramente eccedenti rispetto alle finalità dei provvedimenti". Il riferimento alle parole utilizzate nell'ordinanza dal gip Forleo nei confronti di D'Alema, Fassino e Latorre è evidente. Ma la magistrata milanese non intende arretrare e replica a chi l'accusa di aver sconfinato dai propri poteri che, "rimarrò soggetta, come sempre, solo alla legge". Critico con Napolitano è l'ex pm Di Pietro che considera "ingiustificato e fuori luogo l'attacco al giudice Forleo, la cui unica colpa è stata quella di voler acquisire degli elementi probatori per capire se alcuni parlamentari fossero stati o meno aggirati dai cosiddetti 'furbetti del quartierino'".Intanto, il procuratore generale della Cassazione, Mario Delli Priscoli, che può disporre procedimenti disciplinari sull'attività dei magistrati, ha deciso di mettere sotto inchiesta la Forleo, facendosi consegnare l'ordinanza inviata alle Camere.Dai Ds, Fassino ha ribadito la sua estraneità e quella dei vertici del partito a qualsiasi "disegno criminoso" e ha lanciato un durissimo attacco al gip di Milano: "Non le riconosco il diritto di precostituire giudizi infondati senza accertamenti". Mentre D'Alema si è dichiarato "disponibile a fornire eventuali chiarimenti al magistrato ma - ha aggiunto - spetta al Parlamento giudicare la congruità delle richieste". Sul caso delle intercettazioni è intervenuto anche il presidente della Camera, Fausto Bertinotti: "In questa fase i parlamentari devono non solo dimostrare di essere al di sopra di ogni sospetto ma anche di non avere neppure un'apparenza di privilegio e, quando l'avessero, dovrebbero disporla in modo da avviare una discussione politica senza nessun elemento di turbamento".Parole che hanno provocato la stizzita reazione di Fassino, "ho trovato sgradevole che Bertinotti abbia usato espressioni che fanno ritenere che qualcuno tra di noi richiedesse privilegi". Il segretario dei Ds ha poi dichiarato di non temere che le Giunte per le autorizzazioni di Camera e Senato accolgano la richiesta del gip di Milano, Clementina Forleo, per poter utilizzare le intercettazioni ai fini dell'indagine sulla scalata di Unipol a Bnl. Per Altero Matteoli "è positivo che i vertici dei Ds mostrino di essere favorevoli alla concessione dell'autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni che li riguardano, ma le Giunte di Camera e Senato hanno il diritto-dovere di affrontare con il massimo approfondimento la questione. La vicenda - ha osservato il caprogruppo di An - non riguarda solo i parlamentari di cui trattasi, ma il ruolo che la Costituzione assegna a ciascun parlamentare quale rappresentante popolare. Sono certo, pertanto, che l'esame delle richieste del Gip di Milano - ha sottolineato Matteoli - sarà svolto con il massimo equilibrio, fuori da ogni condizionamento esterno, senza pregiudizi e senza sconti, avendo presente da un lato le esigenze di non bloccare il corso degli accertamenti giudiziari e dall'altro le prerogative dei massimi organi della nostra democrazia".

Da: destrasenato.it

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