sabato 2 febbraio 2008

Regione, sanità, CASTIGLIONE (AN) : IMBARAZZANTE IL TRIONFALISMO DI MAZZOCCA

"Il trionfalismo dell’Assessore regionale alla sanità Mazzocca sul contenimento della spesa farmaceutica in Abruzzo è imbarazzante. Perché invece non parliamo dei risultati emersi dal dossier dei carabinieri del Nas commissionato dall’ex Ministro della sanità Livia Turco? La situazione abruzzese è, per usare un eufemismo, semplicemente sconfortante. A tutti i 22 presidi della nostra Regione, è stata addebitata la mancanza dei requisiti minimi dei locali in vari reparti e, a quel che risulterebbe, 22 sarebbero le persone denunciate all'autorità amministrativa.La situazione, ancora una volta, è apparsa più grave all'ospedale civile di Pescara, vera e propria maglia nera della sanità abruzzese, dove oltre alla carenza strutturale,è stata accertata la presenza di farmaci scaduti, con il sequestro di decine di confezioni di farmaci che avevano superato la data di scadenza e che quindi non si sarebbero dovuti trovare più all'interno dell'ospedale.Dal manager Balestrino nessun commento, quasi che tale disastro non lo riguardasse. Alla nostra richiesta di un confronto pubblico non è seguita risposta se non l’altezzosa scrollata di spalle di chi pretende di rispondere solo alla parte politica che l’ha designato e non al popolo abruzzese e ai suoi rappresentanti.Prendiamo atto, infine, che l'assessore Mazzocca, emulando la politica del puntuale rilancio dei proclami che ha caratterizzato sinora la presidenza Del Turco, è tornato a confermare la volontà di revocare – parole sue - quell'odioso balzello rappresentato dal ticket di 50 centesimi. Sinora, però, tali promesse sono state smentite dai fatti e, francamente, c’è poco da sperare per il futuro. Noi - da parte nostra - faremo le barricate in sede di discussione consiliare sul prossimo piano sanitario affinchè il paziente venga rimesso al centro della sanità abruzzese e si vada verso un reale e mirato contenimento della spesa che non si traduca tout court nel taglio dei posti letto e nella moltiplicazione di consulenze e primariati per gli amici degli amici. A tal riguardo abbiamo presentato,nei giorni scorsi,all´Assessore regionale alla Sanità e al Presidente della Regione Abruzzo,una interrogazione per sapere se non valga la pena di valutare seriamente l´opportunità di unificare le due Dialisi pescaresi - nefrologie e anche le altre attività complementari - in un´ottica di dipartimentazione dell´attività nefro-dialitica. Con questa soluzione, peraltro, si potrebbero cogliere risultati auspicabili quali un miglior controllo della spesa in generale, un miglior controllo e una gestione più efficace delle risorse umane e tecnologiche che favorisca l´allocazione di queste laddove ce ne sia maggiore necessità, e un miglior controllo sul territorio. Al contrario le dichiarazioni del manager Balestrino di voler razionalizzare il lavoro accorpando i due reparti di dialisi e rendendo autonomo quello di nefrologia - diretto da un nuovo primario designato, secondo legge, mediante procedura concorsuale - vanno nella direzione esattamente opposta: quella di moltiplicare i primariati e quindi i costi. Quello che Balestrino presenta surrettizziamente come risparmio finalizzato a potenziare il reparto di dialisi di Popoli (da 2 a 7 posti letto, dove ora sarebbe previsto un altro primariato di dialisi e nefrologia) porterebbe a tre i primari dell’area nefrologica- dialitica nella ASL di Pescara. E questo in barba ad ogni eventuale proposito di risparmio.Sarebbe atteggiamento più serio e responsabile che le decisioni di riassetto della sanità venissero prese in considerazione delle reali esigenze dei pazienti e del territorio e non piuttosto a quelle degli aspiranti primario, né tantomeno a quelle dei partiti e dei loro nominati e affiliati. Popoli ha un'utenza decisamente più ristretta di Pescara ma ha una rappresentanza politica 'di peso' in consiglio regionale".E' quanto dichiara il Capogruppo di AN in Consiglio Regionale, Alfredo Castiglione (nella foto).

Regione, DI STEFANO (AN) : SULL'INSEDIAMENTO DEL CENTRO OLI DEL TURCO RIFIUTA IL CONFRONTO

«Sull’insediamento del Centro Oli dell’Eni ad Ortona Del Turco rifiuta il confronto» è l’accusa lanciata dal Consigliere Regionale di AN, Fabrizio Di Stefano (nella foto) a margine dei lavori del Consiglio Regionale in corso di svolgimento a Pescara.«La mia proposta di legge che prevedeva la sospensione di qualsiasi insediamento industriale nei territori che dovrebbero entrare nel perimetro del Parco della Costa Teatina era giacente da tempo in commissione – spiega Di Stefano – per cui ho ritenuto opportuno richiederne l’iscrizione senza relazione all’ordine del giorno del Consiglio così come previsto dal regolamento, ma Del Turco, accortosi che la sua maggioranza si stava sfilacciando, ha richiamato tutti all’ordine chiedendo il rinvio del provvedimento in commissione, eliminando così ogni possibilità di confronto su una vicenda ancora tutta da chiarire».«Da mesi, infatti – prosegue il Consigliere di AN – sono stati resi noti i dati del Mario Negri Sud che mettono in guardia dai rischi per la salute connessi alla realizzazione del progetto dell’Eni, nonostante ciò Del Turco ritiene che non sia un argomento da approfondire e obbliga al silenzio l’assemblea regionale».«Da parte nostra – conclude Di Stefano – c’è la volontà di discutere sul problema avendo la certezza che fino a quando non avremo ben chiari tutti gli aspetti di ordine sanitario ed ambientale non ci sarà il via libera al progetto: ci fa piacere che alcuni Consiglieri di maggioranza abbiano condiviso questo intento; purtroppo la loro presa di posizione non è stata sufficiente a sconfiggere la politica dello struzzo imposta dal Governatore regionale».

Governo, FINI (AN) : ESCLUDO SORPRESE. IN SETTIMANA CALERA' IL SIPARIO E SI ANDRA' AL VOTO

"Da qui a Lunedì non ci saranno sorprese nel centrodestra. Come non credo che non ci saranno sorprese in generale: Mercoledì o Giovedì calerà il sipario e si scioglieranno le Camere". Il Presidente di AN, Gianfranco Fini, intervenendo al convegno organizzato dalla fondazione Liberal a quarant'anni dal '68 e al quale ha preso parte anche l'ex premier spagnolo José Maria Aznar, ribadisce la sua posizione sull'esito delle consultazioni in atto del presidente Marini. Il leader di AN esclude anche ci siano margini per una alleanza in estremo col centrosinistra per fare le riforme e varare un Governo che affronti i problemi più urgenti per il Paese, come ha proposto Veltroni. "E' una richiesta veramente strumentale - spiega Fini - Questo è un centrosinistra disperato che, pur di evitare lo scioglimento delle Camere, si sta inventando le proposte più originali e bizzarre".

venerdì 1 febbraio 2008

REPLICA AD UN ARTICOLO APPARSO IL 25 GENNAIO SU "LA VOCE"

Egregio Direttore de "La Voce" e cari lettori,
Usufruisco di questo servizio per replicare a ciò che su “La Voce” del 25.01.’08 viene scritto riguardo il caro mensa e trasporti e alla presunta strumentalizzazione che Alleanza Nazionale ha esercitato sull’argomento. Innanzitutto voglio essere smentito se soltanto una delle famiglie e dei genitori in questione sono stati avvicinati o contattati da chicchessia che possa essere riconducibile al Direttivo di AN.
Mi sembra come sempre che la sinistra,difensore dei più deboli e dei più disagiati, perda di vista ciò che è la realtà e spesso l’obiettività delle cose. E’ vero che una delegazione del Circolo “C. Falvella” di Alleanza Nazionale è andata a parlare con il Sindaco e con l’Assessore alle Finanze cercando, dopo aver colto il malumore di molte famiglie, una, due, tre soluzioni diverse da ciò che è stato presentato ai Cittadini, fermo restando sia la base di partenza (per intenderci la presentazione dei certificato ISEE) sia l’arrivo (cioè di far pagare di più a chi ha di più).Ma se lo ha fatto, è stato per il bene dei Cittadini. Per tentare di far “diminuire questi aumenti”!
Fermo restando, sempre, le beghe politiche a cui “La Voce” ci ha abituati, voglio farvi una provocazione: perché tutti i politici di destra e di sinistra dai Consiglieri all’Assessore, al Sindaco,non presentano la certificazione ISEE obbligatoria per dimostrare buon senso ed andare incontro alla cittadinanza già spremuta all’osso dalle tasse più variegate per vedere quindi chi può vivere anche se non percepisce l’indennità che spetta per legge ma che nessuna legge vieta di rifiutare? Vogliamo far due conti dopo? No, lo lascio fare a voi Cittadini. Valutate se il costo mensa può essere ridotto o no…

Francesco Paolo Canci

giovedì 31 gennaio 2008

MA NOI NON LA BEVIAMO... I vantaggi dell'acqua "del Sindaco" contro gli inganni delle acque minerali

Le municipalità di New York, Salt Lake City e poi di altre città americane, sembrano aver dichiarato guerra alle bottiglie di acqua minerale. Un movimento continuo, trasversale e coinvolgente ha dato vita a questa “rivoluzione”: mettere in discussione la dichiarata superiore qualità delle acque minerali su quelle di rubinetto e combattere concretamente l’invasione delle bottiglie di plastica. Molte città europee, compresa Roma, si sono unite al grido d’allarme.
Todd Jarvis – della Water Resources Graduate Program alla Oregon State University - osserva che ogni anno nel mondo si consumano 81 milioni di litri di petrolio e 600 miliardi di litri di acqua (necessari per la lavorazione della plastica) per produrre 154 miliardi di acqua minerale in bottiglia. Allo stesso tempo la lavorazione di un solo chilo di PET (poletilene tereftalato) rilascia nell’atmosfera anidride carbonica, idrocarburi, ossidi di zolfo e monossido di carbonio. Per non considerare l’inquinamento da trasporto.
Secondo la legge, l'acqua minerale – per essere considerata tale - deve provenire da riserve d'acqua sotterranee (acque di sorgente), naturali e protette da contaminazioni ed essere batteriologicamente pura. Sono permesse l'aggiunta di anidride carbonica e l'eliminazione di ferro e zolfo. Il riconoscimento ufficiale come acqua minerale da parte del Ministero della Salute avviene dopo accurate analisi (geologiche, chimiche, fisiche e microbiologiche), si esaminano anche le proprietà curative farmacologiche e medicinali. Sono prescritti controlli della qualità dell'acqua e dei processi di lavorazione e imbottigliamento da parte degli esercenti (interni) e delle unità sanitarie (esterni).
Per l’acqua “del Sindaco” si è rivolta maggiore attenzione ai contaminanti di natura antropica ed in particolare ai sottoprodotti della disinfezione. E, cosa di non poco conto, il Decreto Legislativo del 2/2/2001 stabilisce la responsabilità dell’ente di distribuzione solo fino al contatore, mentre da questo fino al punto di uso (rubinetto) è a cura del proprietario dell’immobile assicurarne la potabilità.
Dando alto valore invece alla “purezza originaria” delle acque minerali, la Direttiva 2003/40/CE non stabilisce alcun obbligo di verifica di eventuali – possibili – sostante organiche imbottigliate. In realtà la differenza di trattamento da parte del legislatore nello stabilire i limiti di tollerabilità degli elementi presenti ed i relativi controlli per le acque minerali naturali e per le acque di “rubinetto” nasce proprio dall’origine e la distribuzione delle stesse.
L’acqua del rubinetto è buona, controllata, salutare. Ma non è pubblicizzata. E siamo stupidamente portati a credere che non abbia le meravigliose qualità reclamizzate dalle multinazionali imbottigliatrici. Giganteschi gli interessi economici in gioco. L’acqua del rubinetto ci costa mediamente 60-80 centesimi a metro cubo (circa mille litri); l’acqua minerale circa 40 centesimi a bottiglia di 1,5 litri (al supermercato), quindi 250 Euro a metro cubo.
L’enorme differenza di prezzo è dovuta tutta ai costi di pubblicità, imbottigliamento e trasporto (2/3 del costo finale della bottiglia è legato alla plastica).
In base alla legge del 1927 la concessione per l’estrazione delle acque minerali si pagava in relazione agli ettari di terreno occupati per gli impianti (da 5 a 60 euro per ettaro): è stata calcolata una spesa di 50.000 Euro a fronte di un giro d’affari di 500 milioni di Euro. Il Veneto, dove si imbottiglia un quinto dell’acqua minerale italiana per un fatturato di 600 mln di euro, ne incassa tuttora dalla concessione per ettaro solo Euro 300.000.
Grazia alla riforma federalista, le Regioni stanno oggi correndo ai ripari ed hanno introdotto il principio di commisurare il canone di concessione anche ai metri cubi di acqua utilizzata: il Piemonte prevede un aumento del canone a Euro 1 mln, il Veneto a Euro 2,7 mln. Grande, e davvero senza ritegno, l’irritazione delle aziende imbottigliatrici.
Le cifre indicate dovrebbero far riflettere anche gli irriducibili dell’acqua in bottiglia.
La scelta dell’acqua di rubinetto realizza in fondo un obiettivo plurimo: ci da’ benessere e salute e determina un contenimento oggettivo delle spese familiari, oltre che quelle della collettività. Il costo di una bottiglia di 1,5 litri al giorno a persona per un anno è di 219 Euro circa, importo in cui non abbiamo aggiunto il costo collettivo per lo smaltimento del rifiuto di plastica ed il costo ambientale. Lo stesso individuo spende meno di 1 Euro se ricorre all’acqua di rubinetto. Ed a chi ancora sceglie l’acqua minerale ad esempio per il basso contenuto di sodio, rispondiamo di analizzare tutti i cibi – industriali – che arricchiscono la sua dieta: quanto sodio in ogni prodotto portato a tavola?
La scelta consapevole dell’acqua di rubinetto determina inoltre con immediatezza la riduzione della produzione di bottiglie di plastica e del loro enorme impatto ambientale.
Analisi recenti in grandi città italiane – Milano, Firenze, Torino, Bologna e Bari – dimostrano la capacità del sistema pubblico di monitorare e migliorare la qualità dell’acqua di rubinetto e la naturale spinta verso canoni ed abitudini europei.
Siamo già in tanti ad aver fatto questa scelta; è nostro compito diffondere le informazioni ed i dati oggettivi riguardanti la qualità dell’acqua di rubinetto affinché si riesca a spezzare la spirale commerciale bottiglia/acqua che tanto danno arreca.


Vasto, paventata chiusura scalo merci. ALLEANZA NAZIONALE NON CI STA E RICHIEDE LA CONVOCAZIONE DI UN CONSIGLIO COMUNALE !

Chiudere lo scalo merci alla stazione ferroviaria di Vasto-San Salvo, sarebbe come uccidere l’economia locale!
E’ quanto dichiara il Capogruppo di AN in Consiglio Comunale, Lorenzo Russo che, sul problema, interviene proprio a qualche giorno dalla paventata chiusura dello scalo ferroviario, decretata probabilmente, dopo la proroga ottenuta a Gennaio,per il 1° Febbraio.
La soppressione di questo scalo alla stazione ferroviaria Vasto-San Salvo – prosegue Lorenzo Russo – avrebbe gravi ripercussioni sul territorio vastese per quanto riguarda l’economia locale.
A perderci, infatti, sarebbero sia le ditte che hanno in gestione il piazzale di scarico merci, sia tutte le aziende le quali si vedrebbero aumentare i costi della merce in quanto il trasporto su gomma, sarebbe maggiore.
Poiché anche lo scalo merci della stazione di Termoli verrà chiuso – rincara il Capogruppo di AN – le merci si fermerebbero a Pescara e, fino alla zona industriale di Vasto, dovrebbero essere trasportate con camion e tir.
Insomma, un’ennesima penalizzazione per la Città di Vasto ed in primis per la stazione cui non solo volevano eliminare il presidio della Polfer, non solo hanno diminuito i collegamenti con le corse degli autobus, ma che ora vogliono depauperare ancor di più sopprimendo lo scalo merci!
Su questo problema – conclude Russo – Alleanza Nazionale chiede la convocazione di un Consiglio Comunale.

mercoledì 30 gennaio 2008

CENTRO STORICO INVASO DA TOPI. E' l'allarme di un residente della Vasto antica

Topi nel centro storico. E’ l’allarme lanciato da un residente della parte più antica di Vasto che denuncia che, soprattutto tra Vico Sinello e Via Pampani, in cui ci sono circa tre stabili ormai abbandonati, proliferano questi disgustosi animali portatori, tra l’altro, di malattie.
E’ da tempo – dichiara il residente – che questo centro storico è invaso da topi ma mai, e dico mai, è stata attuata una derattizzazione.
Noi abitanti del centro – continua lo stesso – siamo completamente dimenticati e il risultato è evidente.
Ma quel che più è grave, è che, a versare in queste condizioni, è il gioiello di Vasto:la zona di maggior pregio per quanto riguarda le caratteristiche. La zona che raccoglie le tradizioni vastesi,tra i suoi violetti,con qualche casa ancora abitata da anziani dalla cui finestra si vedono pendere le corolle di peperoni,in cui qualcuno ancora intreccia le reti o le nasse. Solo qualcuno però.
Un centro storico, quello di Vasto,infatti (hanno ragione i commercianti) ormai senza più un’anima. Strade deserte,piazza semi-vuota,vicoli senza più un abitante, se non qualche “fedele” vastese, appunto. Non un bambino, non una famiglia, non delle giovani coppie abitano la Vasto antica. Questo, colpa di una politica che non incentiva assolutamente la ristrutturazione delle vecchie abitazioni. Ciò, però, sarà argomento che tratteremo un’altra volta.
In questo momento i cittadini denunciano mancanza di igiene. Intervengano le autorità competenti, affinché si ponga al più presto rimedio a questa spiacevole situazione.

(Nella foto, uno scorcio del centro storico di Vasto)

Marco di Michele Marisi

FINI (AN) : NO AD UN GOVERNO DELLA DISPERAZIONE. IN GIOCO LA CREDIBILITA' DELLE ISTITUZIONI

«C'è in ballo la credibilità delle istituzioni». Ecco cos'è in gioco secondo Gianfranco Fini. Questa non è solo una crisi di governo ma «un passaggio delicatissimo in cui la politica è chiamata alla prova dinnanzi al Paese ». Perciò «lo scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne, non è una richiesta avanzata per interessi di parte ma per tutelare gli interessi nazionali». Il leader di AN (nella foto) ritiene che non esista «alcun margine per un nuovo governo. A meno che non prevalga la disperazione. E la disperazione è sempre una cattiva consigliera. Non ha senso oggi verificare in Parlamento se c'è la possibilità di un accordo sulla legge elettorale, dopo che per mesi la discussione sulla riforma ha messo in evidenza come non esistano aggregazioni o convergenze semmai divisioni all'interno dei poli e in alcuni casi all'interno dei partiti».

Eppure il centrosinistra rinnova la disponibilità a discutere.
«Io credo siano disponibili a discutere di tutto pur di evitare le elezioni. Ma oggi la priorità è un governo nella pienezza dei poteri, dotato di maggioranza politica, in grado di affrontare i problemi nazionali: sicurezza, potere d'acquisto dei salari, sofferenza delle imprese, emergenza ambientale».

Però, se si andasse alle urne, il problema sarebbe rinviato solo di un anno, visto che pende il referendum elettorale. Non sarebbe quindi meglio fare la riforma adesso?
«E chi gestirebbe nel frattempo le emergenze del Paese? Ora, non c'è dubbio che il nodo della legge elettorale e di un assetto istituzionale più moderno andrà affrontato e risolto. Ma alla luce delle precedenti esperienze negative, credo sia giusto valutare se dar vita a un'Assemblea costituente, eletta o nominata dal Parlamento, che non si sovrapponga e confligga con il corso politico della legislatura. Altrimenti non se ne uscirà mai».

Insomma, considererebbe una forzatura se il capo dello Stat o- dopo le consultazioni - non sciogliesse le Camere ma provasse con un incarico a verificare se esiste la possibilità di riformare la legge elettorale, prima di tornare al voto?
«Intanto noto che tornano in auge formule e liturgie da prima Repubblica. Comunque, un mandato esplorativo è nel novero delle scelte possibili. Però mi chiedo: anche qualora l'esploratore dovesse, per il rotto della cuffia, avere un senatore in più in maggioranza su una legge elettorale purchessia, finalizzata solo ad allontanare le urne, il giorno dopo chi governerebbe l'Italia? Un governo della disperazione? No. Non credo al successo dell'esploratore, penso che si arriverà allo scioglimento delle Camere e che si voterà in aprile».

Dica la verità: teme manovre dilatorie da parte del Quirinale?
«Napolitano si muove nel solco delle sue prerogative. Mi sono permesso di dire al presidente della Repubblica che in una congiuntura così complessa occorre avere tutto il tempo per riflessioni meditate, ma sarebbe delittuoso per gli interessi nazionali tirarla per le lunghe con l'unico intento di trovare una soluzione purchessia, o peggio per posticipare il voto».

Cosa le ha risposto Napolitano?
«Non avevo dubbi sulla sua risposta ».

Berlusconi ha detto che se non si andasse alle urne, milioni di persone andrebbero a Roma a manifestare. Le evoca qualcosa?
«Non mi evoca nulla, ed è francamente risibile parlare di un Berlusconi che annuncia una seconda marcia su Roma. Lui ha detto una cosa che viene richiesta a gran voce dalla maggioranza degli italiani: cioè di esprimere tutto lo sdegno possibile, con una civile manifestazione, qualora la disperazione dovesse portare alla nascita di un governicchio di brevissima durata solo perché l'Unione ha il terrore di andare al voto. E sarebbe opportuno pensarci bene prima, perché si rischierebbe moltissimo».

Che vuol dire?

«Intanto si metterebbero a rischio gli interessi nazionali. Un governo è degno di tale nome solo se ha una maggioranza politica. Se invece in qualche modo si mettessero insieme vari segmenti del Parlamento senza prospettiva, pur di non andare alle urne, si darebbe un formidabile aiuto all'antipolitica, a coloro che parlano di una casta a difesa dei propri privilegi. È una vulgata, una sciocchezza, ma molti pensano che non si voglia andare al voto perché ai parlamentari non scatterebbe il vitalizio. L'antipolitica avrebbe il sopravvento se si proseguisse con l'accanimento terapeutico della legislatura. E se dovesse nascere un governo con questo obiettivo, gli italiani penserebbero a un'ammucchiata finalizzata solo a salvare la casta».

Si potrebbe anche pensare che voi vogliate le elezioni solo perché siete certi di vincere.
«Non siamo sicuri di vincere, siamo ragionevolmente ottimisti. Ma non potremo confidare solo sull'indelebile ricordo dei disastri compiuti dal governo Prodi, dovremo presentarci con un progetto credibile e innovativo».

A proposito d'innovazione, Nicolas Sarkozy ha innovato la politica francese innestando nel governo personalità di sinistra. Lei, che è stato definito il «Sarkozy italiano», adotterebbe questo metodo se vincesse le elezioni?
«Attenzione a non incorrere in errore: quel modello non è proponibile in Italia perché il nostro sistema è diverso. Da noi può accadere, ed è accaduto, laddove c'è l'elezione diretta, penso ai sindaci. Certo, ci sono esponenti del centrosinistra che stimo e apprezzo per le loro qualità, anche perché al contrario di Berlusconi non considero i professionisti della politica come un fatto negativo. Quanto al futuro governo italiano, se toccasse a noi, non solo dovrebbe avere non più di dodici ministri, ma non dovrebbe nemmeno esser figlio del manuale Cencelli».

Sarà, ma Veltroni già vi accusa di voler costruire un «caravanserraglio» che mette insieme Mastella e Tilgher.

«Intanto è ridicolo che, guardandosi allo specchio, imputino a noi i loro errori. Nel nostro schieramento c'è un'omogeneità culturale, valoriale e politica che il centrosinistra non ha mai avuto. Basti vedere cos'è accaduto nelle legislature in cui hanno governato loro. Basta vedere che fine ha fatto Prodi nel '98 e oggi. In ogni caso il centrodestra darà vita a una coalizione che non partirà dalla sottoscrizione di un faraonico libro dei sogni di trecento pagine, ma avanzerà un programma scarno e una serie concreta di proposte».

Le contestano di aver fatto una precipitosa retromarcia con Berlusconi, dopo lo scontro dei mesi scorsi.
«Lo scontro c'è stato ed era relativo al nodo del Pdl e alla legge elettorale. Per quanto riguarda il Pdl Berlusconi, dinnanzi al mutamento del quadro politico, ha rinviato la discussione del progetto. Progetto che andrà ripreso. Perché - sia chiaro - il disegno unitario non è archiviato, è solo rinviato. E la probabile vittoria elettorale darà impulso all'obiettivo del partito unitario».

Come dire che ripartirà nella prossima legislatura la sfida sulla leadership, e che questo determinerà un nuovo conflitto proprio mentre magari sarete al governo?
«L'esperienza insegna sempre qualcosa. E l'esperienza dei cinque anni dal 2001 al 2006 deve farci riflettere, per non ripetere più certi errori. Uno di questi è stato privilegiare le visioni di partito rispetto all'interesse generale. Oggi c'è una grande aspettativa nei nostri riguardi e gli italiani saranno ancor più esigenti, anche se di cose buone con il passato governo ne abbiamo fatte tante».

Dunque niente più richieste di «cabine di regia», niente più richieste di «verifiche infinite»...
«...Niente più personalismi, niente più fughe in avanti... Il prossimo governo di centrodestra, se riusciremo a vincere, dovrà essere all'insegna della determinazione e della maturità».

Siamo ai soliti, buoni propositi.
«Provare per credere».

martedì 29 gennaio 2008

Governo,MATTEOLI (AN) A VELTRONI : BIZANTINISMO E' NEGARE IL VOTO

"Il vero 'bizantinismo' della politica sarebbe negare il voto agli italiani e non, come sostiene Veltroni, non dar vita ad un governo per le riforme. Gli italiani non potrebbero capire ed apprezzare un'alleanza innaturale tra chi fino a giovedì scorso si è combattuto duramente. Comprendiamo le necessità di Veltroni, prima che del Pd, di prendere tempo, ma non gioverebbe al Paese, ancor piu' se si desse vita ad un governo espressione di una striminzita maggioranza parlamentare, qualora si trovasse. In una situazione di crisi le riforme sono possibili soltanto in presenza di una larga convergenza. Confidiamo, quindi, nella saggezza del Capo dello Stato, affinchè eviti inutili stiracchiamenti ridando subito la parola agli elettori che sceglieranno il nuovo governo, l'unico legittimato a fare tutto ciò ed anche altro di cui parla Veltroni". E' quanto replica il Presidente dei Senatori di Alleanza Nazionale, Altero Matteoli (nella foto), alle affermazioni fatte dal leader del Pd Walter Veltroni.

lunedì 28 gennaio 2008

FINI A NAPOLITANO : SCIOGLIERE LE CAMERE E RIDARE LA PAROLA AGLI ELETTORI

"Abbiamo chiesto al Presidente della Repubblica di prendere atto della necessità di interrompere la legislatura, di sciogliere le Camere e di ridare la parola agli elettori". E' quanto ha riferito il Presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini (nella foto) insieme ai Capigruppo di AN rispettivamente di Senato e Camera,Altero Matteoli e Ignazio La Russa, al termine dell'incontro al Quirinale con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
"Abbiamo ribadito che per Alleanza Nazionale l'Italia ha bisogno di un Governo che abbia una maggioranza politica e che affronti i temi come quelli della sicurezza, dei salari e del rilancio delle piccole e medie imprese. Oggi non c'è alcuna condizione perché nasca un Governo così". "Non ha senso - ha concluso - un Governo per la legge elettorale: in 24 mesi si sono fatte solo discussioni".

Parco della costa Teatina, ALLEANZA NAZIONALE DICE LA SUA

«La perimetrazione del Parco della Costa Teatina è da rivedere perché presenta vistose incongruenze e non tiene conto della specificità de territori» così si è espresso il partito di Alleanza Nazionale in merito all’istituzione della zona protetta del chietino, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la sala consiliare del comune di San Vito Chietino cui hanno preso parte il Coordinatore Regionale Fabrizio Di Stefano, il vicesindaco di Ortona Lucio Cieri, l’assessore di San Vito Luigi Comini e i Consiglieri Comunali di Casalbordino e Rocca San Giovanni, Daniele Antonelli e Michele Alfino.«La nostra proposta – afferma Di Stefano – è di inserire nel perimetro del Parco solo le aree già individuate con la legge regionale istitutiva o quelle che sono state indicate, con altri provvedimenti, come meritevoli di essere sottoposte a salvaguardia ambientale».«Nel nostro caso – ha fatto rilevare il vicesindaco di Ortona – sono ricomprese nel Parco anche zone destinate ad attività produttive o per le quali sono previste importanti dotazioni infrastrutturali, come nel caso del porto».In conlusione, Comini ha rincarato la dose: «Riteniamo assolutamente indispensabile un ulteriore approfondimento della problematica, che parta – innanzitutto – dal coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni locali: l’istituzione di un Parco Nazionale non può essere un affare su cui decidono in pochi e su cui i consigli comunali dei territori interessati non possono mettere bocca».

domenica 27 gennaio 2008

Vasto, INZIATIVA RIUSCITISSIMA ! "FARE VERDE" TRACCIA IL BILANCIO

(Riceviamo e volentieri pubblichiamo) Grande successo dell'iniziativa della locale sezione di “Fare Verde”, “Il Mare d’inverno”. Quasi 500 gli alunni del I e III circolo delle scuole elementari di Vasto e i ragazzi delle Medie Rossetti (nella foto in basso), che hanno preso parte alla manifestazione di pulizia della spiaggia di Punta Penna e di sensibilizzazione al problema dell’inquinamento dei litorali.
Quasi ottanta i sacchi riempiti di immondizia (nella foto, dietro i Responsabili locali del movimento di ptotezione ambientale in questione)accuratamente differenziata dai bambini che, guidati dai propri insegnanti, hanno manifestato liberamente il proprio grande entusiasmo.
Determinante l’impegno delle Giacche verdi coordinate da Eustachio Frangione che in folto numero e con grande competenza, hanno coadiuvato l’azione dei volontari. Certamente una giornata diversa, quella di Sabato, per gli alunni delle scuole. Una giornata a contatto con la natura, immersi in una iniziativa alquanto singolare se non altro per il periodo in cui viene effettuata ormai da sedici anni; il messaggio che l’associazione intende dare è che “La natura non è un luna park” e va preservata sempre. I ragazzi che sono i futuri cittadini di domani, da oggi possono capire quanto una giusta mentalità possa aiutare a risolvere le problematiche inerenti l’ambiente. I bambini sono stati salutati dai volontari con l’omaggio di una confezione di cotton fioc totalmente biodegradabili, testimonianza del risultato di una legge varata proprio in merito e grazie ad una campagna promossa alcuni anni fa dalla stessa associazione.
Folta la partecipazione anche alla seconda giornata che si è tenuta Domenica presso la spiaggia di Vasto Marina e a cui hanno preso parte semplici cittadini, volontari, sempre coadiuvati dai Responsabili di "Fare Verde" e dalle “Giacche Verdi”. Insomma, un altro successo per la sezione vastese di questa associazione che, anche se costituita da soli tre mesi, non si può certo definire dormiente vista la frequenza delle sue iniziative.

Fare Verde - Vasto