mercoledì 19 novembre 2008

DI PIETRO E LA CORRUZIONE

Gli addetti ai lavori sanno bene che l’ignoranza è la gemella omozigote della presunzione: io aggiungo anche della arroganza: e il rustico tonino nazionale mostra di avere una fame di visibilità da orca assassina. Con le sue pretese da capo di una tribù agli albori della civiltà, ritiene di essere il depositario del sacro fuoco della crociata proclamata non tanto contro il Pdl quanto contro Berlusconi: e maschera questa crociata autoproclamandosi come l’unico, vero oppositore del governo: e quel poveretto di Veltroni ci casca come il più ingenuo dei politicanti di paese: in ciò aiutato anche dalle “vecchie volpi” interne che non vedono l’ora di sbarazzarsene. L’ultima del rustico, per ora, fa riferimento al grande “corruttore” e, dato che siamo in presenza di un presuntuoso, identifica l’offerta del “posto da ministro” con la corruzione: non pago, identifica la richiesta di colloquio con Leoluca Orlando con un tentativo di corruzione; sempre più eccitato trova finalmente il “corrotto”, vale a dire Villari, eletto alla Vigilanza senza il suo consenso. Darà seguito alle sue accuse attraverso una denuncia alla magistratura? Sarà lui stesso oggetto di querela da parte di Berlusconi e Villari? Potrà contare sulla “tolleranza” della magistratura politicizzata? Novello Mussolini, in sedicesimo, il suo momento di gloria si traduce in tanti nemici, tanto onore: ma lo spessore è decisamente diverso!

Kronos

DI PIETRO E LA LEGGE

L’état c’est moi

(Riceviamo da un anonimo e pubblichiamo) Di Pietro sprofonda sempre più in un vortice di presunzione , di giacobinismo, di identificazione con l’assoluto che neanche Luigi XIV. L’uomo che della Legge dovrebbe essere cultore, che solo a questa dovrebbe obbedire, si presta a fare il Masaniello ora degli studenti (dai quali lo separa un abisso culturale), ora dei piloti che hanno rinunciato a volare per essere terra terra. Forse scopre ora, non avendole mai fatte, le occupazioni, i cortei, gli slogan beceri e, in un tuffo di infantilismo rivoluzionario, si ritrova con Ferrando che a tutto ciò è abbondantemente aduso forse perché crede di essere al comando della corazzata Potemkin ad Odessa. Ma Ferrando lo si può anche capire è nato trotzchista e tale morirà: è Di Pietro che è fuori posto, fuori stanza, …fuori. E quel suo continuo far riferimento alla democrazia violata, ai parlamentari di maggioranza come servi, ai paragoni con l’Argentina di Videla: ma siamo sicuri che si rende conto di quel che dice? E’ possibile che nessuno dei suoi “amici” abbia capito quale sarebbe il pericolo che correrebbe l’Italia se questo energumeno del trattore avesse il potere? Se ora, in minoranza, pretende ed ottiene che il candidato della maggioranza alla Corte Costituzionale cambi e che il suo, di minoranza alla Vigilanza RAI, no c’è da essere seriamente preoccupati se le sorti dell’Italia o solo dell’Abruzzo dovessero dipendere da lui. Quel pover’ uomo di Veltroni farebbe bene a sganciarsi subito dall’abbraccio mortale del Tonino nazionale. Chissà dove farà costruire i lager per imprigionare Berlusconi e i suoi collaboratori: chissà se nel suo programma è previsto il ripristino della pena di morte visti i truculenti proclami con cui il Masaniello del 2000 eccita, sobilla le masse. Ma non si vergogna della sua immunità e della sua impudenza nel denunciare attività sovversive che esistono solo nella sua testa: non si vergogna di agitare lo spauracchio della dittatura alla cilena o alla argentina creando un clima d’odio: non si vergogna di predicare bene e razzolare male quando in nome della illibatezza del candidato, espelle un Di Matteo che ha la sola colpa di militare in uno schieramento di codardi ed imbarca gente che illibata non è? Lo perderà mai il vizio di porre veti verso questo o quello, vicino o lontano che sia dal suo schieramento? Ma Veltroni, D’Alfonso, Paolini e Marini si sono accorti che lo sprint lanciato da Tonino porterà al suicidio del Pd? Farvi fregare da un Tonino qualsiasi, voi che secondo Berlinguer siete “diversi” dagli altri perché alle spalle avete la Storia, le Masse, l’Egemonia Culturale? Ma fatevi un piacere: mandate Tonino a quel paese e riacquistate la vostra dignità, ora come ora svenduta al rustico.

KRONOS

Vasto, VENERDI' MAURIZIO GASPARRI AL POLITEAMA RUZZI

Prevista anche la presenza del Sen. Fabrizio Di Stefano

Venerdì 21 novembre, alle ore 18:30, presso il Politeama Ruzzi, comizio del Popolo della Libertà per le elezioni regionali, a sostegno del candidato Presidente, Gianni Chiodi.Interverranno il Sen. Maurizio GASPARRI (Presidente del gruppo Pdl in Senato) ed il Sen. Fabrizio DI STEFANO.

lunedì 17 novembre 2008

Vasto, IL ‘COORDINAMENTO GIOVANILE DEL PDL-AREA DEL VASTESE’ INCONTRA CHIODI

Chiodi:"Dall'Abruzzo dovrà cominciare il processo di nascita del Pdl, in cui i giovani dovranno avere un ruolo fondamentale"

Durante la visita del candidato Presidente del centrodestra, Gianni Chiodi, avvenuta Sabato scorso a Vasto, in occasione delle elezioni regionali, lo stesso, ha incontrato il ‘Coordinamento Giovanile de Il Popolo della Libertà-Area del Vastese’, costituitosi a Vasto qualche mese fa.
Il Presidente Chiodi ha sottolineato come sia importante il ruolo dei giovani nella società e nella politica e, in particolare, come sia fondamentale nella costituzione di un grande soggetto di centrodestra quale Il Popolo della Libertà.
“Dall’Abruzzo – ha spiegato Chiodi – dovrà cominciare il processo di nascita del Pdl, in cui i giovani dovranno avere un ruolo fondamentale.”Il Coordinamento Giovanile del Pdl, inoltre, ha consegnato al candidato Presidente, una targa raffigurante la tessera numero 1 del movimento, denominato “Punto e a Capo”, annunciando, tra l’altro, diverse iniziative nei prossimi mesi sul territorio; Gianni Chiodi, dunque, ha promesso di essere presente alla prima manifestazione pubblica che organizzerà la stessa associazione.

domenica 16 novembre 2008

Vasto, GIANNI CHIODI ACCOLTO DA UNO SCROSCIO DI APPLAUSI AL POLITEAMA RUZZI

Chiodi: "Non vorrò essere il Presidente, ma il Sindaco dell'Abruzzo"

Una folla di pubblico al comizio di ieri del candidato alla Presidenza della regione Abruzzo per il centrodestra, Gianni Chiodi, tenutosi presso il Politeama Ruzzi intorno alle 18:30.
Il candidato Presidente, accolto da uno scroscio di applausi, si è presentato alla cittadinanza vastese dicendo: "Non vorrò essere il Presidente, ma il Sindaco dell'Abruzzo".
Chiodi ha affrontato tutti i temi senza illudere chi lo ascoltava, ma snocciolando punto per punto i problemi della nostra regione e proponendo una soluzione ad ognuno di essi, tenendo sempre i piedi per terra. "Dovremo fare un sacrificio comune per risollevare le sorti della nostra regione", ha detto Chiodi. "Non voglio illudervi - ha spiegato - come fa il candidato del centrosinistra che promette cose non fattibili, ma voglio lavorare con voi per un Abruzzo degno di questo nome!"
E poi il riferimento alla mala politica: "In questi anni abbiamo mangiato la torta con tutte le posate.Ora questa torta, cioè l'Abruzzo,va ricostruita con sacrificio dei politici, dei cittadini, degli imprenditori;insomma, di tutti gli abruzzesi di buona volontà che vogliono partecipare al progetto di 'Casa Abruzzo'."
Particolarmente sentito dal canddato del centrodestra, il tema del sociale: "Bisognerà investire sul sociale e soprattutto sui giovani, che sono il futuro della nostra regione, senza, naturalmente, dimenticarci degli anziani e dei più deboli."
Insomma, un intervento a tutto campo, quello di Chiodi, che nella mattinata di sabato, ha incontrato anche le associazioni socio culturali, gli imprenditori, e le associazioni sindacaliste.

Vasto, TERMINAL BUS, BAGNI CHIUSI DA ANNI E POCHE PENSILINE E PANCHINE

Si lamentano studenti, cittadini vastesi e pendolari: “Quanto tempo bisogna ancora aspettare?”

Dopo anni dall’inaugurazione del Terminal bus di Via Conti Ricci e nonostante le numerose richieste e sollecitazioni, i bagni continuano a rimanere chiusi e le pensiline e le panchine ove attendere i bus, continuano a rimanere poche.Nei giorni scorsi, causa pioggia, i disagi si sono accentuati. File nel vicino bar per andare in bagno, e studenti ‘fradici’ di acqua a causa delle poche pensiline a disposizione, rispetto ai fruitori del servizio bus.“Quanto tempo ancora bisogna aspettare per aprire i bagni?” – chiede polemicamente un ragazzo. “Ogni volta che piove, venire a prendere l’autobus, è come portare una croce sulle spalle – spiega una signora – perché se si devono attendere cinque minuti, tra ombrello e valige, ci si bagna comunque.”Eppure questo disservizio è stato più volte fatto presente. “Non ci fossero i bagni, pure,pure! Quel che da fastidio e innervosisce, è che ci sono, ma non li hanno mai aperti! Si può sapere perché non lo si fa?” – si chiede arrabbiato un signore che utilizza tutti i giorni l’autobus per andare a lavoro; non è possibile – prosegue – dovere andare sempre al vicino bar o nascondersi dietro gli alberi per espletare i bisogni fisiologici. E’ vergognoso che non si riesca a mettere in funzione i wc.”Insomma, è un problema sentito quello dei disservizi al terminal bus, anche perché molto frequentato, soprattutto da studenti. Chissà se l’Amministrazione Comunale deciderà di metterci mano. Finora,a quanto pare, non si è mosso nulla…

Marco di Michele Marisi