sabato 5 luglio 2008

DI STEFANO A "RADIO CITTA' FUTURA"

Giovedì 3 Luglio, il Coordinatore Regionale di AN/Pdl, Sen Fabrizio Di Stefano, è stato ospite di una trasmissione radiofonica di “Radio Città Futura”, in cui si è confrontato con l’On. Pier Paolo Baretta (Pd). L’argomento di discussione, sono state le misure finanziarie del Governo.

SEMAFORI PER FINTA. Incidenti e multe

I Cittadini protestano

Viali con tigli fioriti, alberi rigogliosi.Tutto bene. Se non fosse che i rami coprono i semafori. E incroci pericolosi,come quello di C.so Mazzini con Via Pitagora, ove non sono mancati incidenti, in quanto gli automobilisti provenientida C.so Mazzini, non vedono se la luce del semaforo indica l’ ‘alt’ o il ‘via libera’. Proteste dei cittadini, alcuni dei quali si sono visti elevare contravvenzioni per non aver rispettato il ‘rosso’. Il Comune non ha previsto un piano di potatura estiva o di sfrondamento di quei rami che impedisconola visibilità dei semafori e dei cartelli, se non in qualche punto, ad incidenteavvenuto. Lo stesso vale per i semafori coperti dai cartelli stradali, come quello sulla Histoniense (nella foto); qui, una indicazione dei centri perl’impiego, copre il semaforo.

Marco di Michele Marisi

Rifiuti, MENIA (AN/Pdl): NECESSARIO EDUCARE FIN DA BAMBINI ALLA CULTURA DEL BELLO AMBIENTALE

"A breve, un programma didattico di educazione ambientale, nelle scuole"

"L'educazione dei cittadini alla raccolta differenziata, alla cultura del pulito e del bello ambientale, è un passaggio molto importante nel delicato compito che il Governo sta portando avanti per fronteggiare l'emergenza rifiuti. Questo avverrà, come descritto nel dettato normativo del decreto, non solo attraverso i canali mediatici, iniziativa ribadita ieri dal Presidente Berlusconi, ma anche attraverso un accordo tra i ministeri dell'Ambiente e dell'Istruzione ,per un programma didattico nelle scuole, che parta già dai gradi inferiore. L'obiettivo, è far sì che già da bambini, si capisca l'importanza della raccolta differenziata, a gestire i rifiuti, a non buttare le carte a terra, o a fare cumuli di immondizia e magari dargli fuoco, per il piacere della camorra". Lo ha affermato il Sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia (nella foto) nel corso di una videochat sul sito http://www.alleanzanazionale.it/

SERVIZIO POLFER: SI VENTILA DI NUOVO LA SOPPRESSIONE

Il Siulp: “Vasto non è più una Città sicura”

Nonostante nel recente incontro tra l’Amministrazione Comunale di Vasto, e il Siulp, il Sindacato dei lavoratori della Polizia, quest’ultimo ha disegnato una ‘situazione sicurezza’ alquanto disastrosa nel nostro territorio, continua a fare eco la voce che il servizio di Polizia Ferroviaria nella stazione Vasto-San Salvo, voglia essere soppresso.Questo, stando alle ultime indiscrezioni che trapelano molto sottovoce, per evitare che si scateni la protesta. Come quella inscenata qualche mese fa dal “Comitato Cittadino per la Sicurezza e la Legalità” che aveva di fatto scongiurato l’eliminazione del servizio di Polizia Ferroviaria, allorquando se ne parlava incessantemente, fino ad essere arrivati alla decisione, addirittura, di procedere appunto alla soppressione. Raccolta firme, protesta quasi sulle rotaie, e quant’altro, avevano evitato che un servizio fondamentale, quale quello della vigilanza, venisse eliminato.Si è riscontrato, infatti, più volte, che in stazioni ferroviarie importanti come quella di Vasto-San Salvo, il servizio in questione, sia molto importante, soprattutto la notte, allorquando la stazione è deserta, ed è pericolosissimo, per una donna od una persona anziana, ma anche per un uomo, scendere dal treno, e raggiungere il parcheggio antistante.Ma non solo. Un controllo è necessario perché molti malavitosi,per lo più pugliesi e campani, in animo di venire a rubare o compiere piccoli scippi e rapine dalle nostre parti, prendono proprio i treni per giungere dalle nostre parti,e, più volte, sono stati intercettati e fermati dalla Polfer,.Sopprimere il servizio di Polizia alla stazione, dunque, sarebbe l’ennesima penalizzazione del territorio, dopo la chiusura della biglietteria, e l’eliminazione dell’aliscafo che portava alle isole Tremiti.Insomma, mentre il Siulp disegna una situazione assolutamente non buona sotto il profilo della sicurezza, e sottolinea che a fronte di un organico di 42 poliziotti che dovrebbero essere in servizio presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza,che ne sono solamente 20, alla stazione ferroviaria si vogliono ‘eliminare’ gli agenti. E intanto, nonostante i continui solleciti del Sindacato dei Lavoratori della Polizia, all’Amministrazione Comunale, di installare telecamere a circuito chiuso nei luoghi più a rischio di Vasto, il Sindaco Lapenna sembra…fregarsene.

Marco di Michele Marisi

giovedì 3 luglio 2008

IL SINDACO DI PESCARA E SEGRETARIO REGIONALE DEL PD, LUCIANO D'ALFONSO, INDAGATO PER CORRUZIONE, CONCUSSIONE E FALSO

Perquisita la sua abitazione e gli uffici comunali

Il Sindaco di Pescara e Segretario Regionale del partito di Walter Veltroni, ha ricevuto informazioni di garanzia in cui si ipotizzano i reati di corruzione, concussione, truffa aggravata e falso. Luciano D'Alfonso (nella foto), e' coinvolto in due inchieste diverse. Perquisiti la sua abitazione e gli uffici comunali. Le indagini riguarderebbero la presunta richiesta di denaro alle imprese in cambio di atti amministrativi favorevoli, e l'utilizzazione di fondi del Comune per fini elettorali.

SPATARO E LA STAMPA

Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro (nella foto), nonché sindacalista della A.N.M., fa sapere che con il blocco o la riduzione delle intercettazioni fino alla conclusione delle indagini preliminari il Governo mette una “pietra tombale sulla libertà di stampa”! eccolo il pericolo per la democrazia. “I cittadini hanno il diritto di conoscere i fatti”. “Il vero problema - continua Spataro - e’ un abuso della stampa per fini scandalistici, nell’impossibilita’ nel sistema attuale di impedire intercettazioni che non hanno rilevanza per l’interesse pubblico. Non si capisce la correlazione fra questo problema e la restrizione per i magistrati della possibilità di usare intercettazioni: avrebbe senso piuttosto estendere il segreto, e inasprire le pene per chi pubblica intercettazioni integrali”. Io vorrei chiedere al dott. Spataro, se si rende conto che, a fronte della pubblicazione di un verbale o di una telefonata, c’è uno che riceve ed uno che invia: se chi riceve è giornalista starà alla sua coscienza pubblicare quanto è venuto a sapere, se in toto o in parte: ma il “venditore” di verbali è stato mai individuato? Se si con quali conseguenze? Personalmente ho insegnato per tant'anni e, in qualità di professore di Scienze, avevo un laboratorio, così come il professore di Fisica, di Informatica, di Impianti e tante altre discipline: ebbene il responsabile primo con una sorta di “responsabilità oggettiva” (come nel calcio) era il docente con il capo dell’ufficio, il Preside. Perché con la fuga di notizie, non si “affida” analoga responsabilità oggettiva al magistrato titolare dell’inchiesta? O si deve pensare che sia lui stesso il responsabile della fuga di notizie sia per una certa visibilità sulla stampa, sia per un certo gusto sadico nello “sputtanare” il VIP?

E.B.

Regione, DI STEFANO (AN/Pdl) INTERVIENE SUI FAS

“Prendiamo atto con piacere che, a distanza di tre anni dal loro insediamento, l’esecutivo regionale e la maggioranza di centrosinistra abbiano iniziato a prendere in considerazione il ruolo della rappresentanza parlamentare abruzzese per dirimere le questioni derivanti dal rapporto tra il governo nazionale e la Regione Abruzzo” è quanto dichiara il Senatore Fabrizio Di Stefano, Coordinatore Regionale di AN/Pdl (nella foto), in merito all’esito del Consiglio Regionale straordinario, sui fondi per le aree sottoutilizzate che ha approvato un documento nel quale si impegnano il Presidente della Giunta, e la delegazione parlamentare abruzzese, ad attivarsi per scongiurare il taglio dei fondi Fas alle Regioni.“Tale inversione di rotta è sintomatica: da un lato si riconosce la validità del lavoro che i parlamentari abruzzesi, in specie quelli di maggioranza, hanno fatto e possono fare – ha proseguito Di Stefano – dall’altro si ammette che, nella precedente legislatura del governo Prodi, altrettanta fiducia non poteva essere riposta negli allora rappresentanti abruzzesi a Roma, se è vero che mai era stato fatto loro appello o era stato formalmente richiesto il loro sostegno alle iniziative regionali”.“Da parte nostra – conclude l’esponente di AN/Pdl – continueremo a fare il lavoro per il quale siamo stati eletti: difendere l’Abruzzo, le sue prerogative, e valorizzarne le sue opportunità di sviluppo e di crescita, quelle stesse che l’attuale Giunta regionale, ha mortificato con tasse, sprechi ed inefficienze, e con la totale assenza di ogni strategia che andasse in tale direzione”.

DI PIETRO E LA FIGLIA

«Io sono sempre stato a difesa della legalità»: anche se ci sono di mezzo i figli. Anna Di Pietro, studia alla Bocconi, e nel 2006, viene assunta dalla Editrice Mediterranea, che pubblicava il giornale dell’IdV, ma in redazione non viene mai vista, neanche per ritirare la busta paga (mai ritirata, ma i contributi sono stati pagati e da chi?). L’assunzione è finalizzata allo svolgimento del praticantato necessario per sostenere l’esame di giornalista professionista: in realtà Anna non ha mai lavorato e nel luglio 2007, Tonino pone fine al rapporto di lavoro tra l’editrice ed il giornale, riprendendo la titolarità della testata. A Gennaio, dallo staff di Di Pietro (mai personalmente!) con una serie di telefonate, viene chiesto alla direttrice Delia Cipullo, di certificare l’avvenuto praticantato di Anna che, a fronte di una posizione contributiva “formalmente“ corretta, non presenta una reale partecipazione alla vita del giornale: dice la Cipullo «Non firmo la certificazione perché non sussistono gli estremi per farlo. Il praticante deve stare in redazione e io Anna Di Pietro non l'ho mai vista nemmeno una volta. Non ha mai ritirato le buste paga. A tutt'oggi è ancora una dipendente della Editrice Mediterranea, malgrado tutto, non l'abbiamo licenziata. Però fino ad ora non ha mai lavorato, e quindi non posso firmare alcunché». Una questione di rispetto della legge, in teoria lui dovrebbe capirlo, ma, si sa, i figli “so' piezz 'e core”, e un uomo che fonda le sue fortune politiche sulla fama di rigoroso cultore delle regole ,non può farsi beccare in un plateale fallo di nepotismo. Se il comportamento di Berlusconi che “raccomandava” attrici e veline, senza che ne avesse un utile, viene definito da Tonino come assimilabile a quello del “magnaccia”, si può usare la stessa espressione nei suoi confronti (con l’aggravante che c’è un interesse personale nella vicenda).

E.B.

Regione, CASTIGLIONE (AN/Pdl): COLPO DI MANO SUL PIANO COMMERCIO.UN MAXIEMENDAMENTO CANCELLA OGNI CONFRONTO

"Del Turco e Boschetti contro i piccoli e medi commercianti"

"Il 1° Luglio, è stata calpestata, per l'ennesima volta, la dignità di un Consiglio Regionale, che era stato convocato per confrontarsi sul piano di riordino del commercio, e si è vista imporre un maxiemendamento di un articolo e 153 commi, pensato in altre sedi e tirato fuori dal cilindro all'ultimo momento: un colpo di mano talmente sconcertante da aver messo in comprensibile imbarazzo persino molti colleghi di centrosinistra, evidentemente all'oscuro di tutto. Siamo all'esproprio proletario della democrazia, sostituita con i diktat di Del Turco". Così Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN/Pdl in Consiglio Regionale (nella foto), commenta "l'ennesimo atto di arroganza di una giunta palesementre inadeguata a programmare alcunchè e del tutto avulsa da un territorio che ha deciso di rottamare. Soltanto ieri - spiega il Castiglione - c'è stato un primo e unico incontro con le organizzazioni di categoria, e il piano non è stato neanche portato in Commissione consiliare, perchè il centrosinistra non è più in grado, da oltre un mese, di riunirle a causa della litigiosità dei rapporti interni alla maggioranza. Ci avevano offerto un'ora di tempo - racconta il Capopruppo di AN/Pdl - per esaminare il maxiemendamento, un'elemosina ignobile che abbiano rifiutato per rispetto di un'istituzione sempre più spesso umiliata da chi aveva interesse a mandare un segnale preciso a chi c'è dietro gli Iper e gli Outlet. Riguardo a questi insedimenti, in Abruzzo , siamo ben oltre la media nazionale, e il Consiglio Regionale avrebbe dovuto porre dei seri paletti per consentirli compatibilmente con le esigenze del territorio, ed evitare l'effetto domino che sta devastando il commercio regionale; ma non è andata così. A questo punto - conclude Castiglione - bisogna pensare subito a interventi legislativi di sostegno ai piccoli commercianti, specialemente nelle aree interne, dove svolgono un'attività che, prima ancora di essere di rivendita, è sociale e di servizio. Alleanza Nazionale per il Popolo della Libertà, a tal riguardo,presenterà un disegno di legge regionale per prevedere l'esenzione dall'Irap per queste attività".

FAMIGLIA CRISTIANA...TENDENTE AL BARBARO

Meglio le impronte o le violenze? Il dubbio su cosa voglia intendere l’articolista di Famiglia Cristiana, è legittimo: per questi cristiani le impronte digitali ai bambini Rom è causa di trauma: mentre le violenze familiari e l’addestramento e l’induzione al furto, vanno bene. E a Famiglia Cristiana vanno bene anche le retate dalla polizia che, con i cellulari, vanno a prendere i bambini ROM per portarli a scuola e non comprendiamo perché la polizia non debba fare lo stesso con i bambini delle altre etnie (compresa quella italiana, cioè i nostri figli!). Famiglia Cristiana sembra ignorare il fenomeno di bambini “rubati” e quale migliore sistema delle impronte digitali per un gruppo umano che per storia e abitudini è nomade, non ha fissa dimora? Quando e dove li mandi o li porti a scuola? Quante volte gli stessi bambini ROM sono stati “catturati” e riconsegnati alle famiglie perché minori? I filmati in televisione che mostravano le prodezze dei bambini ROM alla stazione di Milano, non hanno mosso alcun sentimento di umana pietà o di indignazione nei cronisti di Famiglia Cristiana. Qualche anno fa, in semplice transito dall’aeroporto di Newark perché diretto in altro stato,sono stato perquisito e letteralmente messo in mutande e scalzo dalla polizia di frontiera americana: per la sicurezza ogni stato fa quel che può e che, in qualche caso, deve fare. Tra l’altro, proprio quando Famiglia Cristiana “anticipava” la sua indignazione per l’ 'indegno' provvedimento del Ministro Maroni, si veniva a sapere che gruppi di bambini, venivano guidati attraverso i cellulari dai genitori (o comunque adulti) nei furti entro le abitazioni: il tutto condito da minacce di violenze anche sessuali, e Famiglia Cristiana NON si indigna!

E. B.

martedì 1 luglio 2008

Vasto, ARGIRO' (FI/Pdl): INVESTIMENTI A VASTO FATTI DALL'EX GIUNTA DI CENTRODESTRA

"Mauro Febbo è stato un Presidente-lavoratore"

Qui di seguito, un intervento del Consigliere Provinciale di FI/Pdl, Nicola Argirò, di San Salvo.

Sarà forse l'effetto del primo caldo torrido, certo è che anche questa volta il Presidente della Provincia Tommaso Coletti, non ha perso l'occasione per dare i numeri. Gli accade spesso sul Bilancio, stavolta gli è accaduto anche sulle opere pubbliche. Naturalmente i "suoi" numeri tendono a magnificare l'operato di un'Amministrazione di centrosinistra che, al contrario, in quattro anni e passa, ha scontentato tutti, tant'è che la sua Maggioranza non esiste più, nè in Consiglio Provinciale (vedi la fuga di Verdi, Udeur, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori) nè fra gli elettori (vedi i risultati su base provinciale delle ultime elezioni Politiche). Ma con i numeri non si scherza. E allora, rispondiamo al presidente Coletti, che nei cinque anni del governo provinciale guidato da Mauro Febbo, l'Amministrazione ha investito sulla sola Città di Vasto, per viabilità ed edilizia scolastica ,18.593.462,80 euro. Siamo molto lontani, dunque,dai soli 6 milioni di euro di investimenti che lui attribuisce all'Amministrazione di centrodestra, ma siamo distanti anche dai 16 milioni che Coletti dice di aver speso dal primo Luglio del 2004, al 30 Maggio scorso. Fra l'altro vogliamo ricordare a Coletti, e non per vantarcene, che i 16 milioni di cui parla, sono in buona parte riferibili ad opere avviate dall'Amministrazione che lo ha preceduto (vedi Istituto d'Arte) e non potrebbe essere altrimenti visto che la sua Amministrazione, al momento dell'insediamento, è stata travolta di liti furibonde sulla formazione della Giunta, liti durate mesi e che per mesi, hanno paralizzato anche l'attività amministrativa e dunque anche gli investimenti di cui almeno per il primo anno di amministrazione Coletti, non v'è traccia. I "nostri" investimenti, sempre per restare aderenti ai numeri reali e non fittizi, ma soprattutto ai fatti, si riferiscono solo agli appalti aggiudicati dall'Amministrazione di centrodestra e, se vuole, gliene possiamo fornire una lista dettagliata. A ciò bisogna doverosamente aggiungere altri significativi interventi ed ulteriori investimenti che la Giunta Febbo ha attuato sulla città Vasto: l'apertura di un modernissimo Centro per l'Impiego, l'apertura di un altrettanto efficiente Sede decentrata, la manifestazione Jobland che per tre giorni è stata dedicata alla formazione, al lavoro e all'orientamento dei giovani nel mondo del lavoro, le iniziative di promozione turistica e dei prodotti tipici, i concerti, le mostre. Credo che tutto ciò possa bastare, che non ci sia altro da aggiungere. La città di Vasto, dal centrodestra ha avuto molto, come altre realtà territoriali. Sotto l'Amministrazione Febbo, non sono stati privilegiati alcuni territori a scapito di altri. Coletti ha fatto esattamente il contrario:e alla fine neppure i suoi concittadini lo hanno voluto come Sindaco. Bocciato due volte!

domenica 29 giugno 2008

Provincia, FEBBO (AN/Pdl): "BUCO DI EUROBASKET:LA VERITA' SALTA FUORI !"

"15 milioni di euro di debiti solo per il campionato europeo di Basket. Una politica economica fallimentare!"

"Il centrosinistra finalmente lo ha ammesso: sugli Europei femminili di basket, grava il peso di un buco colossale": lo afferma il Presidente Provinciale di AN/Pdl, Mauro Febbo (nella foto). "La verità sul deficit, da noi più volte denunciata – spiega Febbo – è emersa quest’oggi con l’emendamento approvato in Consiglio Regionale che ha stanziato 5 milioni di euro per coprire parte del debito derivante dalla pessima gestione dell’evento sportivo". Prosegue l’esponente di AN/Pdl: "Questa è la risposta a chi ci ha accusato di fare del catastrofismo e, in spregio ad ogni regola di trasparenza, ci ha negato la possibilità di prendere visione degli atti con i quali volevamo dimostrare i numerosi pagamenti ancora inevasi. Adesso attendiamo che l’Amministrazione Provinciale, in un sussulto di dignità, riconosca i propri errori – il Presidente Provinciale di AN/Pdl e Capogruppo dello stesso Partito in Consiglio Provinciale – e spieghi come intende far fronte alla parte residua del debito che ricordiamo, secondo i bilanci del Comitato organizzatore, ammonta ad altri 10 milioni di euro, oltre ad interessi e spese legali; inevitabili, visto che i fornitori aspettano di essere pagati da oltre un anno".

Governo, MATTEOLI (AN/Pdl) : ENTRO IL 2011 DAREMO UNA CASA A CHI NON PUO' AVERLA

Ministro, la legislatura è iniziata da poco, cosa si augura di riuscire a fare?
«Il punto che mi sta più a cuore è sicuramente quello di veder ripartire le opere infrastrutturali nel nostro Paese perché sono indispensabili per lo sviluppo. La crisi economica ha colpito tutti i Paesi, ma l'Italia ha due problemi in più da risolvere: il peso del proprio debito pubblico e il ritardo nella realizzazione di grandi opere. Questo non ci rende competitivi».

Perché?
«Il nostro sistema è in gran parte costituito da piccole e medie imprese che devono reperire materie prime, finire il prodotto e consegnarlo. È chiaro che, in questo processo, il costo del trasporto ha un'incidenza notevole. Ma anche l'industria del turismo ha bisogno di infrastrutture efficienti. Oggi si va in vacanza per pochi giorni e non si possono impiegare tempi biblici per gli spostamenti».

Potrebbe indicare alcune opere che considera prioritarie?
«Sicuramente finire l'Alta Velocità. Poi ci sono le autostrade che mancano sia al Nord che al Sud. Una cosa che ci sta particolarmente a cuore, visto che stiamo parlando di ritardi ultratrentennali, è l'autostrada Cecina-Civitavecchia. È una vergogna non sia stata ancora realizzata. Anche perché, in questo modo, si penalizza oltremodo l'economia del Lazio. Pensi che dal porto di Livorno parte solo l'1% dei prodotti destinati al mercato laziale e questo perché non esiste un collegamento diretto».

Come intendete intervenire?
«Per quanto riguarda il progetto relativo alla competenza Toscana c'è già un accordo tra l'allora ministro Lunardi e il governatore Martini e non ho intenzione di rimetterlo in discussione. Per il Lazio, invece, ho recentemente incontrato il presidente Marrazzo che si è detto disponibile a presentare quanto prima un progetto».

A quando la posa della prima pietra?
«Ricordo che nel 1970 quando fui eletto Consigliere Comunale a Livorno uno dei primi atti che feci fu un ordine del giorno a favore dell'autostrada Cecina-Civitavecchia. Sono passati 38 anni. Oggi posso dire che, se Marrazzo rispetterà gli impegni presi, poseremo la prima pietra entro la fine del 2009».

Sciolto anche il «nodo Capalbio»?
«Lo abbiamo sciolto con l'accordo Lunardi-Martini e non intendo tornare indietro anche perché a quel tempo, come ministro dell'Ambiente, feci da mediatore tra le esigenze del governo nazionale e quelle degli enti locali».

Tornando al Lazio ci sono quattro opere che attendono di essere completate: la Roma-Latina-Cisterna-Valmontone, le complanari della A24, il raddoppio della Salaria, la Orte-Civitavecchia. Il suo predecessore ha firmato dei protocolli con la Regione Lazio. Vi impegnate a mantenere gli stanziamenti?
«Anzitutto vorrei sottolineare che, quando si parla del completamento Cecina-Civitavecchia, si intende fino a Formia. Poi dobbiamo sciogliere il nodo Orte perché Viterbo è tagliata fuori. Certo, dobbiamo fare i conti con le risorse».

Passiamo all'Alta Velocità. Dopo due anni di blocco potrete finalmente rimettere mano alla Torino-Lione.
«Anzitutto è bene precisare che il tratto di cui stiamo parlando è lungo circa 50 chilometri e, solo per dieci, interessa il nostro Paese. Comunque non è vero che siamo stati fermi. Quando, durante il precedente governo Berlusconi, esplose la protesta delle comunità locali, la nostra decisione fu quella di istituire un osservatorio tecnico presieduto dall'architetto Mario Virano che fu confermato anche da Romano Prodi. Contestualmente però, ed è questo che ha rallentato i lavori, l'esecutivo di centrosinistra decise di togliere l'opera dalla legge Obiettivo. Così siamo tornati alla conferenza dei servizi. In ogni caso, in questi anni, l'osservatorio ha lavorato e si è riunito circa 70 volte».

Quali sono i risultati di questo lavoro?
«Recentemente mi hanno chiesto di presiedere una seduta. Io ho accettato a patto di poter incontrare, subito dopo, i sindaci della zona. Ebbene, posso dirvi che ad oggi, i sindaci aprioristicamente contrari all'opera sono solo quattro. Tutti di Rifondazione comunista. Comunque lunedì 30 giugno i tecnici finiranno il lavoro e, proprio per questo, ieri si sono riuniti in "conclave" per stilare un progetto che contenga le modifiche necessarie. Da quel momento in poi comincerà la seconda fase che ci porterà alla realizzazione dell'opera. Un'opera che si deve assolutamente fare».

Anche qui la domanda è d'obbligo: termine dei lavori previsto?
«Servono dai 15 ai 20 anni. Per questo credo che possiamo prenderci 6 mesi di tempo in più per trovare un accordo che soddisfi tutti».
Recentemente lei ha parlato di una legge obiettivo per il piano casa. Può spiegarci tempi e modi?
«Io credo che, per evitare lungaggini, si possano riprendere alcuni meccanismi della legge obiettivo. In ogni caso vorrei sottolineare che il piano casa inserito dal governo nel Dpef è molto ambizioso. Credo che solo Fanfani, prima di noi, abbia fatto qualcosa di simile. È la prima volta che il problema viene affrontato in maniera strutturale. Il piano partirà subito. Ho già nominato un sottosegretario che si occuperà solo di questo. Ogni Regione dovrà assegnare delle aree da adibire alla costruzione delle abitazioni e poi farà le graduatorie».

Insomma, si procede spediti?
«Da sindaco di una cittadina di 15.000 abitanti mi sono trovato ad affrontare molti problemi di questo tipo. Le assicuro che esistono sacche di disperazione enormi. Famiglie di quattro-cinque persone che vivono in 35 metri quadri e questo accade in un comune, come quello di Orbetello, che viene solitamente considerato ricco. È un problema serio che va affrontato subito. Ho già ricevuto la disponibilità di diversi privati».

Possiamo dire che, entro la fine della legislatura, avrete consegnato le chiavi di casa a qualche inquilino?
«Assolutamente sì anche perché, se così non fosse, avremo fallito».

Come farete con quei comuni, come Roma, che hanno poche aree a disposizione: procederete con gli espropri?

«Fin quando è possibile è sempre meglio evitare gli espropri perché significa dare il via a un processo fatto di ricorsi al Tar e proteste che, spesso, blocca i lavori per anni. Il punto è che ci sono Comuni che, pur avendo aree disponibili, preferiscono affidarle ai privati. Per questo credo che occorra fare una ricognizione completa».

A proposito di velocità. Oggi, per fare una strada, servono 18 autorizzazioni. Crede sia necessaria una nuova legge Urbanistica?
«Da anni parliamo di snellire le procedure. Molti sono convinti che questo coinciderebbe con una diminuzione dei controlli, ma non è così. Aumentiamoli pure i controlli, ma snelliamo le procedure. È indubbio, ad esempio, che il meccanismo della conferenza dei servizi fa perdere un sacco di tempo. La nostra priorità è semplificare. Non è un caso che sia stato istituito un dicastero ad hoc».

I privati sono molti interessati al piano casa, ma è così anche per le grandi opere?
«Partiamo da un assunto: nelle casse dello Stato non ci sono soldi sufficienti per realizzare le grandi opere. I privati sono molto interessati al settore ma, in cambio, chiedono allo Stato date e regole certe. La politica deve dare queste risposte. E io credo che noi possiamo farlo perché davanti abbiamo un'intera legislatura. In ogni modo vorrei ricordare che non esiste Stato in Europa capace di realizzare grandi infrastrutture con i propri soldi».

In ogni caso il Ponte sullo Stretto rimane una priorità?
«Il governo Prodi aveva accantonato l'opera e, proprio per questo, la società incaricata della costruzione rischiava di chiudere. Il mio primo atto da ministro è stato quello di inviare una lettera ai vertici dell'azienda a cui ho ribadito il carattere prioritario del Ponte. Tra l'altro, dopo la sua nomina, ho incontrato il commissario europeo Tajani che ha la delega ai Trasporti e con il quale ho parlato dei fondi che dovrebbero arrivare dall'Europa. È tutto in itinere, ma credo che entro la fine della legislatura avremo posto la prima pietra. Altrimenti vorrà dire che abbiamo fallito».

Dossier Alitalia. Ci sono novità?
«Confesso che faccio un pò di difficoltà a parlarne perché la situazione è molto delicata. Ho parlato con il dottor Passera che sta lavorando e mi ha detto che, tra 10 giorni, ci relazionerà sullo stato degli accordi raggiunti. So che ci sono diversi sono privati interessati all'operazione. Non ho parlato invece con Tremonti ma, leggendo le sue dichiarazioni, mi sembra che abbia dato speranza per una soluzione positiva della vicenda. Dalle sue parole, inoltre, ho l'impressione che il piano Ermolli sia decaduto. In ogni caso l'obiettivo del governo resta quello di dare un progetto industriale ad Alitalia. Non ci interessano piani finanziari».

Cosa può dirci invece su Ferrovie dello Stato. Il bubbone è pronto a scoppiare?
«Lo stato dell'arte è che ci sono alcune linee ampiamente attive e altre no. Detto questo sappiamo che c'è un aspetto sociale che non possiamo ignorare e che quello ferroviario è un servizio che va garantito. In ogni caso vorrei raccontarle un aneddoto. Quando ho incontrato Moretti mi ha detto che c'era una linea ferroviaria da Reggio Calabria a Bari dove, su una capienza potenziale di 600 passeggeri, ne viaggiavano in media 32 e ci costavano complessivamente 3 milioni di euro. Gli ho detto di chiudere immediatamente il collegamento. Certo la stessa cosa non può avvenire per quelle tratte che, pur in rimessa, sono fondamentali per i pendolari. In ogni caso credo che due cose vadano fatte subito: internazionalizzare le nostre ferrovie e prevedere un solo macchinista per treno. Non esistono paesi in Europa in cui ci siano 2 macchinisti. Ma per fare questo, ovviamente, serve un confronto con i sindacati».

Lei ha appena siglato un accordo che ha scongiurato lo sciopero dei Tir. Non è che i costi di questa intesa ricadranno sugli utenti finali?
«L'accordo prevede aspetti normativi e aspetti economici. Abbiamo sbloccato risorse già previste per l'autotrasporto e, contemporaneamente, ci siamo impegnati a reperirne altre. I rappresentanti degli autotrasportatori hanno firmato, me lo hanno detto chiaramente, perché hanno fiducia nel fatto che manterrò le promesse fatte. E questo mi fa sentire maggiormente responsabile».

Lei è stato sempre un fautore del dialogo, anche con i magistrati. Come vive questo momento di scontro?
«Io non ho mai fatto dichiarazioni sui magistrati perché rispetto il loro lavoro. Ma certo non posso fare a meno di notare che ce ne sono alcuni che lavorano nella aule dei tribunali e parlano attraverso le sentenze, mentre altri preferiscono parlare e fare processi in televisione. Allo stesso modo mi trovo costretto a sottolineare un certo accanimento nei confronti del presidente Berlusconi. Noi tutti ricordiamo cosa accadde nel 1994: che bisogno c'era di inviare un avviso di garanzia a mezzo stampa colpendo non solo la persona, ma l'immagine di un intero Paese? È evidente che ci sono delle anomalie. Così come trovo anomalo che il Csm esprima il proprio parere senza aspettare che il Parlamento si pronunci. Non era la Corte Costituzionale che doveva esprimere giudizi sulla conformità delle leggi?»

Come vede il percorso de Il Popolo della libertà?
«Io sono sempre stato un tifoso del partito unico. Ricordo che, quando con Fini andammo a siglare l'accordo per la lista unica, sentii che si realizzava qualcosa di più di una semplice lista elettorale. Oggi, nonostante coloro che sostenevano che la legge elettorale favoriva la frammentazione, abbiamo un sistema politico semplificato. Certo, nel centrodestra forse siamo stati meno bravi del Pd perché non abbiamo ancora fatto il partito unico, ma è una delle priorità. Tanto che presto comincerà il lavoro della commissione incaricata di stilare lo statuto e poi ci saranno i congressi. Io spero di arrivare alle elezioni europee con un partito unico».

E spera anche di recuperare Storace?
«Tutti sanno che io, fino all'ultimo, ho cercato di convincere Storace a non andarsene perché pensavo che Francesco potesse dare vita ad una propria corrente. Io non pongo mai veti sulle persone e quindi è chiaro che, se qualcuno vuole condividere idee e programmi del partito unico, è il benvenuto. Questo vale anche per l'Udc».

Il suo predecessore Di Pietro è, oggi, il più convinto oppositore del governo. Che eredità le ha lasciato?
«Di Pietro deve agitarsi, talvolta anche in maniera scomposta, per guadagnare spazi e non scomparire. Quanto all'eredità ricevuta devo dire che, in molti casi, il mio predecessore è stato costretto a bloccare una serie di opere per i veti di parte della sua maggioranza. L'elenco è abbastanza lungo ma il fatto che Di Pietro abbia condiviso l'impianto della legge obiettivo mi fa dire che ha condiviso anche il nostro progetto di realizzare infrastrutture nel Paese».

Spiaggi di Punta Penna e Mottagrossa: I BAGNANTI LAMENTANO LA SPORCIZIA

“Non è delle più pulite, anzi, la Spiaggia di Punta Penna, a due passi dalla Riserva naturale di Punta D’Erce”.E’ la lamentela che più si sente in questi giorni di caldo torrido a Vasto, allorquando, chi può, preferisce stare al mare a refrigerarsi.
Ma quando si esce dall’acqua per distendersi al sole, ecco che bisogna scansare la sporcizia presente sulla sabbia. Buste e bottiglie di plastica, cassette di polistirolo, cotton fioc e quant’altro il mare, durante la stagione invernale, con le mareggiate, ha riversato sulla spiaggia.
“Quest’anno, evidentemente, il Comune di Vasto, non ha provveduto alla pulizia di quest’area, e né probabilmente è partito il progetto che ogni anno vede impegnati i carcerati della vicina casa Circondariale di Torre Sinello, con guanti e bustoni” – ha aggiunto un assiduo frequentatore di quel posto che si chiede: “Ma la società che gestisce i box in quell’area, non ha anche il compito di tenere pulita la spiaggia? Visto che viene anche pagata?”
Non è certo un bel biglietto da visita per una Città come Vasto, in cui la stagione balneare è cominciata, e dovrebbero arrivare i turisti. Speriamo un po’ di più dell’anno scorso…

Marco di Michele Marisi