sabato 8 dicembre 2007

ATTENTATO INCENDIARIO AI DANNI DI UN’IMPRENDITORE VASTESE. A FUOCO LA SUA AUTO. Cresce l’insicurezza a Vasto

Crescono gli episodi criminosi a Vasto.Ultimo, l'attentato incendiario in Via Marco Polo.Un'auto, Toyota Rav4, è stata data alle fiamme l'altra notte.A subire il danno è stato M.I., imprenditore vastese, il quale, già in passato, aveva subito intimidazioni di questo tipo.
Non di molto tempo fa,inoltre, è l'incendio appiccato vicino delle barche sulla spiaggia tra Vasto e San Salvo Marina a danno di alcuni pescatori locali i quali, il giorno dopo, hanno trovato distrutti i loro mezzi di lavoro e la sparatoria avvenuta in un negozio di Corso Mazzini, il cui protagonista, è già stato identificato ed arrestato.
Insomma, crescono gli atti vandalici ma, ancor più temibili, gli attentati ai danni di Vastesi i quali cominciano a sentirsi sempre meno sicuri.Prosegue, pertanto, la raccolta firme del "Comitato Cittadino per la Sicurezza e la Legalità" presso negozi ed on-line.
Firmate numerosi! Noi, abbiamo voglia di sicurezza!

da: www.hovogliadisicurezza.org

Governo, MATTEOLI (AN) : PRODI GIOCA AL MASSACRO. INTERVENGA NAPOLITANO

(Nella foto, il Presidente dei Senatori di AN, Altero Matteoli)

"Rispettiamo le prerogative costituzionali ed istituzionali del Capo dello Stato, ma un suo autorevole intervento ci sembra opportuno". Lo dichiara il Presidente dei Senatori di AN, Altero Matteoli, in riferimento al voto di fiducia con il quale il Governo ha approvato il decreto sicurezza. "Ormai siamo alla pratica sfrontata del gioco al massacro, di cui paga le spese il Paese - aggiunge - e, in questa circostanza, in particolare la sicurezza dei cittadini che non potrà essere assicurata da un decreto beffa, inutile e dannoso".
"Ieri il Governo e la maggioranza hanno toccato il fondo: l'irrazionalità e la confusione regnano sovrane come mai era accaduto nella storia della Repubblica. Persa la maggioranza politica e salvato a ripetizione dai non eletti - insiste Matteoli - Prodi pur di non farsi staccare la spina ha inserito di soppiatto nel decreto sicurezza una norma estranea e dopo la sua approvazione ha già promesso che la cancellerà alla Camera. Intanto, ha incassato il risultato, vedremo nei prossimi giorni se le sue sono solo promesse da marinaio come è naturale sospettare".

venerdì 7 dicembre 2007

Sicurezza, FINI: IL GOVERNO PONE LA FIDUCIA PER COPRIRE PROPRIE INSANABILI DIVISIONI

(Nella foto, il Presidente di AN, On. Gianfranco Fini)

"Il Governo è stato costretto a mettere la fiducia sul decreto sicurezza per coprire le proprie insanabili divisioni". Così il Presidente di AN, Gianfranco Fini, commenta la decisione del governo di porre la fiducia sul decreto sicurezza. "Era largamente probabile", sostiene il leader di AN, in quanto senza "il provvedimento sarebbe stato bocciato". "Ci sono richieste in palese contraddizione tra loro - osserva ancora Fini - con la sinistra radicale che voleva un decreto ancor meno efficace di quello in discussione e i pochi, minoritari, segmenti della maggioranza che volevano il decreto così come era uscito dal Consiglio dei ministri. Rifugiandosi ella fiducia il governo salva forse se stesso".
Sul pranzo con Casini e Montezemolo, il leader di AN spiega di aver discusso "delle questioni connesse alle riforme: non è un mistero che Confindustria chieda alla politica di farsi carico dell'efficienza del sistema Italia, un assetto di Stato, una forma di Governo, una legge elettorale

giovedì 6 dicembre 2007

FINI: AN LAVORA PER UN NUOVO CENTRODESTRA SENZA DIKTAT

(Nella foto, il Presidente di AN, On. Gianfranco Fini)

"L'unità del centrodestra è un valore, ma non può essere un diktat. Alleanza Nazionale non confluisce in nessun partito e non si scioglie, ma considera un nuovo centrodestra l'obiettivo su cui lavorare. Perché se vogliamo battere Prodi e mandarlo a casa dobbiamo stare tutti insieme". Così il presidente di AN, Gianfranco Fini, durante un incontro con i cittadini al Teatro Ghione di Roma. Il leader di AN considera "doveroso ed elementare" chiedere "a Berlusconi chiarezza sui valori sui programmi e sulle regole condivise. In assenza di tutto questo ognuno tesserà la sua tela e alla fine chi avrà più filo da tessere vincerà". "Stiamo ai fatti - ha spiegato Fini - Berlusconi ha detto che la CdL era un ectoplasma. Ha fondato un nuovo partito lasciando le porte aperte a tutti e dicendo 'amici come prima'. Le cose sono un po' più complicate, perché i partiti non nascono come funghi dopo le piogge, non si sciolgono o si creano dalla sera alla mattina. Noi siamo convinti che l'unità del centrodestra è un valore e non un colpo di bacchetta magica". "Se dobbiamo fare una casa insieme - ha continuato il leader di AN - servono regole come in un condominio altrimenti non è più una casa ma un'altra cosa".

mercoledì 5 dicembre 2007

BERTINOTTI, UNIONE E GOVERNO : UN FALLIMENTO ! Matteoli (AN) : sono nati morti, non falliti

(Nella foto, Altero Matteoli, Presidenti dei Senatori di AN)

Anche Fausto Bertinotti prende atto che il centrosinistra ha fallito nella sua azione di Governo. Il Presidente della Camera, in un'intervista a Repubblica, dice di non voler fare previsioni sulla durata dell'esecutivo, ma ammette che "in questi ultimi due mesi tutto è cambiato e una stagione si è chiusa". Bertinotti è molto duro nei confronti di Romano Prodi a cui imputa le cause della crisi politica che attanaglia tutto il centrosinistra e il forte disagio che si è manifestato tra la gente e in particolar modo negli ambienti della sinistra massimalista: "Il governo che sopravvive - osserva il presidente della Camera - ha alimentato le tensioni e accresciuto le distanze dal popolo e dalle forze della sinistra".Altero Matteoli giudica le parole di Bertinotti come una presa d'atto tardiva e incompleta, "Più che fallito - sottolinea il Presidente dei Senatori di AN - potrebbe dirsi a ragione che questo governo è nato morto, travolto in grembo dalle sue contraddizioni politiche d'origine. Lontano dalla gente, ha determinato condizioni di vita peggiori per chi lo ha votato e più in generale per tutti i cittadini. La presa d'atto tardiva di Bertinotti - aggiunge Matteoli - è anche incompleta ed offre una prospettiva utopistica: da un canto il Presidente della Camera - che interviene ancora una volta come se fosse il segretario di Rifondazione comunista - parla di fallimento di Prodi senza consigliare ai suoi compagni, come sarebbe coerente, di staccare la spina al Governo; dall'altro auspica per gennaio una virata più a sinistra dello stesso Governo. Una prospettiva - conclude il capogruppo di AN - che non sta in piedi politicamente e che non avrebbe neppure i numeri Parlamentari per affermarsi".Pierferdinando Casini ricorda a Bertinotti che "il Governo avesse fallito l'abbiamo detto da un pezzo. Sono d'accordo con lui, del resto lo dicono tutti gli italiani. Non c'è un governo - aggiunge il leader dell'Udc - così distante dai problemi della gente come questo che, per tenersi in piedi, tutti i giorni paga il prezzo di non governare". Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia cristiana per le Autonomie, parla di schiaffo alla maggioranza, "che suona come una severa bocciatura del centrosinistra alla guida del Paese".

LOTTA AL NEUROBLASTOMA: L' "ASSOCIAZIONE CUTURALE SOFIA" SCENDE IN PIAZZA SABATO E DOMENICA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

L'Associazione culturale ''Sofia'', in collaborazione con l'associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, l'8 e il 9 dicembre prossimi sarà in Piazza Rossetti per sostenere la ricerca per la lotta questa patologia, prima causa di morte dei bambini nell'età prescolare che ha origine nel sistema nervoso simpatico e si presenta nella maggior parte dei casi con metastasi allo scheletro e al midollo. ''La raccolta di fondi - spiega il Presidente del sodalizio Antonio Monteodorisio - verrà svolta attraverso la vendita di cioccolato senza ogm e formelle natalizie di ceramica disegnate da Nunzio Ardiri. Con soli 5 euro è possibile contribuire a dare una reale speranza di vita per questi bambini. E' il primo appuntamento con la città dell'associazione ''Sofia'' e abbiamo scelto di scendere in piazza con un'iniziativa sociale, in questo periodo natalizio, per avere l'opportunità di confrontarci con un maggior numero di persone - ha concluso il Presidente - e far conoscere meglio la pluralità dei nostri interessi e dare maggiore efficacia a questo nostro intervento''. Il Neuroblastoma, prosegue la Vicepresidente dell'Associazione,Valentina Molino, è una forma tumorale che colpisce le cellule nervose dei gangli simpatici. Nell'età pediatrica è la terza neoplasia per frequenza dopo le leucemie e i tumori cerebrali. Può colpire soprattutto la ghiandola surrenale (presentandosi come una tumefazione addominale) e i gangli simpatici paraspinali (potendo comparire in qualsiasi tratto della colonna vertebrale: addominale e toracica). I sintomi più diffusi della malattia sono: febbri, anemia, inappetenza, ecchimosi intorno alle orbite. Le metastasi, frequenti e precoci, colpiscono le ossa, i linfonodi, il fegato e il midollo osseo. E' importante, quindi, sostengono i Consiglieri del Direttivo della "Sofia", Marco di Michele Marisi, Francesco Paolo Canci, Alessandro Desiati e Marco Scarpone, esserci e contribuire.

Caro vita, urgente politica di sostegno ai salari e di controllo sui prezzi. POLVERINI (UGL) : DEFINIRE LINEE DI AZIONE COMUNI

(Nella foto, Renata Polverini, Segretario Generale del Sindacato UGL)

Caro prezzi, bollette che scottano, affitti insostenibili. Mentre gli stipendi languono il costo della vita aumenta. “C’è un evidente problema salariale e sociale che va affrontato – sostiene il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini – per questo ci auguriamo che il governo voglia ascoltarci per definire insieme linee di azione che vadano verso la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente, troppo alta, e una politica di recupero del potere d’acquisto degli stipendi che frenano oggi i consumi e mettono in difficoltà gran parte delle famiglie italiane”. “Chiusa la partita sul Welfare, - conclude - che speriamo non debba incontrare altri ostacoli verso il traguardo dell’approvazione entro la fine dell’anno, l’attenzione del governo deve essere orientata a queste emergenze che richiedono misure serie sul fronte dei prezzi ma anche sul fronte salariale, questione che si lega anche all’altro annoso problema dei rinnovi dei contratti per i quali sono in attesa circa 6 milioni di lavoratori”. Priorità a cui neanche la finanziaria 2008 ha saputo dare risposte, se si eccettua l’emendamento che promette, e dubitarne è lecito, che il prossimo anno l’eventuale tesoretto (ma non tutto) sarà destinato a diminuire la pressione fiscale. L’Ugl continua a chiedere più aiuti per le famiglie, anche attraverso nuove leve fiscali, investimenti più sostanziosi per l’edilizia residenziale pubblica, più trasparenza sul fronte delle liberalizzazioni che, se nelle intenzioni dovevano agevolare il lavoratori, famiglie e cittadini, di fatto, rischiano di fallire i propri obiettivi.

Ufficio stampa UGL

Regione, DI STEFANO (AN) : "DA DEL TURCO OFFESE GRATUITE AD AN"

(Nella foto, Fabrizio Di Stefano,Consigliere Regionale di AN e Coordinatore Regionale dello stesso partito)

«Parlo in qualità di Presidente del partito dei mascalzoni» così ha esordito nel corso della seduta odierna del Consiglio Regionale l’esponente di AN, Fabrizio Di Stefano, per replicare “per fatto personale” al Presidente Del Turco che, nel corso della premiazione del “Silone”, aveva bollato le persone che stavano manifestando in difesa dell’ospedale di Pescina come “venti mascalzoni di AN”.«Vorrei ricordare a Del Turco – ha detto Di Stefano – che, durante la passata legislatura, abbiamo ospitato in Consiglio varie manifestazioni: dai lavoratori ex-Oliit ai precari della Asl di Avezzano, dagli Lsu della Val Vibrata ai cittadini di Palena, dai no-global ai cassintegrati del Polo elettronico aquilano, abbiamo ascoltato le loro ragioni, talvolta espresse anche duramente nei confronti del governo regionale, ma mai ci siamo sognati di affibbiargli qualifiche ingiuriose; in tutte queste occasioni lui non c’era, né come ministro, né come senatore ripescato, né come parlamentare europeo».«Leopardi sosteneva che “un uomo deve offendersi per le offese che fa non per quelle che riceve” – ha proseguito Di Stefano – e quanto affermato a Pescina da Del Turco è un sintomo di un’arroganza figlia dell’ignoranza: al di là che AN non ha né organizzato né partecipato alla protesta, l’insulto rivolto ad un partito importante per la vita civile dell’Abruzzo e dell’Italia è, prima di tutto, un’offesa al ruolo istituzionale che il governatore ricopre».«Nei confronti di Del Turco il nostro, di giudizio, possiamo esprimerlo già da subito – conclude Di Stefano – quello dei cittadini giungerà tra due anni, sempre se il Presidente avrà il coraggio di ricandidarsi: noi lo sfidiamo a farlo».

CRATERI SULLE STRADE. E' la volta di una piccola arteria nel centro di Vasto

(Nella foto, il "cratere" in questione)

Torniamo a parlare di disagi per segnalare, questa volta, un vero e proprio cratere presente al centro della strada che collega Via Ugo Foscolo con Piazza d’Annunzio.
Da come si può vedere nella foto, ampia e profonda è la buca che si estende su questa arteria. Non fosse altro perché è pericolosa, più che antiestetica. Infatti,di giorno, ma soprattutto di notte, questa costituisce un pericolo grosso sì per le sospensioni delle macchine, ma ancor di più per i motocicli che, con i propri conducenti,rischierebbero di finire a terra provocandosi seri danni.
E’ da mesi che la strada in questione è ridotta in queste condizioni e per fortuna,finora, nessuno è caduto nella “trappola”. Non si aspetti che arrivino denunce al Comune di Vasto di qualcuno che si è fratturato qualche arto…si intervenga subito per salvaguardare le sospensioni ma soprattutto l’incolumità di quanti, ogni giorno, transitano lì.

Marco di Michele Marisi

martedì 4 dicembre 2007

PREGI E DIFETTI DEL SIGNOR BELTRONI

(Nella foto, il signor Beltroni)

di MARCELLO VENEZIANI
Libero 2 dicembre 2007
Ma come sono buoni, Veltroni e Berlusconi. Più che buoni. Benigni. È stato lui, il Santo Patrono d'Italia, a sciogliere il ghiaccio tra i due Antagonisti e a riportarli uniti nella loro casa naturale, il video. Parlando del suo mirabile spettacolo fra Dante e Mastella, è sbocciato l'idillio tra Silvio e Walter: Galeotto fu lo show e chi lo scrisse. Per più fiate li occhi ci sospinse... Ma solo un punto fu quel che ci vinse... Benigni è il loro punto di sintesi perché entrambi si sforzano di sprizzare come lui ottimismo, entrambi come lui narrano che la vita è bella ed entrambi prendono in braccio la gente, seppure in modo figurato. Benigni è l'ideologo del loro compromesso, come Celentano è il precettore di Prodi e Beppe Grillo è l'erede universale delle opposizioni. Hanno smesso di considerarsi a vicenda cancri per il nostro Paese, preferiscono ora pensarsi come tumori Benigni. C'è qualcosa che li avvicina, quasi li unisce, nonostante siano lontani anni luce per indole e biografia. Qualcosa che non c'era ad esempio nel feeling tra Berlusconi e D'Alema o in quello più recente tra Veltroni e Fini o Casini. A vederli l'altro giorno insieme ho avuto questa strana impressione: mi è parso che tra i due ci fosse come un rapporto di parentela, seppure perverso. Così lontani così vicini in videoMa che c'entrano, lui milanese e lui romano, l'uno imprenditore e commerciante, l'altro politico e sinistrese, uno pratico e un po' caimano l'altro etico e un po' triglia, uno cinquantenne, l'altro settantenne, uno già democraxiano l'altro già comunista, uno bushista e l'altro kennediano... Dove può essere la parentela? Non so, ma li percepivo come zio e nipote, un po' come Paperone e Paperino. Avvertivo un legame. Qualcosa li lega, ma cosa? Che sono tutti e due figli del sogno americano, chi in un modo e chi nell'altro. Sì, fuochino. Che sono tutti e due postideologici, simulano il gergo dell'autenticità, sono piacioni. Vero, fuochino... Che sono comunicatori, che alla storia preferiscono la fiction, che alla cultura preferiscono lo spettacolo... Ecco, quasi ci siamo. Là mi è venuta un'immagine rivelatrice, un'apparizione: Mike Buongiorno. Avrete letto, avrete visto, avrete seguito Mike da Vespa. Ogni volta che presenta il suo libro autobiografico, Mike ringrazia con perfetto senso del bipolarismo o dell'opportunismo, fate voi, due persone: il padre di Veltroni e Silvio Berlusconi. E ogni volta appare la faccia del Cavaliere e la voce del piccolo Walter. Ecco, ci siamo: Mike, i quiz, l'America, la tv... Veltroni e Berlusconi sono nati dalla televisione, la loro incubatrice è il piccolo schermo. Entrambi si occupano, seppure da versanti diversi, di fiction e di cinema, uno con la Medusa e le berlusconate e l'altro con la festa e le veltronerie. Sono due leader televisivi. Berlusconi ha inventato la tv commerciale in Italia, Veltroni nacque in tv, suo padre era un ottimo dirigente della Rai delle origini, anche se omettono di aggiungere che Vittorio Veltroni si formò nell'Eiar fascista e fu il radiocronista entusiasta della visita di Hitler in Italia. Eccoli, i Romolo e Remo dello stesso ramo. Il loro linguaggio è pensato per gli spot e per i titoli dei tg, il loro occhio cerca le telecamere come il pupo cerca la tetta da ciucciare, credono che la realtà sia un'imitazione della tv, che l'essenza della verità sia lo share. Per carità, mi piace che si siano parlati e perfino che siano parenti. A vederli insieme sono stato contento. Perché si apre una stagione più civile di dialogo, meno cattiva, più rispettosa. Perché bisogna pur stabilire regole comuni, a cominciare dalla riforma elettorale, bisogna pur mettersi d'accordo su come giocare la partita. E poi perché il loro incontro indebolisce e azzoppa, se non fosse già fragile e claudicante di suo, il governo Prodi e manda una bella scossa agli alleati infidi di ambo i versanti, ai cespugli, i cecchini e le frattaglie. Così si fa, in una vera democrazia, perbacco; ci si incontra e si stabilisce che da domani in poi saremo avversari e non nemici, ci combatteremo senza disprezzarci, lavoreremo per un bipolarismo che vuole diventare bipartitismo. Bello, bello. Straniero in patria.Però, mi resta in bocca un riso amaro. C'è qualcosa che non mi piace, che non mi lascia felice e contento. A parte la diffidenza sugli esiti e sulle buone intenzioni. No, c'è altro. Non so voi, ma io in questo Paese mi sento ogni giorno più straniero, e capisco sempre meno gli usi e perfino la lingua: i nemici di oggi sono gli amici di ieri e viceversa, le pessime idee del sabato sono le magnifiche idee della domenica, si è proporzionalisti nei dispari e maggioritari nei pari, non fai in tempo ad iscriverti ad un partito che il suo stesso capo ne fonda uno concorrente al precedente, non fai in tempo a congratularti per aver trovato un Amico e un Nemico che i due si mettono d'accordo e tu resti lì come un fesso, a cercar di capire se devi considerarli amici ambedue o nemici entrambi, o se considerarli semplici conoscenti. Sono cresciuto in un Paese in cui l'opposizione al sistema non la faceva Beppe Grillo ma Giorgio Almirante, le prediche le faceva Pier Paolo Pasolini e non Adriano Celentano, i Nobel italiani li prendeva Eugenio Montale e non Dario Fo, nel mondo ci conoscevano per Fellini o Visconti e non per Nanni Moretti, e Dante in tv lo recitava Ungaretti e non Benigni. E mi lamentavo perché mi sembrava il peggiore dei mondi possibili... E ora che dobbiamo dire? Auguri Signori Beltroni, per i vostri benigni amplessi. Però, che ci facciamo su questo set di reality show?

IL CIELO DI VASTO : UN RETICOLO DI SCIE BIANCHE. La denuncia di "Fare Verde"

(Nella foto, di Mercurio Saraceni, le "scie chimiche" in questione)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ormai è un appuntamento fisso. Quasi tutti i giorni, con regolare presenza soprattutto di Domenica, è possibile osservare decine e decine di aerei che sorvolano i nostri cieli tracciando permanenti linee bianche. Qualcuno potrebbe pensare che sono aerei passeggeri che effettuano i loro normali voli di linea ma, a quanto pare, non è così. Sono aerei che, ad alta quota, si incrociano formando dei veri e propri reticoli bianchi con il rilascio di una lunga e persistente scia. Un fenomeno che è possibile osservare attentamente nei giorni in cui il nostro cielo si presenta sereno e sgombro di nuvole. Anche Domenica scorsa, numerosissimi aerei, hanno abbondantemente irrorato i nostri cieli con queste strane emissioni. Cosa sono? E, soprattutto, a cosa servono? A tal proposito è intervenuto Stefano Comparelli, responsabile del neo costituito circolo vastese dell’Associazione ambientalista nazionale “FARE VERDE”, il quale ha diramato il seguente comunicato:

Il gruppo “Fare Verde” di Vasto denuncia la costante pratica, attuata anche nel territorio del vastese, che prevede dei rilasci aerei di componenti tossici altrimenti definiti come “scie chimiche”.
Da circa un anno, riferisce Stefano Comparelli, è possibile constatare quasi quotidianamente sui nostri cieli, scie bianche confondibili, solo apparentemente, con le normali scie di condensazione che solitamente sono riscontrabili al passaggio di aeroplani. Diversamente da queste, però, le scie chimiche non scompaiono dopo il passaggio com’è normale che sia, ma permangono espandendosi fino a ricoprire in breve tempo in maniera uniforme tutte l’area di cielo sovrastante la zona del rilascio.
Questa pratica, per quanto poco conosciuta in Italia, è stata nel passato oggetto di studio scientifico negli Stati Uniti e successivamente ha portato studiosi, associazioni e gente comune, a denunciare e a chiedere risposte all’autorità sul perchè di quelle irrorazioni, ricevendo solo dopo vari anni delle parziali ammissioni con motivazioni poco credibili e smentite dalla componente scientifica che aveva studiato ed indagato su questa pratica.
Da vari anni questa attività è incominciata anche in Italia, e da un po’ di tempo i nostri cieli sono diventati spazi di irrorazione preferenziale come è possibile constatare con un minimo di attenzione da parte di ognuno.
“Fare Verde” denuncia questa situazione ed invita le autorità competenti, qualora non avessero informazioni in merito, a documentarsi per fornire ai cittadini spiegazioni su questi rilasci tossici che non possono trovare nessun avallo scientifico poiché incidono negativamente sulla salute di noi tutti.I rilasci, cosi come documentato scientificamente, sono composti costituiti per lo più da bario quarzo e alluminio, sostanze altamente tossiche che non possono trovare nessun fondamento e nessuna causale in alcuna motivazione sociale o scientifica. “Fare Verde” nei prossimi giorni annuncia iniziative volte a rendere consapevole la cittadinanza tutta, e raccolte di firme da presentare alle autorità al fine di ottenere spiegazioni e la cessazione di tale pratica sui nostri cieli.

lunedì 3 dicembre 2007

LA VIGNETTA


Regione, CASTIGLIONE (AN) : MARTEDI' IN AULA NS. PDLR SUI PICCOLI COMUNI

(Nella foto, Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN in Consiglio Regionale)

"Adesso basta. Abbiamo aspettato due anni e mezzo confidando che l'Assessore Regionale delegato ai piccoli Comuni D'Amico portasse la sua proposta di legge in commissione ma non è dato sapere dove sia seppellita. Nell'incontro con i sindaci dei piccoli Comuni avuto pochi giorni, AN ha assunto l'impegno di portare avanti - in continuità con quanto di concreto già fatto dal Governo Pace nella scorsa legislatura regionale - una politica concreta di tutela e valorizzazione dei piccoli centi dell'intero territorio abruzzese".E' quanto dichiara Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN, che di quel Governo Regionale è stato Assessore alle finanze: "Grazie alla nostra legge - ricorda - i piccoli Comuni ricevettero contributi importanti e la possibilità, tra le tante, di accendere mutui sino a 100.000 euro con l'abbattimento torale dei tassi di interesse"."Dal centrosinistra solo chiacchiere e tagli, come quello che ha sforbiciato i 16 milioni di euro destinati ai piccoli centri dalla L. 56. Non che tali Comuni debbano vivere di provvidenze e occasionali elemosine - continua Castiglione - ma i fondi regionali sono indispensabili per sostenere una politica di sviluppo. Le alzate di spalle di questa maggioranza irresponsabile ed incapace di programmare interventi seri e non clientelari sul territorio stanno minando la tenuta stessa del sistema Abruzzo.Per questo, martedì chiameremo in aula il nostro progetto di legge sui piccoli Comuni, lo stesso che D'Amico ha più volte dichiarato di aver preso ad esempio per scrivere il suo, purtroppo smarritosi nella litigiosità e nell'inconcludenza della sua maggioranza di riferimento. In aula vedremo chi sarà disponibile a porgere una mano al territorio e chi, invece, anteporrà la propria stupida faziosità all'interesse generale

VENEZUELA, ZACCCHERA (AN) : ESITO REFERENDARIO, SVOLTA DEMOCRATICA

(Nella foto, l'On Marco zacchera, Responsabile dell'ufficio per la politica estera di AN)

"L'esito referendario sulle riforme costituzionali del Venezuela testimonia che la maggioranza dei venezuelani ha capito che la democrazia è incompatibile con le cariche a vita".
Lo sostiene l'On. Marco Zacchera , responsabile dell'ufficio per la politica estera di AN, che sottolinea anche come l'effettiva prevalenza dei "no" alla nuova costituzione sia stata maggiore di quanto appaia e soprattutto che va dato atto al presidente Chavez di aver annunciato che rispetterà l'esito referendario.
"Credo - afferma Zacchera - che per il Venezuela si apra una pagina nuova e che ora l'opposizione democratica abbia il diritto ed il dovere di organizzarsi soprattutto per trovare leader credibili e dare anche forza a proposte e progetti politici per salvare una nazione che rischiava l'involuzione autoritaria. Mi auguro, - prosegue l'esponente di AN - che l'esito referendario sia rispettato nei fatti e che il Venezuela torni pienamente sulla strada del confronto politico, senza per questo dimenticare i gravi problemi sociali del paese ai quali il Presidente Chavez ha comunque cercato, anche se in modo a volte populista, di dare delle risposte.
L'Italia - conclude Zacchera - deve essere vicina al Venezuela in questo momento di difficoltà tenendo presente i gravissimi problemi della folta presenza di nostri connazionali nel Paese".

AN, FINI : VOGLIAMO ESSERE MOTORE ALLEANZA CENTRODESTRA

(Nella foto, Il Presidente di AN, On. Gianfranco Fini)

"Non abbiamo nulla da temere. Berlusconi faccia chiarezza, l'unità si costruisce su condivisione di programmi".
"Alleanza Nazionale è convinta della necessità di continuare sulla strada di Fiuggi, vuole essere una destra che non guarda al passato, ma lavora per costruire il futuro perché ha un'identità moderna e si candida ad essere il motore dell'alleanza di centrodestra". E' quanto ha detto il presidente di AN, Gianfranco Fini, parlando a Napoli alla conferenza programmatica regionale del partito. "AN - spiega - non ha nulla da temere. Siamo tutt'altro che intimiditi, spaventati, preoccupati". E a Berlusconi rivolge l'invito di "contribuire a fare chiarezza", in quanto "non è stata Alleanza Nazionale ad aver definito la CdL un ectoplasma e non siamo stati noi a dare a Veltroni la disponibilità a una legge elettorale che non preveda espressamente per i partiti l'obbligo di dichiarare le alleanze prima del voto. L'unità è chiaro che si costruisce non per adesione agli appelli, ma per condivisione di obiettivi, programmi e strategie".

domenica 2 dicembre 2007

FORTE SEGNALE DATO IERI MATTINA DAL "COMITATO CITTADINO PER LA SICUREZZA E LA LEGALITA' " CONTRO LA CHIUSURA DELLA POLFER

(Nella foto, alcuni promotori ed aderenti al "Comitato Cittadino per la Sicurezza e la Legalità")

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Forte il segnale che è stato dato durante la manifestazione contro la chiusura della Polfer nella stazione ferroviaria di Vasto- San Salvo nella mattinata di ieri.
Ciò che è stato ribadito da tutti gli aderenti e i promotori del "Comitato Cittadino per la Sicurezza e la Legalità" è stato il secco NO alla soppressione del servizio di Polizia Ferroviaria.
Sei sono i poliziotti in servizio costante alla stazione;lo stesso numero che dovrebbe essere eliminato a seguito di una decisione del Governo nazionale.Altri trenta presidi, oltre a quello di Vasto, saranno soppressi se questo provvedimento andrà avanti.Tanti i messaggi di solidarietà che ci sono giunti e che ci incoraggiano sempre più ad andare avanti con queste battaglie.
Infatti, mentre su un fronte siamo impegnati a raccogliere firme per chiedere maggiore sicurezza, dall'altro ci stiamo battendo per evitare che la stazione ferroviaria di Vasto-San Salvo rimanga "a secco" di controlli.
Per concludere,non per fare polemiche sterili,anche il Sindaco di Vasto era stato invitato a partecipare alla manifestazione in questione per dare ancora più risalto a questa iniziativa, ma non è venuto...e di questo ce ne rammarichiamo.


2 DICEMBRE 2006 : UN ANNO O UN SECOLO FA?

(Nella foto, uno scatto della manifestazione del 2 Dicembre 2006 a Roma)

Molti sono gli articoli apparsi in questi giorni sui giornali, confezionati in tutte le salse, sul presunto “strappo di Piazza San Babila” di Berlusconi e sulla nascita del Partito delle Libertà. Uno “strappo” che, secondo noi, in realtà ha spiazzato molti dei suoi “parrucconi” . In riferimento a tale evento, vi segnaliamo -riportandolo integralmente- l'intervento di Annalisa Terranova pubblicato sulle colonne de "Il Secolo d'Italia" lo scorso 20 novembre.
L'articolo, scritto con un inconfondibile stile lucido e senza giri di parole, ci è sembrato quello che meglio di qualunque altro abbia ripercorso i principali eventi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del centrodestra.


"Dal 2 dicembre 2006 al 2 dicembre 2007: un anno fa si svolse la grande manifestazione unitaria di piazza San Giovanni, oggi la ricorrenza potrebbe invece sancire l’irrimediabile fine del centrodestra, almeno così com’eravamo abituati a immaginarlo. Infatti il Cavaliere ha scelto proprio quella data, il 2 dicembre, per sancire lo scioglimento di Forza Italia e la sua rifondazione con un nuovo nome, Partito delle libertà. Un anno, quello appena trascorso, che doveva veder fiorire la federazione dei partiti della Cdl e che si chiude invece con la solitaria fuga in avanti di Berlusconi in aperta antitesi con gli alleati della Cdl e all’insegna del motto: «Chi mi ama mi segua...». Un anno che si era aperto sull’onda di una speranza collettiva: il popolo del centrodestra era più unito che mai, bastava solo qualche ritocco organizzativo per mettere in forma quella fusione di anime.Qualcosa però, anzi troppe cose, non sono andate per il verso giusto, evidentemente. Ed è bene ripercorrere le vicende politiche che dalla piazza del 2 dicembre 2006 ci hanno portato fino ad oggi per comprendere dove nasce una lacerazione che non ha mai toccato livelli così profondi e che nulla ha a che fare con i pettegolezzi di “Striscia la notizia”. Solo chi ha memoria molto corta, infatti, o chi è in palese malafede, può attribuire agli attriti delle ultime settimane il precipitare degli eventi nella Casa delle libertà.Subito dopo quel grande successo di piazza del 2 dicembre 2006, infatti, la Cdl ha convintamene imboccato la strada della denuncia delle contraddizioni del governo Prodi in politica estera. Una piattaforma dalla quale si defila subito Pier Ferdinando Casini, artefice di un congresso che segna la vittoria della linea del “non moriremo berlusconiani”.Lo stesso congresso che sancisce invece la netta sconfitta dell’ala capeggiata da Giovanardi, tenace supporter di un Udc mai emancipato dalla tutela di Arcore. In ogni caso Casini teorizza e pratica la politica delle mani libere.Ma lui a San Giovanni non c’era. Lo smarcamento dell’Udc appare però da subito strategico e non tattico, in ogni caso tale da far ritenere che qualcosa di determinante nella CdL è cambiato, e che lo schema del 1994 non regge più.A San Giovanni c’era invece Gianfranco Fini, che proprio Berlusconi nomina, un mese dopo, a gennaio, come probabile successore alla leadership del centrodestra durante la cena di gala dei Telegatti. «Fini è il nome più autorevole...», ammette Berlusconi.Fa quel nome per bruciarlo? Fa quel nome per dare il via all’investitura?La sortita in ogni caso fa infuriare la Lega (che sulla Padania decreta il giorno dopo lo stop al dibattito con un titolo inequivocabile, “Facciamola Fini... ta”) e determina uno stop importante a quel cammino verso la federazione del centrodestra alla quale in pochi ormai credono vista la propensione di Berlusconi a risolvere i nodi politici con annunci a “telecamere spiegate” piuttosto che attraverso un dialogo alla pari con i suoi alleati.Fu proprio Fini, del resto, ad essere infastidito dalle polemiche sulla leadership: «Il problema non si pone, io voglio discutere di politica». In ogni caso tutta AN si ritrova su un punto: se partito delle libertà dev’essere, le tappe vanno scandite bene, la partecipazione dal basso dev’essere corale ed effettiva, no a imposizioni dall’alto.Di politica Fini discute anche con l’avversario Walter Veltroni, in un faccia a faccia organizzato dalla Fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno che fa parlare i commentatori di “bipolarismo cortese”, approdo inevitabile di un decennio di contrapposizioni troppo urlate e spesso non immuni da derive demagogiche. La coppia Fini-Veltroni si trova d’accordo nella netta opzione per «una democrazia bipolare e dell’alternanza».Chiaramente, Berlusconi non gradisce.In ogni caso il leader azzurro apre la campagna elettorale per le amministrative a Genova promettendo che la federazione unitaria del centrodestra sarà cosa fatta entro la primavera.Nei mesi successivi ferve la trattativa sulla legge elettorale, con le bozze Calderoli e Chiti che quasi si sovrappongono fino all’altolà di Amato che rimette tutto in gioco. A quel punto Gianfranco Fini decide di appoggiare senza indugi il referendum elettorale e lancia tutto il partito in una battaglia che sarà coronata da successo e che appare in piena sintonia con il bisogno del Paese di pungolare la “casta”.All’interventismo di AN si contrappone l’immobilismo di Forza Italia, che appare anche fredda rispetto all’ipotesi di una candidatura di Fini a Roma se Veltroni si decidesse a sgomberare il campo per seguire a tempo pieno i destini del Pd.A giugno è lo stesso leader di AN a tirare le somme in un’intervista su Repubblica: «Temo l’immobilismo della CdL e Berlusconi, da un po’ di tempo, appare meno attivo». Sulle riforme e sulla legge elettorale inutilmente An cerca di convincere FI a scoprire le carte, finché sarà ancora una volta Fini a prendere in mano la situazione presentandosi ai banchetti referendari in un’inedita alleanza con Antonio Di Pietro, Mario Segni e Leoluca Orlando. «Ho chiesto a Berlusconi: se dici no ai referendum a cosa dici sì?». Ma la risposta è, ancora una volta, il silenzio. A quel punto si fa sempre più esigua la schiera di coloro che sono disposti a scommettere sul partito unico del centrodestra.La discesa in campo di Veltroni determina uno scossone nel quadro politico: prima, tanto AN quanto FI avevano parlato di “fusione a freddo” a proposito della nascita del Partito democratico, ma dopo il discorso di Veltroni al Lingotto di Torino le valutazioni si differenziano. Fini chiede alla CdL di aggiornare il suo lessico politico dinanzi ai cambiamenti che il veltronismo introduce (a cominciare dalla fine della classica dialettica tra destra e sinistra per finire all’urgenza di sintesi nuove per dare risposte all’intero Paese e non solo a una parte di esso), Berlusconi invece insiste nel definire Veltroni un politico vecchio, un abile trasformista che vuole farsi largo tra le macerie del Pci di cui fu dirigente giovanile.Stagnazione totale sul fronte della federazione del centrodestra. Fini si congeda dalla sua classe dirigente con un’assemblea nazionale in cui, facendo i conti con la scissione storaciana, delinea una strategia di protagonismo per la destra e annuncia una manifestazione a Roma che si concretizzerà il 13 ottobre, con la “marcia” di 500mila persone che dicono no a Prodi e sì alla sicurezza.Se di strappo si tratta, certo non è paragonabile a quello realizzato dal Cavaliere che deposita da un notaio il simbolo del partito dei circoli delle libertà senza dire nulla a nessuno e cercando di minimizzare l’accaduto con “veline” rassicuranti del suo ufficio stampa. Berlusconi lavora per tutta l’estate al “progetto Brambilla”, immagina di tornare allo spirito del ’94 con i circoli delle libertà di una giovane imprenditrice che appare come un suo “clone”, non si cura delle lagnanze interne (da Tremonti a Brunetta passando per Cicchitto) e non batte ciglio quando su Libero Vittorio Feltri, a settembre, svela il vero intento che sta dietro alle manovre di Forza Italia: fondare un nuovo partito, mettendo gli alleati ribelli dinanzi all’evidenza di fatti già compiuti, scandendo le tappe rapidissime del nuovo soggetto (che di fatto al momento si presenta come un cambio di nome al vecchio partito) in modo da mettere a tacere sul nascere eventuali dissensi interni.Questi sono i fatti. E sono, come sempre, la migliore risposta a chi si chiede chi e quando ha cominciato a “tradire” le aspettative del popolo del centrodestra che un anno fa aveva con entusiasmo risposto alla convocazione dei suoi leader".


Annalisa Terranova
Il Secolo d'Italia
20/11/2007