venerdì 26 giugno 2009

DI PIETRO E MINZOLINI

Ovvero sulla diversa concezione della politica

Mi mancava, confesso che ero in crisi di astinenza: le esternazioni di Tonino il rustico sullo scibile ed inconoscibile si erano prese un periodo sabbatico per ricaricare le batterie e poter dare così fiato alle sue tipiche topiche. Cosa ha dunque fatto il rustico? Come una comare di qualche anno fa di uno sperduto paesino dell’Appennino, aspettava di ascoltare nel TG1, tutte le “pettelazzerie” cui è evidentemente abituato; la sua libido è stata violentata dalla mancanza di materia prima perché quel “fetente” di Minzolini, direttore del TG1, non ne ha fatto cenno. Apriti cielo! “Che c’azzecca”, direbbe la buona anima di tonino, “parlare di Iran, Afghanistan, del referendum, dei ballottaggi, del maltempo, quando la materia che interessa è altra: le rivelazioni della D’Addario sono LA NOTIZIA , sono la summa teologica dell’eccitazione gossipara”. Sembra quasi di sentire “al rogo, al rogo”, le invocazioni di pietà, le urla di scherno delle tricoteuses di Bari, l’odore di carne bruciata di Augusto Minzolini chiamato o “richiamato” a rapporto da Galimberti per giustificarsi delle accuse del rustico secondo il quale Minzolini "è un gossipparo", anzi "l’Emilio Fede del servizio pubblico" che "ha ridotto lo spazio dell’informazione politica in modo impressionante" oltre ad aver "oscurato l’Italia dei Valori": così ha detto il leader dell'Italia dei Valori durante una conferenza stampa alla Camera dei deputati. Deduzione obbligatoria: il concetto della politica per il rustico si identifica con la sua personalità, quella di un paesano pettegolo di qualche anno fa pronto anche a piangere sulle “ingiustizie” presunte da lui subite quali quella sull’oscuramento dell’Italia dei Valori che vede la sua presenza al quarto posto assoluto nelle comparse al TG1 dopo Berlusconi, Franceschini e Napolitano, prima quindi di Schifani, di Fini, di Gianni Letta, di D’Alema e di circa altri mille personaggi decisamente più validi del nostro.

E.B.

DEMAGOGIA SPICCIOLA

“Solo un grande partito può fermare questa destra”

Esordisce così l’ultimo spot cartaceo del PD: con ciò non si rendono conto che in realtà lo spot lo stanno facendo alla “destra” come sbrigativamente chiamano il PDL. Tanto per cominciare ammettono che il PDL è un grande partito: in secondo luogo ammettono che per battere il PDL occorrerebbe “un grande partito” che, evidentemente, non può essere il PD perché non è grande e, soprattutto, non è un partito. Poi cominciano le lamentazioni ed i piagnistei. “… la poca stampa libera…”: una delle più indecenti bugie che si continuano a dire agli italiani. Basta vedere i vari programmi di approfondimento alla Santoro, alla Annunziata, alla Floris, ecc: basta vedere la presenza di personaggi come Diliberto, Franceschini, Di Pietro ed affini e consangui…gni che imperversano su tutte le reti RAI e MEDIASET a testimonianza della loro “assenza” (politica non televisiva). E se poi volessimo andare sulla stampa cosiddetta cartacea le cose sono ancora peggiori nel senso che almeno l’80% di questa, “sotto il controllo” di Berlusconi, gli spara addosso di tutto. Non tutti sanno che la stampa cartacea non è soggetta alla nefasta “par condicio”: il solo “Corriere della Sera” (o anche “Repubblica”) stampano un numero di copie superiore a quelle di “Il Giornale”, Libero”, “Il Tempo” e …… “Qui Quotidiano” messi insieme. Ecco, giusto una cura dimagrante alla Pannella o, oggi, alla Bonino per questi voyeurs della politica in modo che scompaiano una volta per tutte (politicamente!). Alla napoletana maniera si può dire che la sinistra (in generale) “fotte e chiagne”.