sabato 9 agosto 2008

TIBET LIBERO DALL'OPPRESSIONE COMUNISTA

Va fatto, perchè lo chiede un Popolo a gran voce

Quella che è iniziata, è senza dubbio una delle edizioni dei Giochi Olimpici attorno alla quale il dibattito si è fatto più acceso, rispetto alla passate. Molteplici i motivi: religiosi, culturali, politici, economici.Ha risvegliato senz’altro molta indignazione, in tutto l’Occidente, la repressione che il Governo di Pechino ha attuato pochissimo tempo fa nella regione del Tibet, insorta contro il mai accettato cancro del regime comunista cinese, insediatosi nella regione nel 1959, e mai più andatosene. Intolleranza verso un regime che ha ucciso, distrutto, eliminato fisicamente monasteri, persone e opere d’arte;verso un regime che ha addirittura provato, per fortuna senza successo, ad eliminare la lingua del Popolo Tibetano oppresso.La mano insanguinata del regime di Pechino, però, non si ferma entro i confini del Celeste Impero. Si espande, arrivando persino nel Darfur africano e in Birmania (quella che oggi si chiama Myanmar).Ma probabilmente chi oggi nulla dice su queste olimpiadi e fa finta che tutto va bene,non saprà delle condizioni in cui vivono le donne in Cina, dove ancora in molti luoghi è rimasta una mentalità che fa si che queste vengano trattate come dei mostri, o meglio, dei fantasmi. Semplicemente, se nascono, non esistono. Pertanto c’è chi pensa che sia meglio non farle nascere, tanto per non condannarle ad una vita di stenti e di violenze.Ma, nonostante sia relativamente piccolo, esiste un blocco di Stati che ha deciso di intervenire, per non continuare a rimanere in silenzio di fronte a tanto male, di fronte a tanti insulti alla dignità umana. Così, con la Francia di Sarkozy, è stata avanzata la proposta di un boicottaggio di questa edizione dei Giochi Olimpici, che, per funzionare davvero dovrebbe trovare d’accordo i Comitati Olimpici di molti Paesi che parteciperanno ai Giochi. Parole dure sono state pronunciate anche dal Ministro italiano, Giorgia Meloni. Dure ma giuste. Non sappiamo se il boicottaggio dei Giochi sia una misura utile per risolvere il 'problema Tibet', ma è comunque un segnale forte di dissenso, che deve cominciare a far ragionare.Un segnale che avrebbe comunque grande risalto, se fosse compiuto da più nazioni. E, se questa è l’unica strada verso un riconoscimento dei diritti fondamentali dell’Uomo in un Paese come la Cina dove neppure la stampa ed Internet sono liberi, allora è giusto, è un dovere di ogni persona che crede nella Libertà, percorrerla. Anche se si sarebbe dovuta vietare proprio la Cina come location di queste Olimpiadi, se si fosse voluto dare un impulso veramente significativo.Il gesto di questa mattina del futurista Graziano Cecchini, ha avuto ampio risalto.Pensate se lo stesso fosse stato compiuto dagli sportivi che partecipano alle Olimpiadi. Avrebbe avuto maggiore importanza e forse sarebbe stato motivo di colloquio e di ragionamento intorno ad un problema a cui, se non si mette mano durante queste olimpiadi 2008, lo si deve fare appena dopo.Perchè è importante.Perchè siamo nel XXI secolo.Perchè lo chiede un intero Popolo a gran voce: Tibet libero!

M.d.M.M.

Regione, CASTIGLIONE (AN/Pdl): CERTI ATTI RISCHIANO NULLITA'

"Certi atti della giunta regionale potrebbero risultare illegittimi e come tali non avere alcuna efficacia, anzi produrre danni". A esprimere la propria preoccupazione è Alfredo Castiglione,Capogruppo di AN/Pdl in Consiglio regionale (nella foto) che ha raccolto - al riguardo - "l'imbarazzo crescente di alcuni dirigenti regionali nel dover apporre la propria firma ad atti che non hanno nulla dell'ordinaria amministrazione: nomine commissariali e dirigenziali, assegnazione di deleghe ai pochi assessori sopravvissuti al disastro.Il delirio di onnipotenza di Paolini - continua il capogruppo di AN/Pdl - sembra aver svegliato da un lungo sonno l'uomo nominato dai Ds nella giunta regionale, rimasto per tre anni ad assistere allo sfacelo di una gestione fallimentare senza battere ciglio. Adesso vorrebbe fare in poche settimane quello che non sono stati in grado di fare in anni e anni a causa della loro esasperata ed esasperante litigiosità. L'ultimo esempio è di ieri, quando in commissione finanze hanno cercato di emendare il miniomnibus, una variazione di bilancio riferita ad Aprile, che ha impiegato più di quattro mesi per arrivare in commissione; un atto che nasce già vecchio e superato dalle nuove esigenze della Regione. In realtà dietro ogni atto si nascondono cambiali elettorali e il disperato tentativo di rinsaldare un consenso clientelare per cercare di fare diga alla voglia di cambiamento degli abruzzesi non assistiti da questo centrosinistra, ovvero della stragrande maggioranza del popolo abruzzese che vorrebbe già a casa i vecchi funzionari di partito che hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza. Su un unico punto siamo disponibili a dare una mano - conclude Castiglione - sulla difesa dei fondi Fas, ma solo perchè una volta ottenuti sarebbe la nuova amministrazione regionale a spenderli e siamo sicuri che gli elettori sapranno a chi affidare queste come altre risorse..."

ERBA ED INCURIA IN VIA MARCHESE GUEVARA

Nel mirino il settore manutenzione

Erba ed incuria, regnano in Via Marchese Guevara, nei pressi dell’Ospedale S. Pio da Pietrelcina. Più volte lamentatisi, i residenti non hanno ottenuto la pulizia dei marciapiedi che, come è possibile vedere nella foto, sono invasi da erbacce che superano il metro d’altezza.
Una situazione incresciosa, che pone nel mirino il settore manutenzioni del Comune di Vasto.
Insomma, non ci vuole molto a provvedere alla pulizia di queste stradine nei pressi di Via Ciccarone, il cui stato impedisce di percorrerli e nuoce veramente all’immagine della Città.

Marco di Michele Marisi

lunedì 4 agosto 2008

Chiusura corsi professionali dei Salesiani, IL CENTRODESTRA RICHIEDE UN CONSIGLIO COMUNALE URGENTE

E’ stata presentata questa mattina, dai Consiglieri Comunali del centrodestra, Etelwardo Sigismondi, Dario Ciancaglini, Guido Giangiacomo, Francescopaolo D’Adamo, Michele Notarangelo, Manuele Marcovecchio, Giuseppe Tagliente, Luigi Marcello e Nicola Soria, una richiesta urgente di convocazione del Consiglio Comunale, per discutere della chiusura dei corsi di avviamento professionale dell’Istituto Salesiano di Vasto.
“L’urgenza della convocazione – si legge nell’interrogazione – si rende necessaria per far esprimere il Consiglio Comunale, contro la chiusura di tali corsi.”
“Essi – sottolineano gli esponenti del centrodestra - hanno sempre rappresentato una risorsa per il nostro territorio, e soprattutto per tutte quelle industrie, grandi, medie e piccole, che hanno fatto affidamento sulla formazione dei tanti ragazzi che ogni anno ‘ escono ‘ da questa struttura”“La chiusura di questa - concludono i Consiglieri nella nota - quindi, oltre a provocare una carenza di ragazzi professionalmente avviati che potrebbero trovare immediatamente posto di lavoro, metterebbe a repentaglio il lavoro di quanti, professori e personale ATA, operano nella struttura stessa.”

Sanità in Abruzzo, UN CAMBIAMENTO URGENTE E NECESSARIO

In questi giorni, la Regione Abruzzo è tornata tristemente alla ribalta per lo scandalo sanità provocando un terremoto politico nazionale.
Con il crollo del sistema, riesplode la questione morale: legalità ed etica in politica alla luce di quanto sospettato dalla magistratura, sembrerebbero concetti del tutto avulsi al modus operandi di alcuni amministratori regionali.
Ciò che indigna maggiormente, è il fatto che per interessi lucrativi, si arrivi alla compressione di un bene collettivo fondamentale come il diritto alla salute.
La situazione sanitaria abruzzese è ben nota, il personale ed i pazienti devono sopperire quotidianamente all' inefficienza di una gestione fatta di personalismi e mera demagogia. Certo i progetti ci sono...! Chiusura e accorpamento dei reparti, riduzione del personale, doppi turni, apparecchiature elettromedicali obsolete, diminuzione del materiale di medicheria.
La riduzione dei posti letto, conseguente alle politiche di contenimento delle spese , rappresenta uno dei principali disagi, come denunciato recentemente dall'Ospedale Clinicizzato di Chieti . Lo stato in cui versano alcuni reparti all'Annunziata é sconfortante, fino a qualche giorno fa in Geriatria sostavano per il corridoio sette pazienti (uno, nella foto), nessun campanello, nessuna possibilità d'allarme per avvertire il personale in caso di bisogno, un organico ridotto al minimo, letti aggiunti nelle stanze. In pronto soccorso hanno posto l'alternativa, o tornare a casa o rimanere in corridoio.
In Neurologia e Pneumologia che sono stati accorpati, ho personalmente assistito alle stesse situazioni.
Circostanze analoghe quelle del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Pescara , dove il 23 luglio una giovane donna che aveva appena partorito, è stata posta in corridoio per assenza di posto nelle camere .
Un quadro oggettivamente drammatico, quello della sanità in Abruzzo, che impone la necessità di un cambiamento, uno stop alla politica dei furbi ,verso una gestione della Res Publica ispirata a paradigmi etici di Legalità e Giustizia .

Antonio Monteodorisio
Direttivo AN/Pdl - Vasto

domenica 3 agosto 2008

Precari, GASPARRI (AN/Pdl): ABBIAMO CHIARITO I PUNTI DELICATI

"Assegni agli italiani che ne hanno diritto e assorbimento dei lavoratori delle Poste"

"Sui precari e sugli assegni sociali, abbiamo chiarito dei punti delicati. Per quanto riguarda gli assegni sociali, questi sono garantiti a tutti gli Italiani che versano in condizioni economiche disagiate, e ne hanno quindi diritto. Abbiamo invece escluso gli stranieri che hanno risieduto in Italia solo per pochi anni. Per quanto riguarda i precari, si è chiarito che si tratta di una norma per facilitare l'assorbimento e l'assunzione a tempo indeterminato soprattutto nelle Poste. Non è quindi un attacco generalizzato al precariato. Le polemiche sono pretestuose. Le stesse parti sociali sono d'accordo e non ci sono più nemmeno contestazioni sul fronte sindacale". Lo ha dichiarato il Presidente dei Senatori del Pdl, Maurizio Gasparri (nella foto).

FURTI D'AUTO ALLA MARINA E PARCHEGGIO AL BUIO

Le preoccupazioni di residenti e frequentanti

Sono diversi i furti d’auto verificatisi in questi giorni lungo il litorale vastese. Ad essere preso di mira, la scorsa notte, un giovane a cui è stata sottratta la propria Audi, sotto il cortile di un condominio.Il furto, prontamente denunciato alla Polizia di Stato, è da imputare, probabilmente, a specialisti pugliesi, atti, spesso, a rubare automobili di questo tipo, per poi portarle nelle proprie officine e vendere i pezzi accuratamente ‘ smontati ‘.Preoccupazione, inoltre, in questi giorni, è stata espressa da quanti, residenti, turisti e frequentanti la Marina, sono costretti a lasciare la propria auto o moto nel parcheggio ‘ brecciato ‘ della ex stazione ferroviaria, la maggior parte del quale, è quasi completamente buio.Le nostre preoccupazioni – hanno dichiarato un gruppo di ragazzi – sono molteplici in quanto non solo è più facile rubare automobili o accessori di queste, poiché, senza illuminazione si può agire più indisturbatamente, ma anche per le ragazze – proseguono – e per le donne, risulta pericoloso giungere soprattutto verso la fine del parcheggio, ove un qualsiasi malintenzionato, al buio, può nascondersi dietro un mezzo e ‘ sbucare ‘ al momento opportuno.Insomma, non sarebbe male illuminare con delle luci quella zona, che è veramente pericolosa di notte.Ma a fine estate, che ne sarà di quel parcheggio? Verrà asfaltato e reso più accessibile, oppure le ‘ ferrovie italiane ‘ lo rivorranno? Staremo a vedere.

Marco di Michele Marisi

Regione, DI STEFANO (AN/Pdl): NO ALLE ELEZIONI A PRIMAVERA

"Si voti a Novembre rispettando il diritto dei Cittadini abruzzesi!"

«Non vorrei che dietro la volontà di cambiare la norma sulla ineleggibilità e incompatibilità dei consiglieri regionali, si nascondesse il disegno di far slittare le elezioni alla prossima primavera» è la preoccupazione che esprime il Sen. Fabrizio Di Stefano (nella foto), Coordinatore regionale di AN/Pdl.«Stravolgere le regole a partita in corso – spiega Di Stefano – potrebbe rappresentare il tentativo disperato di quanti sperano di rimandare il più a lungo possibile la fine della legislatura scatenando, con le modifiche alla norma, ricorsi e contenziosi che finirebbero per determinare il rinvio del voto».«Se così fosse – conclude l’esponente di AN/Pdl – si consumerebbe un affronto gravissimo nei confronti degli abruzzesi, che meritano di avere un Governo nel pieno delle sue funzioni, e si esporrebbe la Regione al pesante rischio di dover continuare a vivacchiare fino al 2009, con organismi politici decaduti che possono assumere solamente atti di ordinaria amministrazione invece di programmare e legiferare con prospettive e strategie ad ampio raggio».

Tagliati i fondi dalla Regione. PAVENTATA CHIUSURA DEL ‘PROFESSIONALE’ DEI SALESIANI

Ci si impegni a scongiurarla

Torna a circolare insistente la voce della chiusura dell'Istituto Professionale dei Salesiani di Vasto, che ogni anno forma decine e decine di ragazzi che trovano immediatamente lavoro nelle piccole e medie industrie locali. E’ di ieri mattina, infatti, la protesta inscenata da insegnanti dello stesso Istituto, che hanno protestato di fronte la struttura di Via S. Domenico Savio. Già a Novembre dell’anno scorso, infatti, si paventava la ‘ soppressione ‘ del centro di formazione professionale che ha sede nella struttura dei Salesiani, a causa del taglio di fondi da parte della Regione Abruzzo. Tanti,però, i ragazzi che ogni anno si iscrivono ai vari corsi che li inseriscono nel mondo del lavoro. Preoccupazione è stata espressa non solo dagli insegnanti ma anche dai genitori di quei ragazzi che, oggi frequentando il terzo anno della media, avrebbero voluto optare per quella scuola. Le industrie del Vastese,oltretutto, non predisponendo per la maggior parte di corsi di formazione, hanno sempre fatto affidamento sui centri vicini tra i quali quello dei Salesiani. La chiusura di quest'ultimo, quindi, provocherebbe non pochi danni non solo ai ragazzi i quali dovranno sobbarcarsi qualche mezzora di autobus per raggiungere l'Istituto Tecnico Professionale più vicino,ma anche all'industria locale che farebbe comunque più difficoltà a trovare giovani preparati. Per non parlare della rinuncia che molti ragazzi faranno scegliendo qualche altra scuola. Insomma, chi di dovere provveda affinché non si crei questa situazione.La soppressione di un servizio fondamentale ai giovani della zona, non può che avere cadute negative sul territorio. Ci si impegni a scongiurarla.

Marco di Michele Marisi

Elezioni Regionali, DI STEFANO E PASTORE (Pdl): FAVORIREMO LA SCELTA DI PERSONE CAPACI, COMPETENTI E PROFESSIONALI

I Coordinatori regionali del PdL, Senatori Andrea Pastore e Fabrizio Di Stefano ,nell’esprimere la convinzione che i responsabili dei partiti non possano partecipare al poco appassionante “toto-nomine” in corso per la Regione Abruzzo, e volendo sottrarre il tema a ogni strumentalizzazione,confermano che sono ben accette e che saranno oggetto di attenta valutazione tutte le proposte di candidatura, tanto alla carica di Presidente, quanto a quella di Consigliere, provenienti da Parlamentari, Consiglieri uscenti, Amministratori locali, dirigenti e militanti dei partiti che sono confluiti nel PdL, nonché di coloro che fino ad oggi non si sono impegnati personalmente in politica.Gli stessi Di Stefano e Pastore ,ribadiscono che favoriranno la scelta delle persone che, per capacità, competenza e professionalità, verranno ritenute più adatte ad affrontare la competizione elettorale, anche in considerazione del momento difficile della vita politica abruzzese.I due esponenti politici comunicano, inoltre, che alla fine di questa settimana, definiranno la composizione degli organismi regionali comuni del PdL, e il percorso per la predisposizione del programma da sottoporre agli elettori.Infine Di Stefano esprime «viva soddisfazione per le adesioni già ricevute alla proposta “Cantiere Abruzzo” presentata Lunedì scorso in conferenza stampa». Adesioni, annuncia Di Stefano «che saranno rese note nei prossimi giorni».

LA SELVA OSCURA

“Nel mezzo del cammin di Via Adriatica, mi ritrovai per una selva oscura, ché la dritta via era smarrita. Ah quanto a dir qual era è cosa dura, esta selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinnova la paura!”.Questi sono i primi versi della Divina Commedia, riadattati,però, a Vasto. Vi sarete accorti, infatti, che di diverso c’è solo la dicitura “Via Adriatica”. E ciò che scrisse Dante in tempi remoti, calza a pennello con la situazione in cui versa la scalinata che da Via Adriatica, scende al campo sportivo denominato “la frana”. Alberi, rovi, piante e quant’altro, infatti, invadono i gradini, impossibili da percorrere. Piante cresciute sulla ‘ pedata ‘, ed evidentemente mai tolte, rami di acacia che impediscono il passaggio, in una strada in pieno centro storico. Si provveda a pulire quella gradinata, e a tagliare i rami che la invadono, per consentire il passaggio di quanti, turisti o Vastesi, vogliono scendere o salire o, se non basta la motivazione, per un semplice decoro.

Marco di Michele Marisi

Governo, LA RUSSA (AN/Pdl): SIAMO UN GOVERNO CON MOLTA DESTRA

Tagli alle spese inutili del ministero della Difesa, il futuro delle missioni italiane all'estero e il progetto di fusione Forza Italia-Alleanza Nazionale: questi e altri i temi trattati dal Ministro La Russa (nella foto) nel forum organizzato da "Il Tempo".

Ministro Ignazio La Russa, sanità e sicurezza sono i due grandi temi che stanno da sempre a cuore agli italiani. Non crede ci sia bisogno di maggiore attenzione?

«Io aggiungerei anche il tema dello sviluppo del lavoro. Per quanto riguarda sanità e sicurezza, dividerei il campo in due aree: una riguarda le risorse necessarie e disponibili, l'altra i contenuti. Su quest'ultimo punto il governo ha tutte le carte in regola. Il nostro primo obiettivo, infatti, è stato dare una svolta in merito alla percezione della sicurezza da parte del cittadino. Persino la vicenda di Napoli, che apparentemente non riguarda la sicurezza, in realtà crea la percezione di sicurezza. Con i militari, invece, abbiamo dato un aiuto ulteriore alle forze di polizia. Le risposte di contenuto, quindi, ci sono. Così come le carte in regola le abbiamo nel campo della sanità, dove più che l'inefficenza mi preoccupano gli sprechi. Siamo abituati a una sanità a doppia velocità, al di là degli scandali. Non a caso tanta gente del sud si sposta a nord per farsi operare».

E le risorse?
«Se vogliamo non mettere le mani nelle tasche dei cittadini e dare più servizi, la prima cosa da fare è ridurre i costi dello Stato e ora nessun comparto è immune. Anche la Difesa, ma non dimentichiamo che la specificità del comparto sicurezza deve essere una priorità per qualsiasi governo. Da quando ci sono le missioni di pace all'estero c'è un decreto che le finanzia, fuori dalla Finanziaria. Questo decreto normalmente stanzia delle somme che coprono circa l'80 per cento del costo effettivo delle missioni. L'altro venti per cento è coperto dal bilancio ordinario. Ho detto ai generali che da dicembre la decisione sui costi sarà politica. Il governo e il Parlamento ci devono dire quante spese possiamo sopportare e in base a questo quali missioni si possono fare o mantenere. Il futuro è ragionare sui costi reali delle missioni, nonsu quelli fittizzi. E per tutti questi aspetti ho grande fiducia del mio sottosegretario Crosetto».

Tra le missioni, quella in Afghanistan è forse la più delicata. Quali sono gli obiettivi strategici in quest'area? Ed esistono margini di ripensamento sull'impiego dei militari in Iraq?
«Non è previsto un nostro ritorno in Iraq. Noi lì ci siamo, ma solo come istrutturi. Al massimo potremmo inviare altri istrutturi, se richiesto, perché ormai il modello di lavoro dei carabinieri italiani è riconosciuto da tutti. Mentre resta aperto il problema per le altre missioni. Quella che merita più attenzione, effettivamente, è l'afgana. L'obiettivo che mi sono posto è la trasparenza, non lasciare nell'equivoco la reale situazione».

Qual è la reale situazione?
«È un Afghanistan lontano dalla capicità di governarsi autonomamente, ma che va progredendo. C'è necessità di mantenere i nostri impegni e rimanere per un tempo non breve. C'è la necessità, poi, di dire che i nostri soldati sono lì non solo per fare opere umanitarie, ma anche per fare i soldati veri. Nella nostra zona sono stati ripetutamente impegnati in operazioni militari, in cui è stato necessario usare la giusta forza. Qualcuno ha criticato la decisione di rendere più flessibile, con i caveat, l'intervento delle truppe italiane. A questo proposito permettetimi di fare un'osservazione importante, proprio da uomo di destra».

Prego.
«Nel momento in cui vado a fare una missione di pace assieme agli altri con pari dignità e pari doveri, non capisco un certo sciovinismo della sinistra che cerca di creare un clima di paura dicendo: "Il governo aumenta i rischi per i nostri militari". Ma se anche fosse vero che i nostri ragazzi rischiano di più, l'alternativa quale sarebbe? Che morivano degli spagnoli, degli inglesi, dei civili afgani. Un uomo di destra, sbagliando, potrebbe dire: "Chi-se-ne-frega". Ma io non lo faccio, perché per me vale prima di tutto il concetto della solidarietà, della parola data e della lealtà. Ma una persona di sinistra, come chi parla con uno spirito umanitario, i pacifisti per esempio, come possono sostenere che è un'errore consentire ai nostri soldati di intervenire? L'ultima operazione pericolosa dei nostri è stata in soccorso del contingente spagnolo e dei civili afgani. Se non fossero intervenuti i nostri sarebbero morti gli spagnoli. Perciò attenzione a cadere nella trappola di chi ammanta anti-americanismo di maniera».

Il generale Petreus ha scelto di fatto una strategia simile a quella italiana, che funziona egregiamente. Però gli americani in Afghanistan insistono con un modello diverso e questo a volte crea problemi alle forze alleate. Alla Nato questa strategia come viene valutata?
«Io credo che il modello italiano stia prendendo corpo, o non si spiegherebbero certi apprezzamenti. Diciamo che in questa fase ci sono differenze di applicazione».

Tornando in Italia, qualcuno ha sollevato delle critiche sull'esperienza dei militari che verranno utilizzati nelle città.
«Mi meraviglio, perché sono gli stessi ragazzi che mandiamo in Afghanistan o che hanno ripulito Napoli. Vede, credo sia più difficile stare davanti a un'ambasciata piuttosto che in una pattuglia mista con carabinieri o polizia. Si vede che certe valutazioni sono solo ideologiche. Perché i militari nelle città avranno una divisa ordinaria, un'armamento a canna corta e saranno con carabinieri o polizia. Questo è solo antimilitarismo scoria del Sessantotto. Solo gli esperti saprebbero riconoscere i militari in città. Sfido gli stranieri a capire chi è il poliziotto, chi il carabiniere e chi il militare. Siamo alla follia».

Che turni faranno i soldati?
«Lo decide il prefetto. Ma lavoreranno prevalentemente nelle ore serali. Gireranno a piedi, o con una macchina d'appoggio, nei quartieri più a rischio. Vogliamo dare un segnale forte di presenza dello Stato. Del resto dei militari devono avere paura i delinquenti, non i cittadini. E mi piace ricordare che Roma avrà, su tremila soldati, più di mille uomini in campo».

Al di là dei vertici e delle assemblee, la base di AN con quale spirito affronterà la confluenza nel Pdl?
«Quando da un soggetto si passa a un altro c'è sempre un dato sentimentale. Da una casa a cui si vuole molto bene si entra in una casa più prestigiosa: siamo contenti, ma è normale che la propria casetta resti nel cuore. Però c'è la gioia e l'orgoglio di andare a costruire qualcosa di importante, ma guai se entrassimo in una casa già costruita».

Questo processo non è legato troppo alle scelte di Berlusconi?
«Noi ci siamo presentati a una lista con Berlusconi candidato presidente. È stato Fini ad andare da Berlusconi e dire: "Facciamo il Pdl". Ci siamo presentati assieme, abbiamo raccolto quello che gli elettori avevano già detto il 2 dicembre e abbiamo fatto partire un treno che ci ha dato un grande successo elettorale, ma anche una grande visibilità ad AN. Berlusconi è capo del governo e capo del Pdl, ma non è un capo senza altri leader nel partito. Credo che Fini in questo Pdl sia, al di là del ruolo istituzionale, un leader naturale. Semmai, non vedo un problema di leadership, ma la necessità di dividere in due fasi il percorso del partito».

Quali?
«Serve leggerezza operativa e solidità delle regole. Vedo una fase transitoria, con regole un po' diverse. All'inizio ci sarà un corpo normativo tale da assicurare una fase transitoria. Un periodo tanto lungo quanto necessario. Poi il partito con regole prestabilite già adesso. Dal punto di vista valoriale, invece, ci stiamo perché tutta l'identità di An deve entrare nel Pdl. E questo non vuol dire che deve diventare un partito identitario».

Berlusconi ha detto in più di un'occasione che questo è un governo di centro. Lei è contento?
«Questo è il governo più di destra di tutti i precedenti governi Berlusconi. Da quando è partito ha parlato di sicurezza, di famiglia, di immigrazione, ha tolto le tasse. Poi si può anche dire che si fa una politica di sinistra, ma è chiaro che è detto per "sfrugugliare" i giovani di sinistra».

Sono passati poco più di dieci anni dalla chiusura dell'esperienza politica dell'Msi. Vi sareste immaginati di arrivare così lontano? E di quel bagaglio valoriale cosa è arrivato?
«Della storia dell'Msi c'è tutto quello che ha conservato AN. Allora fu un processo doloroso, perché dovemmo rinunciare a qualcosa. Ci fu una scissione vera e culturale, non come quella della Santanchè. La nostra generazione è quella che nella politica ha investito le proprie speranze, non il proprio calcolo. Tutti quelli che oggi ci sono hanno iniziato pensando alla politica come qualcosa da dare e non da prendere. E a essere sinceri non ci saremmo immaginati di arrivare qui. Pensavamo che le nostre tesi sarebbero state vincenti, ma credevamo che tutto questo l'avrebbero visto i nostri figli e non io. L'unico che seppe capire meglio ciò che sarebbe accaduto fu Tatarella».

Sul piano umano e affettivo, cosa le suscita ancora oggi il ricordo di Paolo Di Nella e Sergio Ramelli?
«Davanti al muro dove c'è la lapide di Sergio, che era un mio amico, ogni anno mi fermo anche più di una volta. Sono con noi, io li considero con noi anche se non gli metti una divisa. Quello che posso dire è che quello che hanno fatto quei ragazzi, che non volevano essere eroi, è non stare zitti. Non pensavano di dover pagare con la vita, ma erano pronti a rischiare qualcosa per esprimere le proprie idee. Hanno rappresentato molto di più del ricordo. Senza loro non avremmo avuto la forza morale di mantenere dritto il timone, di non cedere a nessuna tentazione extraparlamentare. Loro ci hanno dato questa forza e oggi credo siano con noi».

Ministro, dopo che la maggioranza è andata sotto alla Camera, Berlusconi ha detto ai Senatori che lavorano meglio dei deputati. Italo Bocchino, vice presidente del Pdl alla Camera, ha giudicato «infelici» le parole del premier. Lei cosa pensa?
«Io c'ero alla cena con i senatori, quando è stata detta questa cosa. Berlusconi bisogna conoscerlo, parlava ai senatori e ha fatto un complimento a loro. Bocchino ha ritenuto di dover dare un segnale perché lo chiedevano i suoi deputati, che però non hanno ascoltato bene le parole di Berlusconi. Io non vedo una nota di biasimo per i deputati, ma una nota di merito per i senatori. Ed era anche scherzosa la frase. Berlusconi non divide i nostri parlamentari in buoni e cattivi. Il fatto è che i deputati che criticano non hanno ascoltato il taglio ironico della frase di Berlusconi».

I tagli alla Difesa attuati dal ministro Giulio Tremonti sono ispirati dalla necessità di razionalizzare le spese e liberare risorse per gli investimenti. Insomma mettere ordine in casa propria. Vi state preparando?
«Siamo convinti che nel generale sforzo di riduzione dei costi dello stato non possiamo tirarci indietro. Ma scontiamo il fatto che le forze armate in Italia sono quattro e questo crea duplicazioni e sovrapposizioni di spese. Ci stiamo lavorando. Un esempio: non ho firmato il rinnovo di ben 15 pubblicazioni della Difesa. Ho detto ai responsabili: voglio solo una rivista, ben fatta e che arrivi edicola. Ancora: per quanto riguarda le campagne promozionali della Difesa é inutile farne quattro per ciascuna forza, facciamone una sola. Il problema è dunque anche culturale. Dobbiamo superare la divisione storica tra i corpi delle forze armate. Solo così riusciremo a razionalizzare».

Rapporto col cittadino. Quali sono le iniziative che vi differenzieranno dalla vecchia gestione?
«Festa del 4 novembre e Novantesimo anniversario: ho insediato una commissione mista, con militari e civili, per ridare corpo, senso, dignità e prestigio alla festa delle forze armate. Da quando la leva non è più obbligatoria c'è poca informazione di cosa fanno i nostri ragazzi, quindi pur con risorse ridotte sono in progetto molte iniziative per riavvicinare la gente. Non saranno solo le persone, famiglie e studenti, ad andare nelle caserme, ma saranno i militari a uscire fuori dalle caserme».

Qual è il fine?
«Voglio che i valori delle forze armate, dalla solidarietà alla libertà, siano messi a disposizione dei giovani e degli italiani in genere. Voglio dare ai giovani la possibilità di fare un periodo, di un mese massimo, di preparazione atletico, militare e culturale che li prepari a future azioni di volontariato».

BUS ALLA MARINA, LA PROTESTA DI ALCUNI GENITORI

“Hanno lasciato a piedi i nostri figli”

Lasciati a piedi alla fermata di Piazza Fiume a Vasto Marina, alcuni ragazzi non ‘ motorizzati ‘ , residenti a Vasto, hanno dovuto provvedere a tornare a casa a piedi, onde evitare di far preoccupare i propri genitori. E’ quanto accaduto a quattro giovani vastesi, che, nella notte tra Sabato e Domenica,dopo aver trascorso tranquillamente la serata a passeggiare tra Viale Dalmazia e Lungomare Cordella, hanno atteso invano l’arrivo dell’autobus per rientrare a casa, dall’1 alle 2:10, decidendo, infine, di andare a piedi. “Vorremmo segnalare i disservizi che l'azienda di pubblico trasporto dà agli utenti, turisti o residenti che siano – si legge nella nota diffusa dai genitori di Luigi, Michele, Ludovica e Fabio - lasciando a piedi decine di persone durante la notte. Nel corso della salita – prosegue la nota - non è transitato alcun autobus proveniente dalla Marina. Pensiamo di avere diritto ad una spiegazione – conclude l’amaro sfogo - e confidiamo che tali disservizi,che non aiutano certo l'immagine della città agli occhi dei numerosi turisti presenti,non abbiano a ripetersi”.E’ certamente, questa, dimostrazione di una scarsa organizzazione del servizio bus, anche da parte del Comune di Vasto. Lasciare a piedi decine di persone, non è certo dimostrazione di professionalità, né tanto meno giova al turismo vastese. Città inglesi, come ad esempio Londra, ma anche alcune italiane, offrono servizi efficientissimi di trasporto pubblico, tanto che spesso conviene usufruire di questi, piuttosto che prendere la propria auto.E questo risolverebbe il problema parcheggi, il problema traffico, la questione smog, e tante altre problematiche. Se solo si potenziasse il trasporto pubblico, facendo sì che gli autobus passassero ogni dieci, quindici minuti al massimo, la Città sarebbe più sgombra dalle automobili, dai motorini e dagli altri mezzi privati; più pulita ed ordinata, insomma.L’unico inconveniente, è che non si devono, poi, lasciare a piedi i passeggeri…

Marco di Michele Marisi