venerdì 19 novembre 2010

Nta, Sigismondi, Marcovecchio e Giangiacomo (Pdl): “Ci hanno messo tre anni per approvarle e senza nemmeno tutti i pareri”

Conferenza stampa questa mattina nella sede del Pdl in Corso Garibaldi

VASTO. Conferenza stampa questa mattina de Il Popolo della Libertà presso la sede del partito di Berlusconi in Corso Garibaldi. A parlare, i Coordinatori cittadini del Pdl, Etelwardo Sigismondi e Manuele Marcovecchio, ed il capogruppo in Consiglio comunale, Guido Giangiacomo. “L’Amministrazione comunale esulta per l’approvazione delle nuove Norme Tecniche di Attuazione del Prg, ma in realtà viene a galla l’ennesima superficialità con la quale la Giunta Lapenna gestisce ogni singolo atto. L’Amministrazione comunale è giunta alla conclusione dell’iter dopo tre anni, tra divisioni interne, rimpasti di Giunta, e avvicendamenti dei vari dirigenti, riuscendo anche a far scadere i termini previsti per la validità delle misure di salvaguardia! Infatti – hanno spiegato gli esponenti del Pdl - come rimarcato in Aula durante il Consiglio comunale di martedì, la legge 380, all’articolo 12, stabilisce in tre anni il termine delle stesse misure, e questo vuol dire che il 24 ottobre l’Amministrazione ha fatto resuscitare, sebbene per pochi giorni, le vecchie norme tecniche. Martedì, accortisi dell’errore commesso – hanno proseguito - hanno cercato di correre ai ripari approvando delle norme senza completare l’acquisizione dei necessari pareri tra cui la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Incidenza Ambientale necessarie a Vasto per la presenza delle aree Sic. La scorsa seduta del Consiglio comunale, quindi, ha evidenziato come anche su un tema che è stato il cavallo di battaglia del centrosinistra nella campagna elettorale del 2006, la maggioranza che amministra questa città è andata in affanno.”
Poi gli esponenti di centrodestra hanno ribadito e spiegato il voto contrario espresso dal gruppo nei confronti dell’adozione definitiva della variante di piano puntualizzando come “sarebbe stato opportuno procedere contemporaneamente sia alla variante delle norme tecniche che a quella della zonizzazione, dando una risposta organica alla questione urbanistica vastese. Una mera diminuzione dei parametri edilizi, significa aggirare il problema piuttosto che risolverlo con grave potenziale impatto anche sulla economia vastese già sofferente a seguito della congiuntura nazionale.”
In conclusione, Sigismondi, Marcovecchio e Giangiacomo hanno sostenuto che “con la modifica delle norme tecniche, l’Amministrazione comunale conferma la confusione e l’assenza di qualsiasi idea di città. La pianificazione costituisce, infatti, un obiettivo strategico e non può essere affrontata a compartimenti stagni, senza avere una visione d’insieme della città e più in generale dell’intero comprensorio. Avere modificato le norme tecniche, peraltro in modo illegittimo, alimenta solo confusione.” Presente all’incontro con i giornalisti anche il Consigliere comunale Nicola Soria.

Il Popolo della Libertà - Vasto

giovedì 18 novembre 2010

VASTO. POLITICA, IL CENTRODESTRA E' PRONTO PER VINCERE

L’intervista doppia, importata dalle Iene di Italia Uno, mette a confronto due personaggi per verificarne l’affinità; allo stesso modo, quella alternata consente di apprezzare o meno la sintonia tra le persone intervistate.

Nel nostro caso, non v’è dubbio che tra Etel Sigismondi e Manuele Marcovecchio – coordinatori del Popolo della Libertà vastese – vi sia un’intesa straordinaria, sul piano umano oltre che politico, e la cosa non è propriamente tipica della ”arena” in cui si misurano.

Due persone che la politica ce l’hanno nel sangue, con militanze ed esperienze diverse e che proprio per questo rappresentano la migliore sintesi di un progetto ambizioso come quello del PDL.

E poiché la sintonia del pensiero appare sincera e non di circostanza, riportiamo l’intervista senza distinguere le risposte, come se l’uno si esprimesse, ad ogni giro, anche in nome e per conto dell’altro.


La prima domanda è scontata: Fini(to) il berlusconismo, Fini(to) il PDL?

Il berlusconismo è una definizione semplicistica di quanto accaduto negli ultimi quindici anni, e francamente non mi appartiene.

Berlusconi è stato semplicemente il personaggio chiave per la nascita del centrodestra in Italia, assumendo una leadership fondata sul consenso di milioni di elettori.

Così la retromarcia di Fini non può mettere in discussione il futuro di un grande partito moderato, liberale, aperto ai valori del cattolicesimo, di profilo europeo, fatto non solo di parlamentari ma anche di tanti, tantissimi amministratori locali.

Per un ex di Alleanza Nazionale vale la stessa cosa?

Direi proprio di sì. La Destra italiana ha avviato negli anni novanta un percorso difficile ma di grande respiro politico, al termine del quale ha trovato la propria maturazione in un progetto, il Popolo della Libertà, che va ben oltre Silvio Berlusconi.

Fini nei mesi passati aveva posto delle questioni anche importanti, di democrazia e partecipazione interna, ma avrebbe dovuto continuare a farlo nel PDL.

Oggi il suo salto nell’incerto, senza una rotta ben determinata, sembra muovere piuttosto da risentimenti personali; e la politica non si può fare né con i sentimenti, né con i risentimenti.

A proposito di partecipazione interna: qualcuno lamenta uno scarso dibattito all’interno del PDL vastese.

Il confronto rappresenta il bene primario per la vita di un partito, ed è nostro interesse alimentarlo.

Il punto più alto di democrazia e partecipazione interna sarà rappresentato dalla celebrazione del prossimo congresso che sconta qualche ritardo per motivi facilmente comprensibili.

Da parte nostra, abbiamo ricevuto l’incarico nel maggio di quest’anno e il mese successivo abbiamo organizzato un grande momento all’Hotel Plaza.

Abbiamo provveduto a costituire un coordinamento che ci supportasse nell’organizzazione del partito e nella condivisione delle responsabilità, e nelle prossime settimane convocheremo l’assemblea degli iscritti.

Veniamo alle questioni che solleticano di più i Vastesi. Nella primavera si vota per il nuovo Sindaco: come vi state preparando?

La risposta l’abbiamo data con quanto appena ricordato.

Inutile fingere di non capire: il centrodestra ha o non ha ancora un candidato Sindaco?

Allora inutile girare intorno alla risposta: no, ma ancora per poco.

Per poco fino a quando?

Non oltre le festività natalizie che, tanto per ricordarlo, iniziano con il Santo Natale e terminano con l’Epifania.

E quindi sarà la Befana a portarci il candidato Sindaco del centrodestra?
Più probabile Babbo Natale.

Abbiamo sinora parlato di Sindaco del centrodestra, e non del solo PDL.

Innanzitutto mi fa piacere sentir parlare di Sindaco, e non di candidato Sindaco, del centrodestra: lapsus profetico! Al di là delle battute, sono convinto sia realizzabile un’intesa con le altre forze politiche del centrodestra, e in primo luogo con l’UDC, che in Provincia di Chieti è alleata Popolo della Libertà.

Ma come annunciato in sede di costituzione del coordinamento cittadino,siamo aperti ad ogni possibile convergenza con tutte quelle aggregazioni che, quanto noi, ritengono necessario chiudere la fallimentare esperienza del centrosinistra alla guida della Città.

Ogni riferimento ad Alleanza per Vasto (Del Prete) e Progetto per Vasto (Desiati) è puramente voluto?

Le alleanze si costruiscono sulla base di un ragionamento politico, che include anche la condivisione di una scelta quale l’individuazione del candidato sindaco.

Se Del Prete e Desiati hanno deciso di autocandidarsi “a prescindere”, come direbbe Totò, non possiamo fare altro che registrare le loro ambizioni e, sportivamente, augurare il nostro in bocca al lupo.

Torniamo al PDL: tanti, troppi pretendenti?

Niente di più falso. Il Popolo della Libertà annovera tra le proprie fila tante persone di qualità che possono esercitare il ruolo di Sindaco: per competenza, per rigore morale, per formazione politica, per umiltà e capacità di dialogo, per cultura amministrativa.

Nessuno ha mai “preteso” la candidatura, nessuno ha mai alimentato polemiche, nessuno ha mai lanciato ultimatum: se qualcuno ha dichiarato di essere disponibile alla candidatura, nello stesso tempo ha dichiarato di essere disponibile a qualsiasi altro impegno, senza se e senza ma.

Questo atteggiamento, già registrato nella costituzione del gruppo unico in consiglio comunale, dimostra la grande maturità del nostro personale politico.

Niente divisioni, quindi, per il futuro.

Per il futuro, prossimo e remoto.

Il centrodestra ha commesso degli errori, li ha riconosciuti, ha pagato il giusto prezzo in termini elettorali, ha voltato pagina ed ha recuperato l’unità.

Eppure qualcuno sostiene che non avete mai finito di litigare.

L’unità si pratica e si dimostra con i fatti, non con le chiacchiere; un gruppo consiliare e un direttivo unitario sono fatti e non chiacchiere. Gli avversari politici devono farsene una ragione: il Popolo della Libertà di Vasto è unito e coeso.

A differenza, ahimè, del centrosinistra.

Del quale parliamo ora.

Senza sviluppare troppi ragionamenti di carattere politico, il fallimento del centrosinistra si può riassumere nel tabellino delle espulsioni e degli addii.

Nell’ordine, sono stati licenziati gli assessori Del Prete, Cerulli, Menna e D’Adamo, con cinque o sei rimpasti di giunta; la maggioranza è passata da ventuno a quindici consiglieri, e il Sindaco Lapenna sopravvive grazie al proprio voto.

Oggi, poi, la maggioranza del Partito Democratico sfiducia pure il Sindaco uscente, chiedendo le primarie, alle quali le sinistre (che delle primarie hanno fatto un vessillo di partecipazione democratica) dicono NO e l’Italia dei Valori dice BOH: ogni ulteriore commento appare superfluo.

Questi gli effetti del fallimento. Le cause?

E’ presto detto: l’eterogeneità delle forze politiche che compongono la maggioranza.

Non si possono tenere in piedi delle coalizioni nelle quali trovi tutto e il contrario di tutto, dove, per citare un solo esempio, di fronte alla crisi economica planetaria alcuni si esprimono contro lo sviluppo del porto di Vasto.

Cosa sarà ricordato dell’Amministrazione Lapenna ?

L’aumento delle imposte e dei tributi, con autentiche legnate sulla testa dei contribuenti per quanto riguarda l’ICI e la TARSU.

Per il resto, un’amministrazione a chilometri zero: nessun investimento di rilievo, nessun progetto di rilancio del turismo, nessun intervento per migliorare i servizi, nessun piano strategico con e per il comprensorio, nessuna azione significativa per il mondo giovanile.

Come pensate di far ripartire la Città ?

Sulle proposte e sui programmi lavoriamo in silenzio, lontano dai riflettori e puntando alla concretezza, consapevoli che, mai come oggi, la gente ha bisogno di tempi certi e non merita di essere presa in giro.

La sfida è difficile, e per questo chi assumerà il governo di Vasto nei prossimi anni ci dovrà mettere fatica, professionalità, fantasia, senso di responsabilità, etica pubblica, coscienza del bene comune.

Non è poco!

Quello che chiediamo è di avere fiducia nella nuova classe dirigente che stiamo organizzando e che intendiamo offrire alla Città.

Vasto non ha bisogno solo di un Sindaco o, peggio ancora, di un Sindaco solo: Vasto ha bisogno di una squadra vincente.

Come l’Inter di Mourinho?

Come l’Inter di Mourinho.

E qui l’intervista si chiude, perché i due coordinatori, per una volta, non si trovano d’accordo.

Orazio Di Stefano