sabato 20 ottobre 2007

Regione : C'ERA UNA VOLTA IL DISTRETTO DEL BENESSERE...

(Nella foto il Capogruppo di AN in Consiglio Regionale, Alfredo Castiglione)

Il Capogruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio Regionale, Alfredo Castiglione, invita alla mobilitazione politica le istituzioni ricompresse nel progetto “Distretto del Benessere” avviato dalla Giunta Pace e prima svuotato e successivamente cancellato dalla Giunta Del Turco.Denuncia Alfredo Castiglione: “Non è possibile obbedire e subire, quando il territorio viene umiliato, chi lo rappresenta deve reagire, il progetto Distretto del Benessere, nato nel 2004 grazie ad un finanziamento della Regione Abruzzo e del Governo Berlusconi di 5.400.000,00 euro, puntava a realizzare sull’area della Majella occidentale infrastrutture che permettessero di superare il Digital-Devide, garantendo la possibilità di collegarsi ad Internet con velocità quantomeno adeguate alle aree metropolitane, e permettere alle aziende ed alla pubblica amministrazione di competere con la globalizzazione”.Prosegue il Capogruppo di AN: “ Del Turco l’ha fatta veramente grossa, dopo aver cancellato il finanziamento di 10 miliardi delle vecchie lire, ha stanziato, a mo’ di contentino, 300.000,00 euro per il Distretto, salvo poi tornare sulla sua decisione e cancellare quello stanziamento al punto da trasformare un progetto, così ampiamente condiviso e voluto, in un contenitore vuoto. Mi auguro che con me reagiscano anche i diretti interessati: le aziende, le imprese, le associazioni, i comuni interessati al progetto ed i colleghi eletti nel collegio di Pescara, non si possono subire queste decisioni senza reagire”.Conclude Castiglione: “Al danno si unisce la beffa per un territorio che questa estate ha subito anche i danneggiamenti degli incendi, ha ottenuto grazie ad una azione congiunta del Consiglio regionale 6.000.000,00 di euro ed ora se li vede minacciati dalla mannaia cieca di Del Turco, mi auguro che si uniscano a me, nella difesa del territorio, anche i Consiglieri Regionali di centro-sinistra”.

NUOVE NORME TECNICHE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE : A RIMETTERCI SARANNO I CITTADINI !

(A rimetterci sarà anche il Centro Storico che sarà destinato a morire)

Dopo le demagogiche promesse in campagna elettorale, dopo i tanti proclami ma soprattutto dopo una travagliata mediazione tra le forze di maggioranza, in questi giorni il centrosinistra scopre le sue carte in materia di urbanistica e porta all’attenzione del Consiglio Comunale e della Città, la proposta di revisione delle Norme Tecniche di Attuazione del Prg (N.T.A).
Ci preme ricordare che il riesame delle le norme di Piano, non è un’invenzione degli attuali Amministratori, ma in realtà era già iniziata con la precedente Amministrazione di centrodestra mediante l’abolizione, ad esempio, del famoso Articolo 72 (trasferimento di cubatura) e ancor di più con la predisposizione di un nuovo testo di norme che, a causa della scadenza del mandato elettorale, non è stato approvato dal Consiglio Comunale.
Il centrodestra si è presentato, quindi, all’appuntamento con le nuove norme senza nessun preconcetto nei confronti della proposta del centrosinistra, senza nessuna riserva, senza nessuna posizione preconfezionata. Anzi, l’atteggiamento che gli uomini della minoranza hanno sempre mantenuto, sin dalla discussione in Commissione Assetto del Territorio, è stato di profonda collaborazione con la disponibilità a mettere in discussione anche alcune scelte fatte in passato.
Con molto rammarico, però, dobbiamo constatare che la disponibilità a collaborare manifestata dal centrodestra, non è stata, invece, gradita dal centrosinistra che, di tutta risposta, si è chiusa a riccio rifiutando qualsiasi emendamento migliorativo proposto dalle minoranze.
Fortunatamente, a “raffazzonare” la posizione critica delle minoranze nei confronti delle nuove NTA, ci sono le numerose perplessità che persistono anche tra i Consiglieri Comunali della maggioranza. Infatti, ricordiamo ai più distratti, che in Commissione Assetto del Territorio, parte dei Rappresentanti della maggioranza, si è astenuta dal votare il testo proposto dall’Amministrazione.
Vale la pena, a questo punto, soffermarci a capire alcuni punti fondamentali delle nuove norme, e capire i motivi che spingono i Partiti della Casa delle Libertà, da sempre favorevoli alla revisione delle NTA, a non condividere le scelte fatte da Lapenna & compagni:
- Le nuove norme immobilizzano il centro storico: Il centrosinistra, in campagna elettorale, aveva espresso la volontà di preservare il territorio comunale da nuove costruzioni. Ci saremmo aspettati, quindi, che nelle norme, fossero stati previsti degli incentivi al recupero del patrimonio edilizio esistente al fine di evitare il sorgere di nuove edificazioni. E invece no! Nel testo redatto dal centrosinistra, infatti, il centro storico sarà assolutamente penalizzato. Quale attività edilizia sarà permessa in queste zone? praticamente nulla: vietate le sopraelevazioni, anche se di modesta entità; vietate le modifiche all’inclinazione delle falde di copertura anche senza variazione all’altezza dell’edificio; vietate le opere di ristrutturazione edilizia. Il risultato? Il centro storico sarà completamente paralizzato!
- Norme Punitive per i piccoli proprietari: le nuove norme, se entreranno in vigore, saranno estremamente restrittive nei confronti dei piccoli proprietari. Infatti, con l’introduzione del lotto minimo, i proprietari che hanno meno di 500 mq di terreno, non potranno realizzare sulla loro proprietà nessun tipo di costruzione.
- Difficile applicabilità: le norme proposte sono estremamente difficili da applicare. A dimostrazione di questo, basta leggere come si determinano le altezze di un edificio da costruire su un lotto edificabile e compreso tra due strade poste a quote differenti: “L’altezza sarà determinata distintamente per ciascuna delle sub-aree risultanti dalla divisione del lotto secondo la linea di equidistanza tra le due strade. Ciascuna sub-area assumerà quale quota di riferimento per l’edificazione che la riguarda, quella della strada sulla quale prospetta”. L’articolo in questione non tiene conto che i lotti, in realtà, non hanno forme regolari e che nella pratica non sarà facile determinare “la linea di equidistanza tra le due strade”.
- Difficoltà nella progettazione: assistiamo all’introduzione di alcuni nuovi parametri che rendono, difatti, estremamente difficile la progettazione. È il caso dell’indice di Utilizzazione del Suolo (Us) che “esprime il rapporto massimo ammissibile tra l’Area Occupata Ao e la Superficie Fondiaria Sf”. Cerchiamo di capire meglio soprattutto cosa intendono i nostri Amministratori per Area Occupata. Per Area Occupata si intende “la superficie impegnata dalla costruzione, misurata lungo il profilo esterno di massimo ingombro; essa risulta individuata dalla proiezione ortogonale sul piano di campagna di tutte le parti fuori ed entro terra dell' edificio (murature perimetrali anche interrate, balconi, sporti di gronda, pensiline, aggetti e simili)”. Leggendo attentamente l’articolato, ci accorgiamo che anche la previsione di una semplice pensilina, necessaria casomai per riparare dalla pioggia il portone d’ingresso, potrebbe costringere il progettista a rivedere tutto il progetto.
Ci siamo limitati a fare solamente alcuni esempi, di ciò che è contenuto all’interno delle nuove norme. Il centrodestra ha già tentato, nella scorsa seduta del Consiglio Comunale, di correggere i numerosi errori contenuti nel testo, con la presentazione di circa 150 emendamenti ma, come già ricordato, il centrosinistra ha ritenuto di non dover accettare la maggior parte dei contributi presentati dalle minoranze.
Francamente, dopo la tanta demagogia profusa in campagna elettorale, da Lapenna & compagni, ci saremmo aspettati una vera e propria proposta di Variante Sostanziale al Piano, ma anche su questo aspetto è importante fare subito una precisazione. Infatti “autorevoli” esponenti della maggioranza sostengono che l’approvazione delle nuove norme è il passo necessario per procedere, in seguito, ad una Variante di PRG. Nulla di più falso! Se il centrosinistra avesse voluto, dal giorno dopo l’insediamento del Sindaco Lapenna, avrebbe potuto cambiare totalmente l’attuale PRG, dando l’incarico per la predispone della variante.
La verità è che nel centrosinistra non ci sono le condizioni politiche per realizzare una vera variante al PRG !
Le norme, per il centrosinistra, rappresentano quindi l’unico strumento per continuare a buttare del fumo negli occhi dei vastesi e per far credere che qualcosa stanno facendo per rivedere il Piano Regolatore. Ciò che più ci dispiace, è che con queste norme, così penalizzanti, chi ci rimettere, saranno ancora una volta i Cittadini.

Etelwardo Sigismondi
(Presidente Circolo AN - Vasto)

venerdì 19 ottobre 2007

COSTITUITO, A VASTO UN "COMITATO CITTADINO PER LA SICUREZZA E LA LEGALITA' "

In data 18/10/2007, presso i locali del circolo della L.A.B., in corso Plebiscito n. 6 a Vasto, i signori:

Giulio Avallone, Christian Lalla, Giampaolo Molino, Pasquale Morone, Carlo Santoro, Etelwardo Sigismondi, Giorgia Trivilini, Mercurio Saraceni, Michele Bozzelli, Mario Baiocco, Camillo Di Virgilio, Marco di Michele Marisi, Yari Perrotti, Giampaolo Di Marco e Michele Suriani

visti i recenti e passati episodi di violenza e criminalità avvenuti in città e nell'intero comprensorio

hanno costituito un comitato di impegno civile denominato: “Comitato Cittadino per la Sicurezza e la Legalità”. Il comitato opererà prevalentemente nel territorio del comune di Vasto e del comprensorio vastese ed ha come scopi ed obiettivi principali:

Sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sui pericoli delle infiltrazioni malavitose nel territorio di Vasto e nel suo comprensorio. Denunciare tramite diverse forme di comunicazione tutti coloro che pongono in essere comportamenti contrari all'ordine pubblico e alla legalità così come stabilito per legge. Diffondere nei cittadini e soprattutto nelle giovani generazioni un senso civico improntato alla cultura della legalità, della giustizia e della meritocrazia. Migliorare la qualità della vita collaborando con le istituzioni a rendere più sicura e vivibile la città di Vasto ed il suo comprensorio.

Gli aderenti al “Comitato per la Sicurezza e la Legalità” promuovono iniziative sociali e culturali finalizzate agli scopi sopraindicati. Sviluppano forme di collaborazione con altre associazioni o gruppi di cittadini che perseguono gli stessi obiettivi. Promuovono il dibattito, l'impegno civile e il confronto con le istituzioni sui temi della sicurezza, della legalità e dell'ordine pubblico.

L'adesione al comitato da parte di partiti, associazioni e liberi cittadini che si riconoscono negli obiettivi e nelle finalità del “Comitato per la Sicurezza e la Legalità” è libera e spontanea ed è auspicabile dal maggior numero di persone possibili, per lanciare un forte segnale di legalità.

Il Comitato convoca, per Sabato 27 Ottobre 2007 alle ore 11.00 a.m., presso i locali de "La Luna nel Pozzo" in Corso Plebiscito n. 6 a Vasto, una conferenza stampa di presentazione del comitato stesso, dei suoi membri, e delle iniziative in programma per i prossimi mesi.

WELFARE, LA RUSSA (AN): GOVERNO INCONCLUDENTE ED INCAPACE

(Nella foto, il Presidente dei Deputati di AN, Ignazio La Russa)

"Solo da noi si assiste a questo pendolo su temi cosi' importanti. Tra qualche giorno scendera' in piazza una parte della maggioranza contro il resto della maggioranza di sinistra. Tant'e' che due Ministri, ieri, al Cdm, si sono astenuti e altri due hanno dato una ridicola adesione condizionata al welfare". Lo ha detto il Presidente dei Deputati di AN, Ignazio La Russa, commentando il passaggio in Cdm del nuovo Ddl che recepisce il protocollo sullo Stato sociale.
"Anche in questa vicenda il Governo manifesta la sua inconcludenza - ha aggiunto La Russa - la sua incongruenza e incapacita' di scegliere una strada che mette a repentaglio non solo sulla pelle dei lavoratori la credibilita' italiana in Europa. Basta vedere il monito dell'Fmi dopo i richiami dei giorni scorsi sui nostri conti pubblici".

CASTIGLIONE (AN) : L'ABRUZZO E' GIA' COMMISSARIATO !

(Nella foto, Alfredo Castiglione, Capogruppo di AN in Consiglio Regionale)

“Affermare che per la Sanità Regionale c’è il rischio di un commissariamento non è del tutto vero: in realtà l’Abruzzo è già commissariato dal giorno successivo alle scorse elezioni regionali, perché il comportamento di Del Turco non è mai stato quello di un Presidente ma piuttosto di un Commissario che procede a colpi di diktat di fronte ad Assessori che non hanno voce in capitolo”.E’ quanto dichiara Alfredo Castiglione, capogruppo di AN in Consiglio Regionale, che aggiunge: “L’Abruzzo in questi anni ha pagato la rissosità interna al centrosinistra, alimentata anche e soprattutto dal delirio di onnipotenza di Del Turco che ha trascinato l’Istituzione Regionale nell’arena di una sceneggiata che, a quel che si legge, durerà ancora molte puntate. Per adesso non ci rimane che sottolineare come la Giunta – avendo sbagliato i conti e dovendo prendere atto che il mutuo di 165 milioni per spese di investimento, cui la legge "omnibus" era agganciata, non può essere acceso – abbia deciso di far pagare il conto ancora una volta alle piccole e medie imprese, agli artigiani, agli agricoltori e all’intero sistema economico regionale. Ormai – conclude Castiglione – la Regione Abruzzo è un’osservata speciale, costantemente sotto la lente di ingrandimento del Ministero, delle agenzie di rating e adesso anche dell’Unione Europea. E’ notizia di oggi, infatti, che sia stato presentato, da parte di Confindustria Abruzzo, un esposto per concorrenza sleale all’antitrust europeo nel quale finiscono nel mirino i superpoteri che la Regione ha dato ad "Abruzzo engineering". Pur di favorire l’amico Quarta e allestire una pericolosa macchina elettorale sotto il controllo diretto del Governatore, si passa sopra a tutto, anche alla legge”.

giovedì 18 ottobre 2007

Regione, L'ABRUZZO MAGLIA NERA NEL SOSTEGNO ALLE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE

La Regione Abruzzo aggiunge ai vari primati negativi, frutto dell’azione del governo Del Turco, anche quello di maglia nera nel sostegno economico alla piccola e media industria. E’ questa la conclusione che si trae dall’articolo pubblicato nei giorni scorsi da “Il Sole 24 Ore” sui finanziamenti pubblici da parte delle regioni italiane alle Pmi.I dati pubblicati dal quotidiano economico di Confindustria traggono spunto dal Rapporto 2007 del Met-Economia e disegnano un quadro a tinte fosche della condizione in cui è costretta ad operare la realtà produttiva abruzzese, mai come oggi penalizzata dalla mancanza di attenzione da parte della giunta regionale.Se, da un lato, il trend del quinquennio 2002/2006 risulta positivo (saldo +13,5%), dall’altro, c’è da rilevare che esso è dovuto esclusivamente all’attività del precedente governo regionale di centro-destra: nel raffronto tra il 2006 e l’anno precedente, infatti, si registra una diminuzione degli stanziamenti pubblici pari al 55,1%, il più alto tra le regioni d’Italia».«A tutto questo si aggiunge l’inasprimento fiscale dell’anno scorso ed il probabile ulteriore incremento della tassazione per il 2007, necessario a coprire il debito sanitario: circostanze che potrebbero consegnare il mondo dell’impresa abruzzese nelle fauci acuminate della recessione più pesante degli ultimi decenni.D’altra parte non ci si poteva aspettare di meglio da un centrosinistra tutto proteso alle lotte di potere interno, a logiche di preservazione dei propri privilegi e ad una politica economico-finanziaria asfittica e senza slanci o soluzioni nuove: dov’è finita la legge sull’innovazione tecnologica? E quella sull’internazionalizzazione delle imprese? Chissà se i dati del “Sole 24 ore” sono in possesso dell’assessore competente Valentina Bianchi: ci piacerebbe sapere cosa ne pensa, sempre se non è troppo impegnata in uno dei suoi frequenti viaggi all’estero che, considerati gli esiti, assomigliano ogni giorno di più a gite di piacere, se non proprio a scampagnate a spese dei cittadini.

LA VIGNETTA


martedì 16 ottobre 2007

Entusiasmo, ma anche rabbia ai cortei nella Roma imperiale.IMPONENTE LA MANIFESTAZIONE DI AN:500.000 NO A PRODI E AL SUO GOVERNO !

(Gianfranco Fini, Presidente di AN, in una recente foto)

Da Fini proposte concrete per il dopo-Prodi

E' chiaro e forte il "no" del popolo di Alleanza Nazionale al governo dell'Unione. Un segnale non solo per la maggioranza, ma anche per l'opposizione. Da tutta Italia sono giunti in 500 mila per gridare "Prodi via subito", chiedendo meno tasse e città più sicure, in quella che è stata la più grande manifestazione di destra dal dopoguerra ad oggi.
Una manifestazione 'colorata' con striscioni (come quello contro i 'bamboccioni' Prodi e Padoa Schioppa), slogan, bandiere (un lunghissimo tricolore portato dai sindaci) e iniziative come la mortadella portata dal Sen. Gramazio o il carretto siciliano.Tanti militanti di AN, ma anche tante persone di tutte le età e tante famiglie che hanno espresso la loro rabbia e la loro protesta contro una pressione fiscale record e contro un governo che non dà risposte sulla sicurezza. Una manifestazione di AN che però ha visto presenti anche Azione Sociale di Alessandra Mussolini, il Mpa di Raffaele Lombardo e i Circoli della Libertà di Michela Vittoria Brambilla.Tre cortei da piazza San Giovanni, piazza dell'Esedra e piazza Indipendenza per confluire davanti al Colosseo e gremire via dei Fori Imperiali dove, prima dell'intervento conclusivo del presidente Gianfranco Fini sono intervenuti il Generale dei Carabinieri Umberto Rocca, rimasto invalido dopo una sparatoria con le Brigate Rosse nel 1975, Bruno Berardi, Presidente di una delle associazioni delle vittime del terrorismo, poi rappresentanti dei vigili del fuoco, degli imprenditori, come il calabrese Callipo, Roberta Moriccioli, figlia del ciclista ucciso per una rapina a Roma, e Renata Polverini, Segretario nazionale del sindacato Ugl. Sono stati anche letti i messaggi inviati da Agnese Borsellino, moglie di Paolo, il magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, e da Rita Dalla Chiesa, figlia del Generale Carlo Alberto, ucciso nel 1982 .Testimonianze di un'Italia che ha chiesto sicurezza, certezza delle pene e un fisco equo con Fini che dal palco ha annunciato quelli che saranno i punti sostenuti dalla destra per tornare al Governo e realizzare un'alternativa al fallimento del Governo dell'Unione che ha portato più tasse e meno sicurezza. Proposte concrete sul piano fiscale a partire dalla riduzione dell'Irpef, l'introduzione del quoziente familiare e l'abolizione dell'Ici sulla prima casa e per vivere più sicuri: dalle modifiche alla legge Gozzini per garantire la certezza della pena all'espulsione degli immigrati che commettono reati, dall'arresto obbligatorio per reati di allarme sociale a più risorse e mezzi per le forze dell'ordine.Una destra viva e forte quella che Alleanza Nazionale ha portato in piazza, dimostrando di essere pronta per una nuova stagione. "AN -ha concluso Fini- può essere, con la forza dell'esempio, con i suoi valori, con un comportamento trasparente, un punto di riferimento Quello di oggi è un trampolino di lancio, deve iniziare da qui una stagione di protagonismo nella Cdl, dove dovremo portare le nostre idee, le idee della destra, e farle diventare un momento obbligato e centrale di confronto politico".

Da: destrasenato.it

Fini a "Il Giornale" : LA CDL SI CONFONTI SU TEMI REALI

(Nella foto, Il Presidente di AN Gianfranco Fini)


Pubblichiamo l'intervista al Leader di AN, Gianfranco Fini, apparsa su "Il Giornale" del 15 Ottobre.

Presidente Fini, è stupito per il successo della «sua» manifestazione?


«Portare 500mila persone in piazza è un risultato al di là di ogni aspettativa. Dimostra che AN è ancora un partito vero e organizzato».


Ha temuto di finire annegato nel battage mediatico delle primarie del Pd?


«Siamo vecchi del mestiere. Sappiamo che una manifestazione del centrodestra ottiene meno spazio di una del centrosinistra. Abbiamo accettato il rischio».

Quale molla ha armato questa mobilitazione spontanea?


«Abbiamo centrato gli argomenti. Sicurezza e fisco sono temi che incidono sulla nostra quotidianità».


Quando ha capito che la macchina funzionava?


«Quando davanti all'ospedale San Giovanni si sono affacciati alcuni malati con la bandierina di An in mano».


Considera questo successo una vittoria personale?


«No, del partito. Quando proposi questa manifestazione c'era scetticismo. Pensavano che senza Berlusconi non ce l'avremmo fatta».


Sarà l'ultima manifestazione «solitaria» di AN?


«Non dipende da noi. Se il centrodestra ritrova la capacità di confrontarsi con i problemi concreti, bene. Altrimenti ci muoveremo in modo autonomo».


L'accuseranno di voler far le scarpe a Berlusconi?


«Ci sono abituato. C'è uno stallo e noi cerchiamo di riempire un vuoto».


Non è una contraddizione spingere per la federazione della Cdl e poi manifestare da soli?


«No. Dobbiamo rilanciare il confronto programmatico. Non ci si può limitare a dire elezioni subito».


Ma lei non vuole le elezioni come tutti gli altri?


«Certo ma non possiamo aspettare Godot all'infinito. In attesa che il governo si decomponga non si può restare con le mani in mano».


Per Prodi è stata una «manifestazione di insulti».


«Ha perso un'occasione buona per stare zitto. Gli capita spesso».


In piazza c'era anche la sua ex moglie Daniela. Le ha fatto piacere?


«Mai dubitato della sua militanza politica. Non dimentichi che ci siamo conosciuti nel partito».


Veltroni ora è un Sindaco a mezzo servizio. Inizierete una campagna perché lasci il Campidoglio?


«La campagna la faremo. È oggettivamente impossibile governare Roma ed essere il leader di un partito. Ma tanto resterà attaccato alla sua poltrona».


Esiste davvero un «modello Roma»?


«Ma quale modello Roma... È un'illusione ottica. Abbiamo iniziato con i campi rom a mettere il degrado della Capitale sotto i riflettori. E non dimentichiamo che a Roma c'è l'imposizione fiscale più alta d'Italia».


Si aspetta che ora cambino gli equilibri dentro il centrosinistra?


«Veltroni dovrà confrontarsi con le tante anime dell'Unione. Vedo che iniziano a parlare di collegialità. Vuol dire che intendono imbrigliare il leader».


Veramente anche lei, durante i 5 anni di governo, usò la parola collegialità.


«E infatti lo feci perché volevo limitare l'azione troppo solitaria di Tremonti».


Veltroni e la sinistra radicale. Conviveranno o no?


«Mi chiedo: il Pd sul welfare avrà la posizione di Bonanni o di Rifondazione? Sulla sicurezza seguirà Amato o Giordano? Altra questione: Veltroni non può che giurare lealtà a Prodi ma ad abbracciare un morto si rischia di morire, o di fare la fine di Rutelli che è sparito dalla circolazione. Prodi oggi è il politico più impopolare d'Italia».


Mi dica una cosa concreta da fare per dimostrare che AN può fare da antidoto all'antipolitica.


«Il riconoscimento giuridico dei partiti. Non è possibile che siano associazioni regolate come bocciofile ma finanziate dallo Stato e abbiano solo diritti senza doveri».


È fantapolitica ipotizzare che Fini e Di Pietro possano convivere nello stesso partito?


«Più che a me lo chieda a lui».


Di Pietro è di destra?


«Su alcuni valori l'affinità è evidente. Ma di fronte al taglio dei fondi per la sicurezza avrebbe il dovere di dimettersi da ministro».


Nel futuro lei sarà premier, Presidente della Camera o Sindaco di Roma?


«Prima pensiamo a vincere le elezioni».


Quante probabilità esistono che si svolga il referendum sulla legge elettorale?


«Più passano i giorni più si avvicina. Noi siamo pronti a discutere su una modifica della legge ma non ne accetteremo una pur che sia, soltanto per evitare il referendum».


Sono vere le voci sulla sua difficile convivenza con il Leader di Forza Italia?


«Berlusconi ha enormi meriti storici. Senza di lui nel '94 avrebbe vinto Occhetto. E il partito di plastica è ancora il primo partito italiano. A fronte di meriti così rilevanti ha difetti altrettanto rilevanti. Ma il mio non è un problema di convivenza. La politica è realismo».


Le dà fastidio l'attenzione dell'informazione sui saluti romani?


«Non sanno come attaccarci. Quando la sinistra va in piazza chiudono i negozi. Ieri c'erano le famiglie con le carrozzine».


È vero che lei vorrebbe Giorgia Meloni segretario di AN?


«Ci sono almeno dieci dirigenti come lei, all'altezza del ruolo. Comunque non mi risulta che la sede sia vacante».


Presidente, ma la Brambilla c'era o non c'era in piazza?


«Io non l'ho vista ma mi ha telefonato per dirmi che ha partecipato».

Prodi reagisce irritato: "lasciateci lavorare". MANOVRA: STRONCATURA SENZA PRECEDENTI

(Nella foto, il Premier "pensante" Romano Prodi)

Finanziaria stroncata senza precedenti. Dopo i richiami del Fondo monetario internazionale e del commissario Ue Almunia, la manovra viene stroncata anche dalla Banca d'Italia e dalla Corte dei Conti. Nel corso dell'audizione al Senato il governatore Draghi e il Presidente della magistratura contabile Tullio Lazzaro non hanno nascosto le loro perplessità su una Finanziaria che aumenta la spesa pubblica e rinvia nel tempo l'obiettivo del pareggio di bilancio.Il numero uno di Bankitalia ha lanciato un duro monito al Governo: "La manovra non sfrutta il favorevole andamento delle entrate per accelerare la riduzione del debito e non restituisce ai contribuenti una quota significativa degli aumenti di gettito". Draghi ha, inoltre, criticato l'elevato livello di tassazione sui cittadini, "che rimane lo stesso del 2007", bocciato il taglio dell'Ici "perché non coerente con l'obiettivo di rafforzare l'autonomia tributaria degli enti territoriali" e definito "poco efficace il bonus sugli incapienti". Una bocciatura su tutta la linea quella del governatore che ha trovato sponda nelle parole del Presidente della Corte dei Conti. "Il quadro alla base della manovra di bilancio per il 2008 - ha affermato Lazzaro - ci prospetta una situazione dei conti pubblici e scelte di copertura dei maggiori oneri che non possono non destare perplessità e preoccupazione". Perplessità sono state espresse dal presidente della Corte dei Conti anche per la scelta del governo di non destinare con la manovra l'extragettito alla riduzione del deficit e del debito.Di fronte alle critiche sulla Finanziaria, Romano Prodi è sempre più nervoso, tanto da replicare in maniera stizzita ad Almunia: "L'Ue ci lasci governare". Il premier ha assicurato che procederà attraverso "un rigoroso e coerente rispetto dei conti pubblici", ma che il pareggio di bilancio arriverà solo nel 2011. Contro Almunia si sono schierati anche Fausto Bertinotti e tutta la sinistra radicale. "Mi pare che Joaquin Almunia abbia improntato tutto il suo ruolo e la sua funzione - ha osservato il Presidente della Camera - a gendarme dell'ortodossia che debbo rispettare, ma non è detto che uno debba genuflettersi". Quanto ai rilievi alla finanziaria del governatore della Banca d'Italia, Bertinotti ha sottolineato che con Draghi, "c'è una diversità di ruoli, lui ha l'autorità della moneta e come governatore della Banca centrale non viene eletto dal popolo e risponde giustamente, dal suo punto di vista, ad altre istanze".Altero Matteoli ha invitato Prodi a riflette sulle stroncature che giungono da tutte le parti alla manovra: "Prima il Fondo Monetario, poi il commissario europeo Almunia, oggi il Governatore, Draghi, e il Presidente della Corte dei Conti, Lazzaro, hanno stroncato con giudizi negativi e allarmanti la finanziaria ed il decreto legge collegato. Si tratta - aggiunge il Presidente dei Senatori di AN - di una bocciatura senza precedenti che dovrebbe far riflettere seriamente Prodi, Padoa Schioppa e l'intero governo". Per Matteoli "non sarà certo con l'irritazione verso Almunia o verso le altre autorità economiche che Prodi potrà cavarsela, provando a giustificare il suo fallimento dopo aver ingannato i cittadini sulle diminuzione delle tasse e sulla spesa pubblica. Non si sbaglia - ha sottolineato l'esponente di AN - quando si afferma che questa manovra serve soltanto al Governo ed alla maggioranza per sopravvivere e per nulla al Paese. La debolezza di questo Governo è altresì provata dalla dichiarazione del presidente della Camera assolutamente fuori luogo. Sabato prossimo chi vorrà - ha concluso Matteoli - ha una buona opportunita' per protestare contro Prodi alla manifestazione di An a Roma".Per Mario Baldassarri, "la Corte dei Conti ha oggi certificato che il disavanzo quest'anno sarebbe stato di 1,2% del Pil, se, come giustamente ha rilevato la Corte, le maggiori entrate fossero andate a coprire, come dovevano, il disavanzo e non aumenti di spesa - ha sottolineato il Capogruppo di AN in Commissione Bilancio del Senato. Il Governo invece lo ha raddoppiato al 2,4%. Il timore è che, come nel 2007, avvenga lo stesso anche nel 2008: con un andamento delle entrate, già oggi palesemente sottostimato per 13 miliardi, che non andrà a ridurre l'indebitamento netto ma probabilmente a finanziare ulteriori aumenti di spesa. E in questo caso, per un fatto puramente aritmetico, la pressione fiscale, a differenza di quello che la Corte ha rilevato come non in sostanziale diminuzione nel prossimo triennio, aumenterebbe ulteriormente".Inoltre Baldassarri ha fatto notare come l'aumento di spesa concentrato prevalentemente su due decreti legge, il decreto di luglio 2007, convertito in legge il 2 agosto, e il decreto primo ottobre, che secondo le valutazioni del governo implicano circa 14,5 miliardi tra maggiori spese e minori entrate, "non sono ancora coperti, visto che la copertura indicata dal Governo nel Bilancio di assestamento non è ancora stato approvato dal Parlamento".Rivolto al Presidente della Corte dei Conti, l'ex Viceministro all'Economia ha chiesto se "dal punto di vista formale e giuridico non sia necessario da parte del Governo assumere la decisione di sospendere gli effetti di quei disegni di legge e di quei decreti, in totale contrasto con l'articolo 81 della Costituzione, almeno fino a quando il Bilancio di assestamento non venga approvato. E che nel Bilancio di assestamento vengano fatti emergere formalmente quelle maggiori entrate che il Governo ha indicato nel corso dei mesi scorsi in 25 miliardi circa rispetto agli andamenti indicati a dicembre del 2006. Io non ho ancora capito - ha concluso Baldassarri - e forse la Corte dei Conti ha maggiori elementi per spiegarcelo, come mai nella nota di variazione al Dpef queste maggiori entrate apportate sono soltanto pari a 19 miliardi e come mai nel Bilancio di assestamento queste maggiori entrate sono soltanto apportate per 12 miliardi".

Da: destrasenato.it

FINANZIARIA, MATTEOLI: DA CDL POCHE MODIFICHE COSI' TOGLIAMO ALIBI A PRODI PER LA FIDUCIA. Welfare, probabili modifiche alle modifiche


(Nella foto, Altero Matteoli, Predidente dei Senatori di AN)

Per far emergere tutte le contraddizioni e le divisioni all'interno della maggioranza, Alleanza Nazionale proporrà agli alleati della Casa delle libertà di presentare cinque o sei emendamenti strategici e qualificanti alla Finanziaria per togliere al Governo l'alibi di porre la fiducia. Ad annunciarlo è il Presidente dei Senatori di AN, Altero Matteoli, che da un seguito parlamentare alla proposta lanciata da Gianfranco Fini nel corso della manifestazione di sabato scorso al Colosseo contro il governo Prodi.
"Proporrò ai colleghi capigruppo del centrodestra cinque o sei emendamenti alla manovra economica, comuni e significativi - ha dichiarato Matteoli - per non dare a Prodi alcun alibi e alcun pretesto per porre la fiducia. Il Governo - ha aggiunto il capogruppo di AN - ha davvero toccato l'apice della sua impopolarità e noi abbiamo il dovere di essere più che mai uniti nel voto parlamentare per far emergere tutte le contraddizioni e le divisioni che ci sono nella maggioranza, anche dopo la nascita del Pd".Nelle prossime ore si terranno riunioni congiunte dei partiti del centrodestra per stilare gli emendamenti che saranno depositati entro il termine stabilito per giovedì prossimo.Probabilmente prima della presentazione i capigruppo si incontreranno per definire i dettagli tecnici e politici delle proposte comuni. Intanto, Romano Prodi continua a smentire se stesso sul protocollo sul welfare e si impegna con i sindacati, incontrati oggi a Palazzo Chigi, a ritornare entro 48 ore al testo sul quale si era raggiunto l'accordo nel luglio scorso. Le dure proteste di Confindustria e sindacati sembrano quindi riuscite a far fare retromarcia al premier, dimostrando che le modifiche non erano per nulla 'marginali', come lui stesso ha continuato anche oggi a ribadire, ma sostanziali nel merito del provvedimento e decisivi per la tenuta del suo governo. Gli stessi leader sindacali, conoscendo l'abilità di Prodi nel cambiare le carte sul tavolo pur di salvare la poltrona, hanno dato al premier 48 ore di tempo per rivisitare il testo e ritornare al contenuto originale."Il Governo ha dato la sua disponibilità a rivedere il testo - ha dichiarato il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. Entro Giovedì, per la riunione degli esecutivi unitari, dobbiamo sapere se è stato ristabilito o se no". Dello stesso avviso il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che stamane aveva minacciato un autunno caldo se il governo non avesse ascoltato le ragioni del sindacato della Cisl: "Abbiamo notato distonie tra protocollo e provvedimento - ha affermato Bonanni - e abbiamo chiesto ragione al governo. Il Parlamento è sovrano ma il governo è parte contraente e su ogni questione deve fare i conti con le volontà di ogni singolo soggetto. Non possono essere portate modifiche senza che una parte ne sappia nulla. Prodi ci ha assicurato - ha aggiunto il segretario della Cisl - un rispetto integrale dell'accordo. Nelle prossime 48 ore faranno delle limature - ha concluso Bonanni - Prodi ci ha assicurato il rispetto dell'accordo firmato con noi". Da Luigi Angeletti della Uil giunge un avvertimento al governo: "Se non si rispetteranno i patti il sindacato reagirà".Anche il Fondo monetario internazionale ha bocciato le modifiche apportate dal governo italiano al protocollo sul Welfare: "si è andati indietro - ha dichiarato il direttore generale Rodrigo Rato - rispetto alle riforme precedenti, con grave rischio per la tenuta dei conti pubblici".

Da: destrasenato.it

domenica 14 ottobre 2007

500.000 IN PIAZZA CON AN PER SFRATTARE PRODI !


(Nella foto, uno dei cortei che ha poi raggiunto il Colosseo, luogo in cui si è svolto il comizio di chiusura della manifestazione)

"Siamo tantissimi, più di mezzo milione, italiani venuti qui per dare lo sfratto al centrosinistra e a Romano Prodi. E' una manifestazione immensa". Così ha esordito ieri il portavoce di AN Andrea Ronchi, aprendo gli interventi dal palco del Colosseo dove era in corso la manifestazione di AN."Sventolate le vostre bandiere - ha detto l'esponente di AN - voi che avete dato vita a questa manifestazione commovente, fortemente voluta dal nostro presidente Gianfranco Fini, che intende parlare non solo al nostro popolo ma a tutti quegli italiani e italiane che continuano a sperare, che vogliono cambiare l'Italia e che non si rassegnano al declino in cui il centrosinistra l'ha portata".

SUCCESSO DEL CONVEGNO DEL CENTRODESTRA AL POLITEAMA RUZZI SULLE NUOVE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE !


Successo del convegno che si è tenuto lo scorso Venerdì al Politeama Ruzzi sulle nuove norme tecniche del Piano Regolatore Generale.
Numerosi gli interventi dei politici locali, ma soprattutto dei tecnici che, nel dettaglio, hanno spiegato molti lati oscuri di queste norme tecniche ma soprattutto molti errori che porteranno alla paralisi della Città del Vasto ed in particolar modo del centro storico. Soddisfazione è stata espressa da uno dei promotori di questo incontro, il Presidente del Circolo di Vasto di Alleanza Nazionale, Etelwardo Sigismondi il quale, nel suo intervento sia tecnico che politico, ha motivato le ragioni di un impegno da parte del Partito di Fini anche per quanto riguarda gli emendamenti presentati. I consiglieri Comunali di Alleanza Nazionale , infatti, hanno presentato, a queste nuove norme, 34 emendamenti affinché si tenti di frenare i numerosissimi problemi che questo provvedimento del centrosinistra porterà alla nostra Città. Presenti,anche, tra il pubblico,numerosi esponenti di Alleanza Nazionale e del Direttivo Cittadino dello stesso partito.

WELFARE : ACCORDICCHIO. MA IL GOVERNO RESTA DIVISO. Confindustria non ci sta: "bisogna ridiscutere"

(Nella foto, la sala dove si riunisce il Consiglio dei Ministri)

Accordo al ribasso ma il Governo resta diviso mentre Confindustria non ci sta. Come previsto il Governo modifica il protocollo sul welfare aprendo alle richieste della sinistra radicale nel tentativo di evitare il baratro e lasciando al Parlamento il compito di apportare ulteriori cambiamenti. Il disegno di legge che recepisce il protocollo non ha però ottenuto l'unanimità dal Consiglio dei Ministri: Ferrero (Prc) e Bianchi (Pdci) si sono astenuti, mentre Pecoraro Scanio (Verdi) e Mussi (Sd) hanno espresso il loro sì con riserva perché hanno considerato insufficienti le modifiche apportate al testo. Tutti e quattro i Ministri della sinistra radicale guardano al Parlamento per ulteriori modifiche. A Prodi che cerca di derubricare le modifiche sul welfare a semplici aggiornamenti replica in serata la Confindustria che evidenzia l'importanza delle modifiche apportate oggi al protocollo e richiede al governo di riaprire su questi punti la discussione con le parti sociali.Sono tre le novità introdotte oggi nel protocollo sul welfare siglato dal governo lo scorso Luglio con le parti sociali e approvato ieri dal referendum da oltre l'81% dei lavoratori. Per i contratti a termine, dopo i primi 36 mesi, è previsto un solo rinnovo, da stipulare davanti ad un esponente sindacale delle sigle più rappresentative. Salta invece il tetto ai lavori usuranti (in origine 5.000 l'anno), ma il fondo di garanzia resta invariato a 2 miliardi di euro. Viene infine introdotta la "cassa integrazione ambientale" ovvero si estende l'utilizzo degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori delle aziende in difficoltà per crisi ambientali. Mussi, Bianchi Pecoraro Scanio e Ferrero hanno chiesto che il contratto a termine non possa essere reiterato neanche una volta e chiedono più risorse per i lavoratori usuranti. Ma dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e dal Ministro Damiano, è arrivato subito uno stop. Padoa-Schioppa ha precisato che nel caso di ulteriori modifiche eventuali coperture "dovranno essere reperite all'interno dello stesso sistema previdenziale". Mentre Damiano "suggerisce di non chiedere troppi cambiamenti. Se si tira da una parte e dall'altra si rischia di perdere la rotta". Disappunto per le modifiche apportate al protocollo è stato espresso dal diniano Natale D'Amico: "Registriamo con disappunto e preoccupazione che, nonostante gli impegni più volte ripetuti, e nonostante l'esito netto della consultazione referendaria, il Governo abbia ritenuto di modificare il protocollo in materia di pensioni e welfare''. Per il Sen. D'Amico "alcune forze politiche della sinistra radicale, anche attraverso l'astensione di alcuni Ministri di loro espressione, prefigurano ulteriori modifiche in Parlamento; con ciò lavorando per una sconfessione del sindacato, che avrebbe esiti disastrosi. Non li potremo seguire su questa strada". Altero Matteoli ha osservato che "Prodi si cala le braghe a puntate, come era largamente previsto. Oggi - ha spiegato il Presidente dei Senatori di AN - Prodi si è spogliato di fronte alla sinistra radicale di quel tanto che bastava per evitare il baratro subito, da domani lascera' al Parlamento il compito di denudarlo del tutto. E' un gioco delle parti concordato e davvero indecoroso - ha aggiunto Matteoli - finalizzato al galleggiamento sperando di evitare il voto che rappresenta per tutta la sinistra un incubo. Stesso ragionamento vale per il rinvio del pacchetto sicurezza. AN e credo tutta l'opposizione voteranno decisamente contro questo disegno di legge che - conclude Matteoli - completa in modo ancor più disastroso una manovra finanziaria già di per sé dannosa per le aspettative dei cittadini e per le necessità di crescita del Paese".Il governo ha deciso che il provvedimento inizierà il suo iter alla Camera e non al Senato, dove è gia iniziata la discussione alla legge finanziaria a cui il ddl è collegato, per evitare che le contraddizioni tra riformisti e massimalisti possano provocare la crisi di governo. Il Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha confermato il varo del ddl entro il 31 dicembre e ha escluso 'spacchettamenti' tra le norme che riguardano le pensioni ( per evitare che lo scalone della riforma Maroni entri in vigore il 1 Gennaio del 2008) e quelle che riguardano la legge Biagi. Romano Prodi, lasciando una riunione di maggioranza al Senato, ha tentato di rassicurare i riformisti della maggioranza che le modifiche operate dal Governo sul protocollo sono aggiornamenti. Parole che vengono smentite dalla Confindustria che evidenzia come "le modifiche apportate al protocollo sul welfare non sono lievi, ma per certi versi si è proceduto ad una vera e propria riscrittura della disciplina complessiva del contratto a termine. Si tratta - si legge in una nota - di scelte precise che il Governo ha fatto in aggiunta alle intese con le parti sociali. Su questi punti occorre riaprire la discussione nel rispetto dello spirito del protocollo".