Accordo al ribasso ma il Governo resta diviso mentre Confindustria non ci sta. Come previsto il Governo modifica il protocollo sul welfare aprendo alle richieste della sinistra radicale nel tentativo di evitare il baratro e lasciando al Parlamento il compito di apportare ulteriori cambiamenti. Il disegno di legge che recepisce il protocollo non ha però ottenuto l'unanimità dal Consiglio dei Ministri: Ferrero (Prc) e Bianchi (Pdci) si sono astenuti, mentre Pecoraro Scanio (Verdi) e Mussi (Sd) hanno espresso il loro sì con riserva perché hanno considerato insufficienti le modifiche apportate al testo. Tutti e quattro i Ministri della sinistra radicale guardano al Parlamento per ulteriori modifiche. A Prodi che cerca di derubricare le modifiche sul welfare a semplici aggiornamenti replica in serata la Confindustria che evidenzia l'importanza delle modifiche apportate oggi al protocollo e richiede al governo di riaprire su questi punti la discussione con le parti sociali.Sono tre le novità introdotte oggi nel protocollo sul welfare siglato dal governo lo scorso Luglio con le parti sociali e approvato ieri dal referendum da oltre l'81% dei lavoratori. Per i contratti a termine, dopo i primi 36 mesi, è previsto un solo rinnovo, da stipulare davanti ad un esponente sindacale delle sigle più rappresentative. Salta invece il tetto ai lavori usuranti (in origine 5.000 l'anno), ma il fondo di garanzia resta invariato a 2 miliardi di euro. Viene infine introdotta la "cassa integrazione ambientale" ovvero si estende l'utilizzo degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori delle aziende in difficoltà per crisi ambientali. Mussi, Bianchi Pecoraro Scanio e Ferrero hanno chiesto che il contratto a termine non possa essere reiterato neanche una volta e chiedono più risorse per i lavoratori usuranti. Ma dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e dal Ministro Damiano, è arrivato subito uno stop. Padoa-Schioppa ha precisato che nel caso di ulteriori modifiche eventuali coperture "dovranno essere reperite all'interno dello stesso sistema previdenziale". Mentre Damiano "suggerisce di non chiedere troppi cambiamenti. Se si tira da una parte e dall'altra si rischia di perdere la rotta". Disappunto per le modifiche apportate al protocollo è stato espresso dal diniano Natale D'Amico: "Registriamo con disappunto e preoccupazione che, nonostante gli impegni più volte ripetuti, e nonostante l'esito netto della consultazione referendaria, il Governo abbia ritenuto di modificare il protocollo in materia di pensioni e welfare''. Per il Sen. D'Amico "alcune forze politiche della sinistra radicale, anche attraverso l'astensione di alcuni Ministri di loro espressione, prefigurano ulteriori modifiche in Parlamento; con ciò lavorando per una sconfessione del sindacato, che avrebbe esiti disastrosi. Non li potremo seguire su questa strada". Altero Matteoli ha osservato che "Prodi si cala le braghe a puntate, come era largamente previsto. Oggi - ha spiegato il Presidente dei Senatori di AN - Prodi si è spogliato di fronte alla sinistra radicale di quel tanto che bastava per evitare il baratro subito, da domani lascera' al Parlamento il compito di denudarlo del tutto. E' un gioco delle parti concordato e davvero indecoroso - ha aggiunto Matteoli - finalizzato al galleggiamento sperando di evitare il voto che rappresenta per tutta la sinistra un incubo. Stesso ragionamento vale per il rinvio del pacchetto sicurezza. AN e credo tutta l'opposizione voteranno decisamente contro questo disegno di legge che - conclude Matteoli - completa in modo ancor più disastroso una manovra finanziaria già di per sé dannosa per le aspettative dei cittadini e per le necessità di crescita del Paese".Il governo ha deciso che il provvedimento inizierà il suo iter alla Camera e non al Senato, dove è gia iniziata la discussione alla legge finanziaria a cui il ddl è collegato, per evitare che le contraddizioni tra riformisti e massimalisti possano provocare la crisi di governo. Il Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha confermato il varo del ddl entro il 31 dicembre e ha escluso 'spacchettamenti' tra le norme che riguardano le pensioni ( per evitare che lo scalone della riforma Maroni entri in vigore il 1 Gennaio del 2008) e quelle che riguardano la legge Biagi. Romano Prodi, lasciando una riunione di maggioranza al Senato, ha tentato di rassicurare i riformisti della maggioranza che le modifiche operate dal Governo sul protocollo sono aggiornamenti. Parole che vengono smentite dalla Confindustria che evidenzia come "le modifiche apportate al protocollo sul welfare non sono lievi, ma per certi versi si è proceduto ad una vera e propria riscrittura della disciplina complessiva del contratto a termine. Si tratta - si legge in una nota - di scelte precise che il Governo ha fatto in aggiunta alle intese con le parti sociali. Su questi punti occorre riaprire la discussione nel rispetto dello spirito del protocollo".
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