giovedì 26 luglio 2007

La sinistra radicale respinge il protocollo sul welfare.PRODI BOCCIATO SENZA APPELLO.Matteoli (AN):la sua è una via crucis infinita


24/07/2007 - DOPO LE CRITICHE di Rifondazione comunista e del Pdci sulla riforma del sistema previdenziale, si riaccende lo scontro tutto interno alla maggioranza, con la sinistra radicale che boccia senza appello il protocollo sul welfare che solo ieri sera Prodi aveva magnificato presentandolo come un'altra vittoria del suo governo. Per il Prc, Pdci, Verdi e Sinistra democratica le misure presentate dal ministro del Lavoro Damiano, che hanno ottenuto il via libera dei sindacati, sono insufficienti per fronteggiare il precariato e inadeguate a modificare la legge Biagi, mentre è considerata inaccettabile la decisione di allegerire il carico fiscale alle imprese per le ore di lavoro straordinario. "Non siamo stati coinvolti in questa discussione - dichiara Franco Giordano - non ci sentiamo legati al rispetto di nulla visto che siamo lontani anni luce dal programma. Per questa ragione - aggiunge il segretario di Rifondazione comunista - si apre un conflitto sulla proposta avanzata dal ministro Damiano e il nostro voto dipenderà dall'esito del conflitto". Dissenso sulle parti del protocollo che riguardano la competitività e il mercato del lavoro viene espresso da Fabio Mussi, ministro dell'Università e Ricerca scientifica: "Su questi punti proporremo - annuncia il leader della Sinistra democratica - soluzioni diverse da quelle del protocollo e più coerenti con il programma dell'Unione". Per Pecoraro Scanio, "su precariato e competitività la posizione è arretrata, non ci siamo proprio. È un accordo che sa di muffa, che non guarda al futuro". Il protocollo sul welfare non piace neppure a Diliberto: "Dopo un pessimo accordo sulle pensioni - attacca il segretario del Pdci - è arrivato un altrettanto pessimo, se non peggiore ancora, protocollo sul welfare".Lapidario il commento di Altero Matteoli, capogruppo di An al Senato: "Giordano, Mussi, Rizzo e Pecoraro bocciano senza appello il protocollo sul welfare che solo ieri sera Prodi aveva magnificato presentandolo come un'altra vittoria del suo governo. Ogni giorno ha la sua pena - aggiunge Matteoli - ma per Prodi le pene quotidiane sono più d'una. Ogni volta che apre bocca viene smentito subito dalla sua maggioranza: la sua è una via crucis infinita. Siamo di fronte ad un'altra, e probabilmente non ultima, prova che il governo non può restare alla guida del Paese, ormai frastornato dalle liti senza fine tra ministri, tra esponenti riformisti e massimalisti, mentre il presidente del Consiglio - conclude l'esponente di An - non riesce a coordinare nulla ed appare come un elefante in una cristalleria".Intanto, restano i dubbi dell'Unione europea sulla sostenibilità finanziaria della controriforma delle pensioni voluta dal governo Prodi: "Anche dopo la riforma - nota il commissario Almunia - la spesa per le pensioni rimarrà tra le più alte nella Ue". Molto critico anche il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, "Siamo in una fase nella quale è inevitabile che ci sia un aggiustamento graduale del sistema pensionistico. Ma è talmente graduale - aggiunge Draghi - che forse non ne vedremo mai la fine".

Da: destrasenato.it

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