Mauro Febbo, capogruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio Provinciale, ed ex Presidente della Provincia di Chieti, alza un vero e proprio polverone sul caso OPS, società partecipata dalla Provincia di Chieti che detiene il 78% del capitale sociale e che si occupa della verifica di impianti termici e della gestione del sistema informativo provinciale integrato.
Dallo studio della documentazione, infatti, emerge che la delibera relativa all'acquisizione da parte della Provincia delle quote di capitale della Ops spa -detenute attualmente da soggetti privati- è stata approvata da 15 consiglieri di maggioranza. Ma quella delibera è priva dell'impegno di spesa, né può finanziarsi l'acquisto delle quote dei privati mediante l'ipotizzata distribuzione di utili da parte della società,visto che la Ops, non solo ha chiuso l'esercizio al 31 dicembre 2006 con una perdita di 248.419,71 euro come da relazione di stima del prof. Andrea Ziruolo, ma il bilancio preventivo 2008-2010 della società prevede una perdita di 275.995,00 euro per l'esercizio 2007.L'assemblea dei soci della Ops non può dunque deliberare la distribuzione di utili se non previa copertura delle perdite.E così il capogruppo di AN ha diffidato i dirigenti dei Settori Ragioneria ed Ambiente della Provincia dal dare esecuzione alla suddetta delibera, inviando gli atti anche al Procuratore regionale della Corte dei Conti e al Prefetto di Chieti.Emerge pure che la valutazione delle azioni dei privati sia eccessiva perché non tiene in conto la perdita prevista per l'esercizio in corso. E se fosse vera la premessa su cui si fonda la delibera, ovvero il preteso divieto a carico della Ops di continuare ad operare per conto della Provincia dopo il 31 dicembre del 2008, alla scadenza della convenzione in essere, allora, il valore reddituale della Ops, sarebbe nullo, trattandosi di società destinata alla liquidazione.Il vero problema di una Ops interamente pubblica, è che non essendoci l'obbligo di procedere a gare d'appalto, per l'affidamento dei servizi, tra i quali la manutenzione delle strade che l'Ops si appresta ad assumere, l'Amministrazione Coletti continuerà a fare clientela, ovvero ad incrementare ulteriormente il numero degli interinali, passati negli ultimi tre anni e mezzo da 58 a 280 con una spesa a carico della Provincia di 6 milioni di euro l'anno, e dunque ad ingrossare le file dell'esercito dei precari, peraltro nel silenzio più assoluto di Rifondazione Comunista e della Cgil, e salterà il Patto di stabilità.E il mancato rispetto del Patto di stabilità sta già provocando seri problemi: non vengono pagati i fitti, i fornitori, le bollette delle utenze principali, non si comprano banchi e arredi scolastici.Un risultato comunque la diffida lo ha già prodotto poichè il Consiglio di Amministrazione dell'Ops, convocato per il 26 Ottobre, non ha approvato l'acquisizione della quota dei privati rinviando ogni decisione al 22 novembre. In quella sede dovrebbe decidere anche sulla distribuzione degli utili, secondo quanto deliberato dal Consiglio Provinciale: ma di quali utili parliamo?
L'acquisto delle azioni dei soci minoritari privati rappresenta, quindi, un'operazione giuridicamente ed economicamente non necessaria e come tale non conforme ai principi di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa.
Dallo studio della documentazione, infatti, emerge che la delibera relativa all'acquisizione da parte della Provincia delle quote di capitale della Ops spa -detenute attualmente da soggetti privati- è stata approvata da 15 consiglieri di maggioranza. Ma quella delibera è priva dell'impegno di spesa, né può finanziarsi l'acquisto delle quote dei privati mediante l'ipotizzata distribuzione di utili da parte della società,visto che la Ops, non solo ha chiuso l'esercizio al 31 dicembre 2006 con una perdita di 248.419,71 euro come da relazione di stima del prof. Andrea Ziruolo, ma il bilancio preventivo 2008-2010 della società prevede una perdita di 275.995,00 euro per l'esercizio 2007.L'assemblea dei soci della Ops non può dunque deliberare la distribuzione di utili se non previa copertura delle perdite.E così il capogruppo di AN ha diffidato i dirigenti dei Settori Ragioneria ed Ambiente della Provincia dal dare esecuzione alla suddetta delibera, inviando gli atti anche al Procuratore regionale della Corte dei Conti e al Prefetto di Chieti.Emerge pure che la valutazione delle azioni dei privati sia eccessiva perché non tiene in conto la perdita prevista per l'esercizio in corso. E se fosse vera la premessa su cui si fonda la delibera, ovvero il preteso divieto a carico della Ops di continuare ad operare per conto della Provincia dopo il 31 dicembre del 2008, alla scadenza della convenzione in essere, allora, il valore reddituale della Ops, sarebbe nullo, trattandosi di società destinata alla liquidazione.Il vero problema di una Ops interamente pubblica, è che non essendoci l'obbligo di procedere a gare d'appalto, per l'affidamento dei servizi, tra i quali la manutenzione delle strade che l'Ops si appresta ad assumere, l'Amministrazione Coletti continuerà a fare clientela, ovvero ad incrementare ulteriormente il numero degli interinali, passati negli ultimi tre anni e mezzo da 58 a 280 con una spesa a carico della Provincia di 6 milioni di euro l'anno, e dunque ad ingrossare le file dell'esercito dei precari, peraltro nel silenzio più assoluto di Rifondazione Comunista e della Cgil, e salterà il Patto di stabilità.E il mancato rispetto del Patto di stabilità sta già provocando seri problemi: non vengono pagati i fitti, i fornitori, le bollette delle utenze principali, non si comprano banchi e arredi scolastici.Un risultato comunque la diffida lo ha già prodotto poichè il Consiglio di Amministrazione dell'Ops, convocato per il 26 Ottobre, non ha approvato l'acquisizione della quota dei privati rinviando ogni decisione al 22 novembre. In quella sede dovrebbe decidere anche sulla distribuzione degli utili, secondo quanto deliberato dal Consiglio Provinciale: ma di quali utili parliamo?
L'acquisto delle azioni dei soci minoritari privati rappresenta, quindi, un'operazione giuridicamente ed economicamente non necessaria e come tale non conforme ai principi di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa.
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