Sì al dialogo sulle riforme, ma nessun ritorno al passato. No al "Vassallum" e soprattutto nessuna forma di sostegno verso il governo Prodi. E' stato chiaro il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini nel corso del suo incontro sulle riforme con il segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni.
AN non baratta la sua eventuale disponibilità a modificare la legge elettorale e varare riforme istituzionali con una qualsiasi forma di benevolenza verso il Governo dell'Unione e se Prodi cade, si va subito alle urne. Confermata inoltre la distanza dal 'modello tedesco' e pienamente ribadita la scelta del bipolarismo. "Ho detto al segretario del Pd -ha affermato- che ogni discussione su un nuovo sistema elettorale deve avere come stella polare la volontà degli elettori. E che quindi i cittadini devono in ogni caso poter scegliere, oltre al partito, la coalizione, il programma e il candidato Premier". Per Fini infatti sarebbe "deprecabile" tornare indietro; "tanto più se si considera che i sistemi di voto in vigore per le comunali, provinciali e regionali hanno tutte un impianto bipolare che funziona benissimo".Il leader di AN ha anche ribadito di essere d'accordo sulla necessità di modificare la Costituzione: "Il rafforzamento dei poteri del Premier, il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei Parlamentari, ci vedono sostanzialmente concordi". Fini ha poi annunciato che sarà sottoscritta la proposta di modifica dei regolamenti parlamentari per cui potranno essere formati gruppi soltanto se corrispondenti alle liste presentate alle elezioni, evitando così frammentazione e proliferazione dei gruppi. Risposta sibillina alla domanda se sosterrebbe un Governo istituzionale chiamato a fare quelle stesse riforme nel momento in cui cadesse Prodi. "Se questo Governo cade - ha detto - il Presidente della Repubblica dovrebbe, come prescrive la Costituzione, verificare se esiste un'altra maggioranza in Parlamento. In caso negativo dovrebbe indire le elezioni".Quindi le posizioni tra AN e Partito Democratico restano distanti soprattutto sulla legge elettorale, ma sui 'massimi sistemi' è possibile raggiungere un'intesa senza coinvolgere in alcun modo il Governo.
AN non baratta la sua eventuale disponibilità a modificare la legge elettorale e varare riforme istituzionali con una qualsiasi forma di benevolenza verso il Governo dell'Unione e se Prodi cade, si va subito alle urne. Confermata inoltre la distanza dal 'modello tedesco' e pienamente ribadita la scelta del bipolarismo. "Ho detto al segretario del Pd -ha affermato- che ogni discussione su un nuovo sistema elettorale deve avere come stella polare la volontà degli elettori. E che quindi i cittadini devono in ogni caso poter scegliere, oltre al partito, la coalizione, il programma e il candidato Premier". Per Fini infatti sarebbe "deprecabile" tornare indietro; "tanto più se si considera che i sistemi di voto in vigore per le comunali, provinciali e regionali hanno tutte un impianto bipolare che funziona benissimo".Il leader di AN ha anche ribadito di essere d'accordo sulla necessità di modificare la Costituzione: "Il rafforzamento dei poteri del Premier, il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei Parlamentari, ci vedono sostanzialmente concordi". Fini ha poi annunciato che sarà sottoscritta la proposta di modifica dei regolamenti parlamentari per cui potranno essere formati gruppi soltanto se corrispondenti alle liste presentate alle elezioni, evitando così frammentazione e proliferazione dei gruppi. Risposta sibillina alla domanda se sosterrebbe un Governo istituzionale chiamato a fare quelle stesse riforme nel momento in cui cadesse Prodi. "Se questo Governo cade - ha detto - il Presidente della Repubblica dovrebbe, come prescrive la Costituzione, verificare se esiste un'altra maggioranza in Parlamento. In caso negativo dovrebbe indire le elezioni".Quindi le posizioni tra AN e Partito Democratico restano distanti soprattutto sulla legge elettorale, ma sui 'massimi sistemi' è possibile raggiungere un'intesa senza coinvolgere in alcun modo il Governo.
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