mercoledì 21 novembre 2007

L'ERRORE DELL'ORGOGLIO

(Nell'immagine, il logo del nuovo partito di Berlusconi)

Questa volta il Cavaliere l’avrebbe fatta grossa. Spesso ironico nei confronti della sua pupilla, Michela Vittoria Brambilla, non a caso soprannominata “signorina Esonda”, l’ex Premier si starebbe macchiando dello stesso, macroscopico difetto. Ricapitoliamo i fatti berlusconiani degli ultimi tempi, prima di giudicare il “coupe de teatre” di Piazza San Babila. Irrimediabilmente proiettato[...] verso la fantomatica “spallata”, annunciata ogni dieci giorni come inevitabile, immediata, unica tattica possibile per il centro – destra, il Leader della CdL ha impegnato gli ultimi mesi circuendo Senatori dell’altra riva (shopping parlamentare), sostenendo i “Liberaldemocratici” del già traditore Lamberto Dini, finanziando, diciamo solo politicamente, ma voci maligne dicono persino fattivamente, la scissione storaciana de La Destra “incazzata e con la bava alla bocca”.Forse, occorrerebbe ammetterlo, non una visione così lungimirante, visto la tenuta autunnale del governo Prodi, le scadenze europee in avvicinamento, ma soprattutto il ritardo programmatico e organizzativo sul Partito democratico di Walter Veltroni.Dunque, cerchiamo di chiarire il punto, partendo da una sensazione. Il “Partito della libertà”, nato d’impeto, o d’imperio, in Piazza San Babila lo scorso 18 novembre, sembrerebbe non rappresentare nulla di nuovo; non racchiudere in sé alcuna novità ideale o programmatica, non nascere per costituire, dal grembo, l’unità dei conservatori italiani.Confermiamo il termine sensazione: innervosito dalla sconfitta parlamentare, scocciato dalla volontà riformista di Alleanza Nazionale in senso francese, dell’UDC in senso tedesco, scavalcato per Innovazione (?) da Veltroni, il Cavaliere parrebbe aver colto la prima occasione presentatasi, per copiare spudoratamente il processo comunicativo del nascente Partito democratico, mettendo alle strette gli (ex?) alleati.Un po’ di gazebo sparsi per l’Italia, firme ( al posto di voti ), numeri si spera non campati in aria come Cicchitto soleva ricordare per le primarie d’Ottobre, un nome nuovo, quasi inventato sul momento data l’incertezza assoluta, sia di pronuncia che d’organizzazione; così si vorrebbe miracolosamente nato il futuro del centro – destra italiano.Nei fatti, l’ex Premier unisce in un solo partito ciò che già stava assieme con un po’ di diffidenza, ossia Forza Italia e i Circoli della libertà, questi ultimi inizialmente finalizzati alla creazione del partito unitario della Cdl, ma nella realtà, precise riedizioni della FI antipolitica del ’94.Una rinfrescata, un rinnovamento pubblicitario, un’operazione di marketing imprenditoriale più che un importante passo politico di matrice europea, dunque. O meglio, una prova d’orgoglio, il tentativo di trasformare, a spese del sistema politico nazionale, il principale partito italiano in una forza tanto individualista quanto egemone. E se questo giudizio dovrà essere confermato, per fortuna di chi vive in democrazia, dal suffragio popolare, il mancato accordo all’interno dell’ormai ex Casa delle Libertà sulle riforme istituzionali ed elettorali necessarie all’Italia, si rivela macchia indelebile sul futuro politico di questo sfortunato paese, destinato alla perenne arretratezza culturale e costituzionale.

Giacomo Petrella

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