venerdì 23 novembre 2007

Regione, DI STEFANO (AN) E DE MATTEIS (IDC) : LEGGE SUL RICICLO IDRICO: NORMA CONFUSA ED IPOCRITA

(Nella foto, il Consigliere Regionale di AN, Fabrizio Di Stefano)

«Confusa ed ipocrita» così i Consiglieri Regionali Fabrizio Di Stefano (AN) e Giorgio De Matteis (Idc) hanno definito la legge stralcio sul riordino del ciclo idrico integrato approvata dal centro-sinistra nel corso dell’ultimo Consiglio.«È una norma ipocrita – ha attaccato Di Stefano – perché l’intento riformatore è solo un paravento dietro il quale si nascondono maldestramente le faide del Pd ed, in particolare, quelle riferite all’area pescarese dove si apprestavano a rinnovare i vertici di Ato e Aca con nominativi poco graditi ai big seduti in Consiglio Regionale».«Quanto ai costi – prosegue Di Stefano – in realtà si tratta di una legge che, per quanto riguarda le società di gestione, invece di contenerli li mantiene inalterati, perché obbliga tali enti a non procedere all’adeguamento previsto dalla finanziaria nazionale e cioè alla riduzione a tre dei componenti dei consigli di amministrazione».«La legge aprirà la strada all’ingovernabilità di un settore già di per sé complesso – è il commento di De Matteis – perché, se da un lato, stabilisce che ad ogni Ato deve corrispondere un unico gestore, dall’altro proroga per sei mesi le convenzioni già in essere con le dieci società che, attualmente, si occupano del ciclo idrico integrato».L’esponente dell’Idc fa rilevare, inoltre, che «il testo approvato in Aula interviene su materie non di sua competenza, infatti i gestori sono società per azioni che sono regolamentate dal codice civile e non dal diritto amministrativo».Di Stefano e De Matteis concludono ricordando che «l’opposizione aveva fatto delle aperture nei confronti della maggioranza per discutere di un testo di legge che fosse veramente innovativo, mentre invece ci siamo ritrovati a fare i conti con personalismi che hanno generato un mostro giuridico senza capo né coda che, alla fine, creerà soltanto una gran confusione tra gli utenti e genererà un ampio malcontento tra i sindaci che si sono ritrovati commissariati nello svolgimento di un servizio di cui sono titolari, da cui potrebbero derivare ricorsi e contenziosi».

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