Alleanza Nazionale è determinata ad andare avanti sulla strada di Fiuggi con i suoi programmi, le sue idee, i suoi valori, parlando ad una pluralità di soggetti che siano alternativi alla sinistra. "Se viene meno la logica della coalizione - ha dichiarato Gianfranco Fini al termine dell'Esecutivo del partito - se la Cdl è da considerarsi archiviata, per Alleanza Nzionale ciò non significa l'archiviazione del popolo del centrodestra. Ognuno si può confrontare liberamente con tutti: soggetti politici e persone fisiche, chiunque insomma sia interessato ad un progetto per l'Italia, ad un modello di governo alternativo alle sinistre. Poi, chi ha più filo da tessere tesserà".E' in questa logica che Fini ha parlato di "competizione" con Forza Italia o con il nuovo partito che ne prenderà il posto, "una competizione che - ha spiegato - è nella logica dell'archiviazione della CdL di un sistema di voto proporzionale e che sarà portata avanti con una strategia fatta di determinazione e unità nel partito". Sul territorio, in vista delle amministrative della prossima primavera, Fini ha ribadito che "per quel che ci concerne non c'è nessun terremoto. E' falso che ci sarebbe una vendetta che porterebbe An a mettere in discussione le giunte di centrodestra, non siamo nati ieri, non ci saranno da parte nostra prese di posizione che possano favorire il centrosinistra. Dove si andrà a votare, se c'è condivisione di programma e di candidature, per noi non cambia niente. Berlusconi dovrà dire se per lui cambia qualcosa". Fini ha inoltre auspicato che il governo cada al più presto, ma ha altresì precisato che fino a che ha i numeri per governare An è pronta a dialogare sulle riforme, a partire dall'incontro di lunedì con Veltroni. "Per Alleanza Nazionale - ha osservato Fini - le condizioni 'non trattabili' nel dialogo sulla legge elettorale sono il vincolo di coalizione, vincolo di programma e indicazione del Pemier. Il problema - ha aggiunto il leader di An - non è se la nuova legge sarà proporzionale o maggioritaria, ma se saranno indicate o meno le alleanze di governo, se cioè gli elettori avranno la possibilità di scegliere prima chi dovrà governarli o no. Lasciare i partiti con le mani libere - ha proseguito Fini - significherebbe far arretrare l'Italia ad una fase di democrazia bloccata, quando non c'era alternativa al pentapartito e tutto si decideva dopo il voto. Significherebbe archiviare il bipolarismo e il popolo del centrodestra".
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