"A differenza di ciò che sostiene l'on. Veltroni, l'ammissione di responsabilità del presidente della Campania Bassolino contenuta nella lettera pubblicata da la Repubblica non è né seria né onesta né responsabile. Per la semplice ragione che è ampiamente incompleta, come risulta dagli atti ufficiali. Basta rileggere non l'interrogazione di un parlamentare di opposizione, ma la relazione sulla Campania, approvata all'unanimità (quindi anche dai colleghi di schieramento e di partito di Bassolino) nella seduta del 26 gennaio 2006, al termine della 14^ legislatura, dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Si scopre così che, dopo cinque anni abbondanti di commissariamento dei rifiuti in Campania gestiti dal Centrosinistra (un anno col presidente Losco e quattro con Bassolino) allorché al marzo del 2004 subentra come commissario il prefetto Catenacci, al momento del passaggio delle consegne da Bassolino a Catenacci, il Commissariato aveva speso quasi 620 milioni di euro ed era indebitato per altri 600 milioni.
La metà della spesa era stata destinata per le attività connesse alla raccolta differenziata; ciò nonostante, non erano stati neanche lontanamente sfiorati gli obiettivi fissati nel decreto Ronchi (35%), attestandosi, per esempio, la provincia di Napoli al 5% negli anni 2003-2004 (addirittura nel capoluogo, si passa dal 6% nel 2002 al 5% nel 2004). L'assenza di raccolta differenziata ha fatto sì che le tanto pubblicizzate ecoballe, prodotte dagli impianti di CDR, non fossero altro che immondizia: pertanto, del tutto inutilizzabili come combustibile. Sono stati impiegati più di un miliardo e 200 milioni di euro per giungere al risultato di smaltire i rifiuti in discarica o di trasportarli fuori Regione. Le discariche e i trasporti sono stati due settori che hanno fatto la felicità - e i profitti - della camorra: nella medesima relazione della Commissione Parlamentare si legge che numerose imprese di trasporto individuate dal Commissariato (e talora imposte dallo stesso
Commissariato ai Comuni) sono state colpite dal Prefetto con una misura interdittiva antimafia;
molti terreni, utilizzati come discariche, sono stati acquistati da soggetti indagati dalla Procura di Napoli per mafia e rivenduti alla società concessionaria del Commissariato, talora nello stesso giorno, a costi quintuplicati. I risultati sono stati che l'immondizia è cresciuta, di pari passo con i proventi della camorra e con gli stipendi della dirigenza del Commissariato: dai 16.638 euro della gestione Rastrelli, si è passati ai 698.000 della gestione Bassolino del 2001, ai 2.270.000 delle gestioni 2002 e 2003. Conclusione: la confessione di Bassolino sarà apprezzabile se sarà completa, e non solo al 10%. Ancora di più se, come logica impone, sarà seguita da dimissioni irrevocabili.
Nessun commento:
Posta un commento