lunedì 7 gennaio 2008

Acca Larenzia,FINI (AN) : RICORDARE PER FARE GIUSTIZIA. NO ALLE POLEMICHE

(Nelle foto, i martiri di Acca Larenzia)

"Un ricordo doveroso per fatti avvenuti in anni cronologicamente lontani, ma vicinissimi nella memoria di chi li ha vissuti: anni all'insegna dell'odio ideologico e ancora oggi della totale assenza di giustizia". Cosi' il presidente Gianfranco Fini, in occasione del trentennale dei fatti di Acca Larenzia, ha ricordato gli avvenimenti del 7 gennaio 1978.
"Quegli anni - la sottolineato il leader di AN - non devono ripetersi in alcun modo e perché questo accada è giusto ricordare chi è stato ucciso ed è giusto sempre e comunque ricordare che la passione politica non deve mai tracimare nell'odio. Fare polemica vuol dire perdere una buona occasione per meditare e riflettere. Per chi commise l'omicidio si trattava di una sorta di esame di ammissione alle Brigate Rosse. Chi uccideva lo faceva per dimostrare la sua determinazione per intraprendere la strada della lotta armata. Nel caso dei due ragazzi uccisi davanti alla sezione - ha concluso Fini- non si è mai individuato il responsabile e questa è una storia che purtroppo si è ripetuta in tanti altri casi".
"Un ricordo doveroso per fatti avvenuti in anni cronologicamente lontani, ma vicinissimi nella memoria di chi li ha vissuti: anni all'insegna dell'odio ideologico e ancora oggi della totale assenza di giustizia". Cosi' il presidente Gianfranco Fini, in occasione del trentennale dei fatti di Acca Larenzia, ha ricordato gli avvenimenti del 7 gennaio 1978.
"Quegli anni - la sottolineato il leader di AN - non devono ripetersi in alcun modo e perché questo accada è giusto ricordare chi è stato ucciso ed è giusto sempre e comunque ricordare che la passione politica non deve mai tracimare nell'odio. Fare polemica vuol dire perdere una buona occasione per meditare e riflettere. Per chi commise l'omicidio si trattava di una sorta di esame di ammissione alle Brigate Rosse. Chi uccideva lo faceva per dimostrare la sua determinazione per intraprendere la strada della lotta armata. Nel caso dei tre ragazzi uccisi davanti alla sezione - ha concluso Fini- non si è mai individuato il responsabile e questa è una storia che purtroppo si è ripetuta in tanti altri casi".

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