SCONTRO nell'Unione sul welfare. Stretto alle corde da Rifondazione comunista, il Premier Romano Prodi è costretto ad ammettere che il protocollo firmato dal Governo e le parti sociali nel Luglio scorso sarà modificato e che "come sulla finanziaria si cercherà di trovare un accordo con la sinistra radicale" ed in serata Palazzo Chigi annuncia che "il protocollo sul welfare sarà approvato così com'è il 12 ottobre in Consiglio dei ministri. Poi ovviamente sarà il Parlamento a doverlo giudicare".
Una posizione che è contraddittoria con quanto aveva affermato ieri Prodi,"l'accordo sul welfare non si tocca", in risposta alla richiesta di Fausto Bertinotti di considerare invece "la partita ancora aperta". E che dimostra ancora una volta come le divisioni politiche e culturali all'interno dell'Unione siano davvero insanabili. Intanto, i sindacati confederali sono stati questo pomeriggio duramente contestati dagli operai della Fiat di Mirafiori a Torino mentre esponevano i termini dell'accordo sul welfare siglato con il Governo, in vista delle votazioni con le quali i lavoratori dovranno esprimersi sull'approvazione del protocollo. Altero Matteoli (AN) parla di spettacolo sconcertante nella maggioranza: "Ogni giorno una versione. Prodi contraddice il Prodi di ieri quando affermava categoricamente - ha osservato il presidente dei senatori di AN - che l'accordo sul welfare 'non si tocca'. Al Tg1 oggi dice che anche sul welfare, come sulla finanziaria, troverà un accordo con Rifondazione, sottendendo che il protocollo sarà modificato. La sicumera di Prodi, tradottasi ieri in una dichiarazione perentoria che stoppava le richieste della sinistra massimalista - ha aggiunto Matteoli - è durata appena dodici ore. Lo spettacolo è sconcertante e le divisioni nell'Unione davvero insanabili costringono Prodi a cambiare opinione continuamente nel disperato tentativo di tenersi ancora per qualche giorno la poltrona di palazzo Chigi. Ma la sfiducia degli italiani - ha concluso il capogruppo di AN - nei suoi confronti è destinata così ad aumentare". Anche Lamberto Dini ha espresso la sua preoccupazione per il rinvio del protocollo sul welfare: "Il presidente del Consiglio ha detto anche ieri che l'accordo non è modificabile e noi ci atteniamo a quanto ha detto lui". Parole che trovano sponda nel leader di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo: "non c'è nessun margine per delle modifiche". Ma la disponibilità del Premier a rimettere in discussione il protocollo viene subito colta positivamente da Rifondazione comunista. "La partita è aperta - ha ribadito il presidente della Camera Bertinotti. Adesso tocca a chi è protagonista della vicenda, alle forze politiche della maggioranza, ai Ministri e poi al Parlamento che in ultima analisi dovrà decidere". A lanciare un grido di allarme per la tenuta del governo è il leader dell'Udeur Clemente Mastella "Se c'è il protocollo sul welfare allora vuol dire che c'è il Governo, se non c'è il protocollo sul welfare allora vuol dire che non c'è il Governo".
Da: destrasenato.it
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