venerdì 5 ottobre 2007

Determinante il soccorso di tre Senatori a vita. VISCO SALVATO DALLE RISERVE. MATTEOLI (AN) : PER PRODI IL BARATRO E' VICINO

(Nella foto, lo striscione esposto, per protesta, nell'aula di Palazzo Madama da alcuni Senatori di AN)

Al Senato maggioranza salva per un voto sulla mozione della Casa delle Libertà che impegnava il Governo a revocare definitivamente a Vincenzo Visco le deleghe sulla Guardia di Finanza e invitava lo stesso viceministro dell'Economia a rassegnare le dimissioni.
Il documento è stato respinto dall'aula di Palazzo Madama con 156 sì, 157 no e un astenuto. Ancora una volta sono stati decisivi i voti dei Senatori a vita (Colombo e Montalcini) e l'astensione di Andreotti, che hanno di fatto sopperito alle assenze nell'Unione di Turigliatto, Zuccherini e del ministro Mastella impegnato a registrare la puntata di Porta a porta. Sintomo, questo, ormai evidente che le divisioni nella maggioranza sono sempre più difficili da sanare. Proteste contro una maggioranza che non è più tale si sono subito levate dai banchi del centrodestra, con i Senatori di Alleanza Nazionale che hanno esposto uno striscione con scritto: "Visco, giù le mani dalla Guardia di Finanza". Nel pieno della bagarre, il Presidente del Senato a quel punto ha deciso di sospendere la seduta per alcuni minuti. Alla ripresa l'aula ha respinto, sempre sul filo di lana, anche l'ordine del giorno di Antonio Del Pennino e quello di Roberto Calderoli, che censuravano il comportamento del Viceministro per alcune dichiarazioni offensive nei confronti dei veneti. Decisive in questo caso sono state le astensioni dei Senatori Bordon, Manzione, Fisichella e Andreotti. A dimostrazione che i malumori all'interno della maggioranza non erano per nulla superati, dopo che la procura di Roma nell'indagine sul caso Visco-Speciale, aveva giudicato 'illegittime' le pressioni esercitate dal viceministro sull'ex generale della Gdf per sostituire i vertici lombardi delle Fiamme Gialle. Un giudizio che aveva spinto in un primo momento il ministro Di Pietro a chiedere le dimissioni di Visco, per poi tornare indietro di fronte alla minaccia dei Ds di legare le sorti del governo a quelle del suo esponente. Per evitare lacerazioni non è stato quindi presentato a Palazzo Madama nessuna mozione della maggioranza che si è invece limitata a respingere i documenti dell'opposizione. "L'Unione non ha il coraggio di difendere Visco - ha sottolineato il Presidente dei Senatori di AN Altero Matteoli. Evidentemente è vero che è indifendibile. Non si era mai verificato che una maggioranza votasse contro le mozioni dell'opposizione, con le quali si chiede l'allontanamento di un esponente del Governo, senza presentare a sua volta una mozione di sostegno e di solidarietà. In questa occasione - ha aggiunto l'esponente di AN - nel centrosinistra diviso è prevalsa la paura di essere battuti".A intervenire in aula per il Governo è stato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, che ha ricordato come nel corso del dibattito svoltosi nel mese di giugno, Padoa-Schioppa aveva già sospeso l'affidamento a Visco della delega sulla Gdf per evitare tensioni politiche e istituzionali. "Quella sospensione - ha sottolineato Chiti - è operante. Da allora la delega relativa alla Gdf è ritornata nelle mani del ministro dell'Economia e delle Finanze. E oggi niente cambia". Parole che non escludono che un domani, passata la tempesta, le deleghe possano tornare di nuovo nelle mani di Visco come se nulla fosse avvenuto. Al Premier che in serata ha continuato a ostentare tranquillità per la sorte del Governo ha replicato Matteoli: "Visco si è salvato grazie al soccorso determinante dei Senatori a vita che hanno fatto la parte delle riserve - ha ricordato il Presidente dei senatori di AN - ma il baratro per Prodi e compagni s'avvicina. L'andamento della seduta e delle votazioni - ha concluso Matteoli - sono un segno eloquente delle lacerazioni insanabili nella maggioranza che non è più tale".

Da: destrasenato.it

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