giovedì 20 settembre 2007

POLITICA-MONDO GIOVANILE.Binomio distante. Bisogno di nuovi linguaggi.


Affrontare un simile discorso,cercando di rintracciare le reali cause dell’allontanamento dei giovani dalla politica,non è affatto semplice. Soprattutto per chi nel mondo della politica giovanile milita e potrebbe,preso dall’enfasi del momento,lasciarsi andare a qualche commento di troppo perdendo il reale significato e la reale conclusione a cui si vuol giungere. La chiusura della politica verso la società,la creazione di una casta chiusa a cui solo pochi eletti possono prendere parte,la difficoltà dei partiti e degli uomini di partito di uscire dalle sedi per confrontarsi con la comunità,sono solo alcune delle cause che hanno portato ad una rottura di quel legame che stringeva la politica ai giovani. Capro espiatorio dell’incapacità di attrazione della politica e la conseguente distanza dal mondo giovanile non può essere ricercato solo nella cosiddetta classe dirigente ma anche in tutti quei ragazzi che,oggi,di politica si interessano. La persistente paura,da parte dei giovani,di abbattere gli schemi fissi della politica,di uscire dall’ottica,permettetemi di dire,sessantottina e la difficoltà di confrontarsi con un panorama politico-sociale profondamente mutato ed in continua evoluzione ha negato la formazione di nuovi spazi,nuove identità,nuovi linguaggi,nuovi modi di concepire la politica e di rimanere troppe volte indietro costretti ad inseguire gli eventi quando invece gli eventi andrebbero preceduti. Il timore di far sentire e valere la propria voce con rispetto ma anche con un cenno di irriverenza nei confronti di chi “comanda” ha fortemente danneggiato i movimenti giovanili rendendoli impotenti nel gioco politico ed incapaci di consentire un ricambio generazionale.
V.T.

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