giovedì 21 febbraio 2008

IL...SEDUTTORE

In una appassionata lettera agli amici di Alleanza Nazionale, Massimo Desiati (nella foto) mette a nudo la parte più recondita del suo animo e tenta di toccare le corde più sensibli del mio cuore e, credo, degli amici lasciati. Non nego che le argomentazioni siano pregevoli, condite di quel romanticismo che giunge fin nell’intimo di chi legge, ripercorrendo quel percorso comune che, in un partito “ghettizzato” quale è stato il M.S.I., ha prodotto un senso di appartenenza sconosciuto ad altre formazioni. Giustamente afferma che “Siamo stati, insieme, la testimonianza ed il rinnovamento; abbiamo trovato le ragioni per restituire speranze … abbiamo rappresentato valori da altri vilipesi …” . E’ tutto vero e non si può negare che il “richiamo” alle vicende personali di quella che definisce ”…Comunità, non solo partito …” sia efficace. E’ vero, meglio verosimile, che è un’illusione quella di “vincere fuori casa, scendendo in campo dieci contro cento…”. Ma… In effetti c’è un “ma” di cui, comunque, dobbiamo tener conto. Il “ma” è rappresentato proprio dalla svolta di Fiuggi che non poteva, per ovvie ragioni, essere così radicale come appare oggi; allora si sono create le premesse di una evoluzione che non sta solo nel partito di Fini ma è nell’ordine delle cose: possiamo anche non considerare ciò un fatto positivo, sia bene inteso!, ma necessario, che malgrado tutto si deve accettare per il bene comune che è l’Italia. Non piace a me e credo che siano moltissimi quelli cui non piace l’idea di “annegare” in un’altra formazione, senza storia e senza “martiri”: ma ci sono due considerazioni che vorrei fare in perfetta buona fede: la frammentazione del quadro politico in una miriade di partiti e partitini deve finire ed è pertanto necessario che i grandi schieramenti si liberino dei ricatti di cespugli spinosi alla UDEUR o alla Dini o alla Di Pietro cui va dato il “merito” di aver fatto cadere Prodi ma che potrebbero far cadere un qualsiasi altro governo. Poi mi piace pensare al ruolo che questa “minoranza” di AN nel nuovo contenitore potrà avere: credo che tutti conoscano come in ogni formazione non sia mai stata la “maggioranza” a muovere le fila delle iniziative, ma sempre una sparuta minoranza, ancorché aggressiva, preparata, convinta dei propri ideali che ha indirizzato le scelte importanti: basti pensare alla sinistra democristiana che, pur minoranza, ha sempre espresso il segretario politico (vedi, per tutti, Aldo Moro). Cosa ci impedisce di esaltare quella diversità che Massimo paventa diluirsi nell’omologazione, cosa ci impedisce di trovare nuovi stimoli ed entusiasmi, cosa ci impedisce di far politica per servire con uguale entusiasmo: dipende solo da noi, meglio, dai giovani che già si sono affacciati e si affacciano sulla scena politica, quei giovani che dovranno essere “sedotti” dalle nostre proposte, dalla nostra dedizione, dal continuare a portare avanti quelle idee che ci hanno resi veramente diversi. Sta a noi, solo a noi essere “romantici” con i piedi per terra.

Elio Bitritto

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