giovedì 21 febbraio 2008

IL SOGNO DI PINUCCIO TATARELLA DIVENTA REALTA'

“La prospettiva di un centrodestra si avvicina sempre di più, in Italia abbiamo un 35% di italiani schierati a sinistra e un 65% in ordine sparso. Il mio progetto è quello di costruire una forza di centrodestra capace di raccogliere questo 65% di italiani non di sinistra”.
Con queste parole, pronunciate a Salerno nell’ottobre del 1994 in occasione della Festa nazionale del Fdg, organizzazione giovanile del Msi, Pinuccio Tatarella (nella foto) iniziava una lunga strategia per consolidare, in modo definitivo, la destra politica nel panorama istituzionale.
L’8 febbraio è, certamente, una data storica per la politica italiana: finalmente inizia a prendere forma il partito dei moderati, un nuovo soggetto politico unitario di centro destra, riferimento italiano del Ppe.
Il sogno di Tatarella, quindi, si materializza proprio nel giorno del nono anniversario della sua scomparsa, un segno del destino che rende Pinuccio il padre di un progetto politico a cui ha lavorato, incessantemente, fino agli ultimi giorni della sua vita. Sorprendono i tempi e i modi con cui questo percorso giunge a compimento, proprio quando, fino a un mese fa, sembrava ancora essere lontano.
Un evento che poteva realizzarsi in diversi momenti: dopo la imponente manifestazione del 2 dicembre a Roma, quando il popolo della libertà portò in piazza contro Prodi due milioni di italiani, o dopo le accelerazioni di Fini frenate da Berlusconi o, ancora, con la svolta del predellino di Berlusconi non gradita al leader di An.
Non solo, quindi, accade l’8 febbraio, ma avviene con l’ armonia, come lui avrebbe voluto, di quelle forze che in comune, e non da oggi, hanno valori e programmi.
Quelle parole pronunciate oltre quattordici anni fa, quando ancora non c’era stata Fiuggi e la base di An era ancora lontana dal comprendere dove il politico pugliese intendesse portare la destra italiana, non a caso furono rivolte ai giovani del suo partito, i più restii ad accettare la svolta immaginata da Tatarella: una destra post-ideologica, non più figlia di un passato legato ad antiche nostalgie, aperta a nuovi contributi non provenienti dal vecchio Msi; una destra che ha visto, in questi anni, amministratori, sindaci e una classe dirigente intera capace di accettare e misurarsi con le sfide del presente e del futuro più che con le rivendicazioni del passato.
Pinuccio sapeva che il suo progetto di una destra democratica inserita in un grande contenitore politico, l’area vasta di centro destra, aveva nei giovani, l’ultimo e più difficile scoglio da superare. Oggi il suo sogno si realizza e il testimone viene idealmente tramandato ad una nuova generazione che ora ha il dovere di modernizzare il paese avendo ricevuto gli strumenti necessari.
Aveva ragione Luciano Violante quando nel ricordarlo disse che “Tatarella ci ha insegnato la differenza tra morire e finire. Pinuccio non c’è più, ma non è finito, perché le sue intuizioni sono attuali più che mai”.

Fabrizio Tatarella

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