Promozione…turistica
Questa è una storia vera raccontatami tra il serio ed il faceto da una persona non adusa a fantasie e, tanto meno, a fantasmi. La racconto così come mi è stata detta, senza nulla aggiungere o togliere e senza pretendere che qualcuno ci creda … o si?Lunedì 31 marzo, ore sedici circa, una signora elegante, giovanile, di bell’aspetto, varca la soglia di palazzo d’Avalos, sembra indecisa, poi scorge un signore che sembra in attesa, gli si avvicina con una certa titubanza, gli parla, anzi gli chiede se questo è Palazzo d’Avalos: “si, è questo, ha bisogno di qualcosa?” La signora appare ancora titubante “è qui che hanno registrato una puntata che ha a che fare con il toro che non sempre vince o non sempre perde?”, “si signora, è stato qualche giorno fa”; “ecco” riprende la signora “ho visto quella trasmissione ed ho sentito qualcuno che parlava di fantasmi disponibili ad accogliere ed ascoltare tutti dalle ore diciotto di ogni lunedì: sa, io sono venuta apposta con il treno proprio per parlare con il fantasma”. Inutile dire la faccia dell’inconsapevole e smarrito interlocutore che però si dichiara disponibile a far visitare il palazzo alla signora. In realtà il museo è aperto, nonostante il lunedì, solo perché c’è una visita guidata di una scolaresca: la signora ne approfitta e l’ignoto interlocutore, a conoscenza di voci, leggende, fantasmi e realtà, la invita a restare perché più tardi, verso le ore 21, ci sarà un convegno sul paranormale;purtroppo deve riprendere il treno e non le sarà possibile restare: nel frattempo visiterà il palazzo. Giungono le ore diciotto, la signora freme, è attenta ad ogni più piccolo rumore, si guarda intorno, un volo improvviso di piccioni la spaventa, guarda verso l’alto e, prima flebile come il lamento di un bimbo, poi sempre più nitido, un suono che somiglia vieppiù ad un ululato si leva nel cortile di palazzo d’Avalos. L’ignota visitatrice si ferma, raggrinzisce, annaspa come in crisi d’aria, si gira e fugge verso la fermata dei bus per la stazione e, ormai è leggenda, si dice che racconti la sua terribile avventura all’autista dello stesso autobus che la vede salire precipitosamente sul primo treno che passa. Intanto “l’ululato” scende tranquillamente le scale e riprende il suo posto nel centro del cortile di palazzo d’Avalos, fa una risata stridula, scompare.
E.B.
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