mercoledì 12 marzo 2008

SCUOLA E STATISTICHE

La statistica, come si sa, è per molti una nuda e cruda elencazione di numeri tale che se io mangio un pollo a settimana e tu niente, ti dice che io e te mangiamo mezzo pollo ogni sette giorni. Questo è l’esempio più banale e fuorviante che si possa fare, ma rispecchia quello che molti pensano della statistica. In realtà i numeri devono essere “letti” in maniera completa e, spesso, evidenziano fatti e situazioni “nascosti”. Prendiamo in esame le statistiche relative alle insufficienze presenti in circa il settanta per cento degli alunni italiani: insufficienze che riguardano soprattutto la matematica, per molti la bestia nera; non mancano però gravi insufficienze in italiano e nelle lingue straniere: in quest’ultimo caso è facile comprenderne le ragioni perché se un ragazzo non conosce l’italiano molto difficilmente potrà conoscere una lingua straniera. Ma c’è da aggiungere che lo stesso discorso vale anche per le altre, tutte le altre discipline, a partire dalla matematica e sempre per lo stesso motivo: non si conosce la lingua italiana, non si conosce il significato delle parole che si usano, sia negli scritti che negli orali. Motivi ce ne sono tanti: a cominciare da quell’orribile luogo comune secondo il quale la scuola dell’obbligo coincide con l’obbligo della promozione: non esiste più la selezione, per essere “bocciati” fra poco occorrerà una domanda in bollo che non si sa se sarà accettata; e così, di lassismo in lassismo, si passa ai docenti che vengono esaltati a parole ad ogni inizio d’anno scolastico e vengono mortificati come l’ultimo degli impiegati, certamente il docente peggio pagato d’Europa. Una scuola più severa, anche con se stessa, dei docenti più motivati e qualche anno di attesa, ecco la soluzione al grido di allarme del Ministro Fioroni.

Elio Bitritto

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