mercoledì 12 marzo 2008

FERRERO, LA PRIVACY E IL RAPPORTO DI FIDUCIA

Su proposta dell’Assessore alla salute del Comune di Milano , Giampaolo Landi, è stato messo a disposizione dei genitori, in una ventina di farmacie del capoluogo lombardo, un kit (nella foto) di semplice uso che consente di individuare se, in che misura e di che tipo siano le droghe eventualmente assunte dai propri figli. Al plauso che ne è seguito da parte dello schieramento di centrodestra e da parte di numerose associazioni di genitori, non poteva che contrapporsi il parere decisamente contrario da partre della sinistra in genere e di Paolo Ferrero, ormai ex Ministro per la solidarietà sociale. Il Ministro ha spiegato che «all'interno di rapporti non sempre buoni tra genitori e figli, l'uso di uno strumento come il kit antidroga sicuramente non li migliora. Ci si avvicina sempre più all'idea della caserma». «Il kit non mi sembra una buona misura - ha insistito - ci sono dei motivi per cui il ragazzo consuma e quello che va fatto è spezzare il legame tra la sostanza e l'immaginario che c'è intorno alla sostanza». Il Ministro ha poi definito «repressiva», la legge Giovanardi-Fini dicendo che «ha provocato e sta provocando enormi danni equiparando droghe leggere e pesanti. Le sanzioni amministrative, poi, provocano emarginazione sociale». Inutile ribadire le tesi, non politiche ma scientifiche, dell’opportunità di equiparare le droghe, ma pensare che il kit possa compromettere il rapporto di fiducia tra genitori e figli, in presenza di un rapporto che si è già rotto se il figlio si droga, è quanto meno ipocrita. Il dato vero è che il consumo di droga aumenta in modo esponenziale, proprio per la estrema fiducia che si è data ai figli: il resto è un’induzione al suicidio ed al reato in genere.

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