domenica 16 marzo 2008

Tibet, I CINESI SPARANO CONTRO I MONACI

Pechino : "Arrendetevi entro Lunedì"

Lhasa : Si aggrava di ora in ora il bilancio dei morti a Lhasa. La repressione cinese alla rivolta dei monaci sembra aver lasciato sul campo 30 vittime, anche se il governo tibetano in esilio nel nord dell'India parla di "almeno 100 persone uccise in maniera indiscriminata".
Pugno duro della Cina:Il governo di Pechino ha fissato una "scadenza" per la resa dei ribelli del Tibet, ha rivelato alcune morti avvenute nei disordini e ha mostrato per la prima volta delle immagini degli scontri di ieri a Lhasa, che sono i peggiori degli ultimi due decenni. La risposta violenta del governo cinese alle proteste di ieri ha platealmente smentito la versione ufficiale del governo che si prepara a ospitare le Olimpiadi, secondo cui in Tibet non esisteva alcuna opposizione al dominio cinese. E ha fatto scattare le pressioni da parte della comunità internazionale affinché Pechino permetta una maggiore espressioni del dissenso.

Il numero delle vittime:L’agenzia di Stato Xinhua ha detto che 10 "civili innocenti" sono rimasti bruciati vivi negli incendi che hanno accompagnato gli scontri avvenuti per le strade della remota capitale del Tibet ieri. Non ci sarebbero stranieri tra le vittime, ma i dettagli riferiti sono molto scarni e nessuna notizia ha potuto essere verificata in modo indipendente. Secondo il governo tibetano in esilio, invece, le vittime degli scontri fra manifestanti e forze di sicurezza cinesi sarebbe di 30 morti. "Abbiamo la conferma di 30 morti. L’informazione è basata sulle telefonate di gente che vive in Tibet", ha detto Thubten Samphel, portavoce del governo del Dalai Lama rifugiato in India. I dipartimenti della polizia tibetana hanno annunciato che saranno comprensivi con i partecipanti alle manifestazioni che si consegneranno volontariamente alle autorità entro lunedì a mezzanotte. "I criminali che non si arrenderanno entro la scadenza fissata saranno duramente puniti in base alla legge", ha annunciato il governo del Tibet attraverso il suo sito internet (http://www.tibet.gov.cn/) dove si specifica che chi dovesse "nascondere o aiutare" i rivoltosi sarà punito. Il governo ha anche promesso protezione e una ricompensa a chi fornirà informazioni.

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