E' passato esattamente un anno dall'ormai nota e triste vicenda di Erba.Una famiglia, quella, sterminata da un vicino la cui moglie non sopportava i pianti del bambino di due anni.Un padre, quello del bambino, con precedenti di droga e che al momento della strage era tornato nel suo Paese d'origine: la Tunisia.Torna agli onori della cronaca, in questi giorni, la famiglia Marzouk perchè lui, il padre del bambino e marito della donna anche lei uccisa insieme alla mamma e ad una signora accorsa dopo aver sentito le strilla quel tragico giorno, è finito in galera.Spaccio d sostanze stupefacenti è l'accusa a suo carico.Un arresto, quello del tunisino, avvenuto qualche giorno fa a seguito di intercettazioni che provano chiaramente il "mestiere" di questo "signore"."Non ci prenderanno mai" ripeteva Marzouk nelle numerose telefonate con i suoi "colleghi di affari".E invece no.Per fortuna è stato fermato.Ma Azouz Marzouk ha la faccia tosta e ha approfittato della notorietà che ha acquisito in quest'ultimo anno, per scrivere un diario e vendere i suoi diritti alla stessa persona a cui li ha venduti quel rumeno che, qualche mese fa, ubriaco alla guida della sua auto, ha ucciso quattro ragazzi minorenni.Quest'ultimo, dopo essere stato messo agli arresti domiciliari in un residence con viata sul mare, ha firmato un contratto da 30.000 € con una nota industria di occhiali e jeans.Ecco come funziona la giustizia in Italia. Ecco come l'esempio di questi due delinquenti portano altri a compiere atti simili. Lo slogan? "Più uccidi, più diventi famoso, più guadagni".Credo basti, per il momento, una sola parola.Vergogna.
Marco di Michele Marisi
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