lunedì 5 novembre 2007

LETTERA APERTA A PEPPINO FORTE IL TURPILOQUENTE

Riceviamo e pubblichiamo

Nell’omelia del 28 ottobre, si è parlato dei farisei e dei pubblicani. Aristocrazia del pensiero i primi, nulla gli altri: l'ambiente fariseo comprendeva gli scribi, ma questi non erano necessariamente farisei: tu forse appartieni alla categoria degli scribi e basta. Io, invece, non appartengo alla categoria degli scribi,né ho la pretesa di appartenere a quella dei farisei: soprattutto non ho la pretesa di fare il moralista: magari riesco ad esprimere qualche pensiero ma non dei “pensierini” più o meno di giornata.Tu sei noto per essere stato la voce critica degli ultimi 13 anni della vita cittadina arrogandoti di poter indossare una sorta di divisa da Catone il censore; noto per essere stato dipendente regionale, un po’ qua ed un po’ la, noto per essere un modesto Presidente del Consiglio Comunale di Vasto, soprattutto noto (a tuo dire) per essere dotato di particolari “attributi” la cui presenza ti induce ad esprimerti con estrema volgarità e turpiloquio da Guiness dei primati. Sul tuo sito si può leggere la piccata reazione ad un mio articolo che evidenziava un passaggio del discorso di Stefano Pallotta, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo. In questo mio intervento aggiungevo che non sempre le notizie venivano date con correttezza ma, soprattutto da parte tua, accompagnate da una sorta di compiacimento per le “disgrazie altrui”. Non sapendo come attaccarmi, non hai trovato di meglio che evocare fatti relativi ad un mio stretto familiare, mio figlio, accusandomi di fare del facile moralismo. Se è vero, come è vero, che non si è colpevoli sino a definitiva sentenza, è anche vero che, secondo i giustizialisti alla Peppino Forte, basta il sospetto per rendere qualcuno colpevole. Alla stregua di tale premessa ,ed adottando il tuo sillogismo per cui “sospetto” = “colpevolezza”, mi sono interrogato: quali i sospetti e quindi quali le colpe a mio personale carico? Nessuna ….! E quali i sospetti relativi alla tua specchiata persona? Cose di poco conto quali qualche querela, il processo cui sei sottoposto a Bari, qualcosa legato alla visita di Pallotta a Vasto: c’è altro? Io non lo so ma penso che questo sia sufficiente per assegnare il giusto credito al censore che fa di professione il moralista! Citare erbe, droghe, pallottole e sparatorie riferiti al sottoscritto, indica la tua statura (?) morale. Forse in nome di quella che sembrava una forte amicizia, a ruoli invertiti, sarei stato vicino a te ed alla tua famiglia in alcune dolorose circostanze. Invece hai mostrato tutta la tua vera natura fatta di inspiegabile livore. L’ultimo maldestro tentativo di insinuare che io voglio denigrare i giornalisti vastesi ,giunge fuori tempo massimo perchè ho già dato atto della loro correttezza in questa circostanza, così come me ne sono lamentato in altre; in quest’ultima vicenda un solo giornalista, non vastese, Roberto Raschiatore, ha tutta la mia disapprovazione. In ultimo: per te l’insinuazione è assurta ad una dimensione non più metafisica ma esclusivamente fisica, un “bisogno fisiologico” che deve essere espletato, anziché negli appositi locali, su un giornale, su un sito! Cos’è ? bulimia da cattiveria? Concludo rivolgendoti una domanda cui non so se potrai rispondere: se scoprissi che un tuo stretto familiare facesse, supponiamo, e si fa per dire, la prostituta, tu, come genitore, cosa faresti?

Elio Bitritto

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