martedì 6 novembre 2007

I CONSIGLIERI PROVINCIALI DI ALLEANZA NAZIONALE CRITICANO LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUI CENTRI COMMERCIALI: "PENALIZZA I PICCOLI IMPRENDITORI ! "

Antonio Tavani ,Mauro Febbo, Filippo Andreacola, Mario Ciarrapico ,Consiglieri Provinciali di Alleanza Nazionale, hanno presentato una richiesta ufficiale perché anche la Provincia, come hanno già fatto le associazioni di categoria, faccia sentire la propria voce in merito al nuovo piano commerciale che, se fosse attuato, metterebbe in ginocchio le piccole attività grazie alle quali molti paesi ancora riescono a restare vivi.
"Anche a nome dei colleghi di AN – ha dichiarato Antonio Tavani - intendo presentare un ordine del giorno urgente sul Commercio nella nostra Regione perché venga inserito e discusso nel primo Consiglio utile a venire. Questo perchè si giunga ad impegno del Presidente della Giunta Provinciale affinchè invii una nota ufficiale con la quale si motivi la formale richiesta di abrogazione immediata degli emendamenti modificativi della legge regionale 25 sul commercio”.
“Vorremmo che il Presidente del Consiglio Provinciale si impegni a trasmettere la presente delibera al Presidente del Consiglio Regionale, al Governatore della Regione Abruzzo, all’Assessore al ramo, ai Capigruppo in Consiglio Regionale – aggiungono i Consiglieri di AN -.Recentemente, la Regione Abruzzo ha legiferato in materia di commercio, dando il via alla totale liberalizzazione dei Centri Commerciali, sulla nuova apertura dei quali si potranno esprimere solo i Sindaci dei Comuni interessati; l’iniziativa, adottata a seguito di una votazione avvenuta in piena notte (un vero e proprio blitz politico/amministrativo) ha prodotto due modifiche alla legge regionale n. 25 sul commercio. Contrariamente a quanto la Giunta Regionale Del Turco comunica, tale decisione ha escluso, nei fatti e nella sostanza, il benché minimo sforzo di concertazione, avendo la maggioranza della Regione Abruzzo portato a casa una modifica sostanziale senza la condivisione ( e nemmeno la partecipazione al tavolo) da parte delle associazioni di categoria, dei sindacati, insomma, di tutte le parti sociali interessate dal provvedimento; tutte le associazioni di categoria ,in primis Confcommercio e Confesercenti , hanno pesantemente protestato contro il blitz. Ancora una volta la politica regionale abruzzese si dimostra debole ai richiami della grande distribuzione e penalizzante verso i piccoli centri interni e i piccoli imprenditori del commercio. Non devono essere infine sottovalutati due aspetti sociali assai rilevanti e sempre meno all’attenzione della politica dl Governo Del Turco :

1) spesso la proprietà delle grandi catene non è nazionale, anzi difficilmente è riconducibile a imprenditori italiani, per questo, ma soprattutto per la natura dei contratti che tali catene stipulano con il personale, lo stesso non ha garanzie di stabilità, andando sovente incontro a contratti a tempo, part-time, difficilmente rinnovabili, ed anche numericamente fluttuanti, da un inizialmente alto ad uno via via sempre più ridotto;

2) che quindi tali riforme non possono produrre alcun valore aggiunto dal punto di vista dell’occupazione stabile, dello sviluppo sociale e economico della nostra Regione e della nostra Provincia.
Infine la nascita di nuovi iper e mega centri commerciali, e la loro diffusione sul territorio, soprattutto in quello più interno, non farebbe altro che consegnare quel che resta di un commercio piegato sulle ginocchia dalla crisi e dall’esasperato inasprimento fiscale alla grande speculazione edilizia e finanziaria.
Il ruolo della Provincia – concludono Antonio Tavani, Mauro Febbo, Filippo Andreacola, Mario Ciarrapico – deve essere anche teso al riequilibrio delle opportunità tra le aree interne e i grandi centri, raggiungibile attraverso la valorizzazione delle vere risorse dell’Abruzzo interno (turismo, tipicità, emergenze culturali, tradizioni e folclore, centri storici intatti) oltre che delle sue intelligenze e della loro capacità di innovazione; per questo è doveroso assumere una posizione istituzionale di ferma condanna all’operato della Regione Abruzzo sulla questione della Legge sul commercio, nella sostanza delle modifiche apportate e nella forma discutibile con la quale sono state votate”.

Tratto da: Il Giornale della Frentania

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