
Marco di Michele Marisi
Qui di seguito, riproponiamo il contenuto del volantino del 1988 del mercatino del libro di testo usato. Nella foto, il volantino originale.
Mercatino, perché?
Per vendere libri. Bhe, certo chi organizza un mercatino del libro di testo usato si suppone che voglia vendere dei libri. E’ il farlo senza scopo di lucro che porta curiosità più interessanti. Per fare qualcosa di concreto. In un mondo dove ci si lamenta troppo e si trova di rado il coraggio di reagire è importante. Ci si lamenta del prezzo dei libri, delle truffe, delle edizioni “rivedute aggiornate”…solo nel prezzo, dei testi che cambiano ogni anno; ma poi si finisce per scrollare le spalle e cedere; per i libri come per le tasse, per i prezzi dei beni di consumo, per l’inquinamento, per la corruzione politica e così via. Non è raro, infatti, imbattersi in persone che, a chiacchiere, farebbero la rivoluzione e poi sono i primi a rassegnarsi a dare la “bustarella” o il voto al burocrate o al politico per avere un lavoro, una licenza, un permesso, un’autorizzazione che rientrano tutti nei sacrosanti diritti del cittadino. E sono le stesse persone che vogliono dai loro figli: i voti alti, senza considerare per nulla che non è il voto a dare la maturità, ma il contrario, o almeno così dovrebbe essere. Ma questo discorso potrebbe portarci lontano, lo lasciamo in sospeso, quindi, sicuri che le persone intelligenti lo capiranno al volo. Per dire di no, quindi. Ma anche per creare un’occasione per riunire gli studenti ed impegnarli in qualcosa di costruttivo, al di là dei triti e ritriti luoghi comuni del “FARSI I FATTI PROPRI”, “COMPRA IL LIBRO NUOVO PER FAR CONTENTO IL PROFESSORE”, del “NON SIA MAI, STUDIARE SU UN LIBRO DIVERSO DA QUELLO IMPOSTO”; che hanno portato i ragazzi di oggi ad un pauroso vuoto culturale ed hanno ridotto la scuola italiana la regno del conformismo più spietato, della “caccia al voto” che si fa con tutti i mezzi meno, aimè, che con la cultura. Il mercatino nasce quindi dalla volontà di un gruppo di giovani del vastese di dare, nel suo piccolo, un contributo a questi ideali portandoli come un testimone di una generazione all’altra, da quattordici anni. Certo, non pensiamo con questo di risolvere i problemi della scuola italiana e neanche in particolare quelli della comunità studentesca vastese, ma vogliamo solo dare un segnale ed un esempio, per ricordare soprattutto che anche questa è “politica”. Il nostro modo di fare politica.
Fronte della Gioventù
Nessun commento:
Posta un commento