I professionisti del 25 Aprile
I lamentatori di professione, le prefiche della democrazia, i professionisti del procurato allarme, dissotterrano l’ascia di guerra: questi novelli “Blackfoot” invitano alla mobilitazione sul tema della democrazia che, secondo loro, è a rischio e l’Italia è in pericolo. A loro parziale scusante c’è da dire che, ormai minoritari, ormai poco o nulla credibili, ormai seppelliti dalla storia, si sentono come tanti (pochi) “Calimero”: si sono ridotti a poche tribù attentamente monitorate dal WWF perché a rischio di estinzione e, conseguentemente, con la speranza di essere annoverati tra le specie protette. Contro di loro ed i loro allarmi, i cattivi servizi che loro, per primi, hanno reso alla vulgata sulla Resistenza, ridicolizzata dalle marce contro le camicie nere e gli orbaci che vedono dietro ogni angolo di ogni “Via Rasella”. Secondo l’appello della “Confederazione italiana tra le associazioni combattentistiche e partigiane” “ l’Italia sta correndo nuovi pericoli. Emergono sempre più rischi per la tenuta del sistema democratico … il 25 Aprile assume il valore di una ricorrenza non formale …ci rivolgiamo ai giovani, ai democratici, agli antifascisti, per una mobilitazione straordinaria in tutto il Paese”. Quando si arriva a proporre questi appelli si offendono tutti quei milioni di italiani che hanno deciso di cambiare, CON IL VOTO, i loro governanti, si offendono i partigiani, quelli veri, morti per gli ideali e non per le ideologie, si offendono migliaia di soldati, americani, inglesi, canadesi, africani, francesi ed altri che riposano nei cimiteri di guerra Mai visitati dalle nostre “democratiche autorità”, Mai proposti come mete ai nostri studenti (come si fa con Auschwitz), Mai onorati dalle associazioni partigiane. O sbaglio?
Elio Bitritto
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