Elio Bitritto
giovedì 27 marzo 2008
DI PIETRO E L'INCONSCIO. Ovvero:come fare psicanalisi spicciola
In questa Italia in cui siamo tutti commissari tecnici della nazionale di calcio o criminologi colpevolisti ed innocentisti, mi punge vaghezza di voler interpretare l’arcano pensiero di Di Pietro, incontrastato leader dei valori d’Italia. Dal suo blog,il Tonino nazionale si propone come prossimo Ministro della Giustizia certo di saper far ripartire la macchina ingrippata della giustizia. Ma a contrastare questo suo pio desio non c’è solo Berlusconi ma, udite, udite, lo stesso PD nelle persone di molti ed autorevoli rappresentanti di quel partito. Piccato, risentito, offeso e dispiaciuto,Tonino si chiede come è possibile aver affidato cotanto ministero a Castelli e Mastella e non aver fiducia nel “manettaro”. E, a mò di provocazione, ipoteggia (o si dice ipotizza?) che gran parte della classe politica ha “il timore che voglia finire il lavoro”. Ma allora si possono fare diverse considerazioni su questa illuminante dichiarazione, a cominciare dal fatto che il “lavoro” non era stato finito (perché?), che nello stesso PD ci sono timori (a chi si riferisce ?), che non sia proprio sereno nello svolgimento del suo lavoro (?), o, addirittura, che l’intervento di un ministro (cioè della politica) sulla magistratura è possibile se esercitato dal Tonino stesso. Io non mi azzardo a rispondere: il cittadino votatore (o si dice votante?) deciderà!
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