venerdì 3 agosto 2007

Di Pietro e Pannella esclusi.LA BUROCRAZIA NASCONDE IL DEFICIT POLITICO DEL PD


Antonio Di Pietro e Marco Pannella non potranno correre alle primarie del Partito democratico. Le loro candidature sono state eclatanti ma per nulla gradite dall'entourage dei Ds e Margherita.Tanto da spingere il comitato promotore del Pd a respingerle perché il leader dell'Italia dei Valori e quello del Partito Radicale "non hanno dichiarato, in modo esplicito e impegnativo, lo scioglimento dei loro partiti".Una bocciatura che stride con le parole di quanti vedono il Pd come una forza aperta al contributo delle idee presenti nella società civile. E che dimostra la vera natura di questa operazione: una "fusione fredda" tra gli apparati e le culture dei Ds e della Margherita, al fine di mantenere le proprie rendite di posizione. "Il Pd ha perso un'ottima occasione per potersi qualificare tale - dichiara Di Pietro. Un partito, per potersi definire davvero democratico deve essere aperto e pluralista altrimenti semplicemente non è".Per il ministro, la motivazione con cui è stato escluso è semplicemente "un furbo espediente per non avere tra i piedi un concorrente vero e reale, un candidato che avrebbe rotto le uova nel paniere, che avrebbe potuto rimettere in discussione gli equilibri precostituiti".(continua) Di Pietro annuncia che dopo questa decisione sarà costretto "a trarre le inevitabili conseguenze, anche sulla opportunità di restare o meno in una coalizione che di fatto ci respinge".L'esclusione di Marco Pannella non è stata digerita neanche in casa radicale. "Questa decisione dimostra che si tratta della mera fusione di due oligarchie - spiega Emma Bonino. Noi useremo le possibilità di ricorso, sperando che le nostre ragioni, che poi dovrebbero essere le loro, facciano breccia". Altero Matteoli prevede che l'esclusione di Di Pietro e Pannella avrà serie conseguenze politiche nel campo dei riformisti: "E' vero che un partito non può essere un taxi dove si sale e si scende, ma dietro la burocrazia si nasconde un deficit politico che i congressi dei Ds e della Margherita non hanno colmato. L'esclusione di Di Pietro e Pannella di correre per la segreteria del Pd - spiega Matteoli - avrà serie conseguenze politiche sia per il nascente partito democratico sia tra i riformisti dell'Unione. Dietro lo stop a Di Pietro e Pannella - aggiunge il capogruppo di An - c'è la blindatura degli accordi politici soffertissimi intervenuti tra i Ds e i Dl, che evidentemente non possono essere ridiscussi. All'opinione pubblica arriva così un messaggio di chiusura, il non voler aprire realmente il nuovo partito a contributi plurali e diversi rispetto a quelli degli apparati consolidati e delle loro culture di riferimento. I fatti danno ragione a chi - osserva il capogruppo - aveva ritenuto che la nuova creatura non fosse originale ma solo una fredda fusione tra realtà politiche esistenti e che nei fatti continueranno ad esistere, mentre la semplificazione della politica si ridurrà a meri ed inconcludenti aspetti di facciata. Esattamente il contrario di quanto i recenti congressi Ds e Dl avevano formalmente deciso. L'esclusione di Di Pietro e Pannella dalla gara determinerà un altro conflitto tra i riformisti, ben più grave forse - conclude Matteoli - di quello in atto dall'inizio della legislatura tra gli stessi riformisti ed i radicali dell'Unione".

Da: destrasenato.it

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