mercoledì 25 giugno 2008

Provincia, CON I PRIMI CALDI, LA MAGGIORANZA DI CENTROSINISTRA SI SCIOGLIE...

Con i primi caldi, la maggioranza di centrosinistra che governa la Provincia di Chieti, comincia a sciogliersi, rendendo più evidenti le proprie contraddizioni. Oggi, in Consiglio Provinciale, per l'ennesima volta, dinanzi ad argomenti importanti come la variante che interessa la Centrale Turbogas di Gissi, la maggioranza guidata dal presidente Coletti, non solo non è stata in grado di garantire il numero legale, ma è finita di nuovo a pezzi. Al punto che, trovati i voti necessari per approvare la delibera, non ha avuto quelli indispensabili per garantire la immediata esecutività della delibera. Tutto ciò, nonostante l'appoggio dei due Consiglieri dell'Udeur, che a parole si sono chiamati fori dal governo di centrosinistra, ma nei fatti, lo sostengono in una ormai lenta agonia. Sulla delibera riguardante la Centrale Turbogas, inoltre, il Consigliere di Rifondazione Comunista, che aveva chiesto il ritiro della delibera, non ha partecipato al voto, mentre quello dell'Italia dei Valori, si è astenuto, entrambi in evidente polemica con la coalizione di centrosinistra. Una ulteriore figuraccia, la maggioranza l'ha poi rimediata quando è stata costretta a ritirare il provvedimento di variazione di bilancio per 13 milioni di euro. Sulla variazione, infatti, pende ancora il parere sfavorevole del Collegio dei Revisori dei conti che, per l'ennesima volta in quattro anni di amministrazione, ha censurato la gestione contabile e finanaziaria della Provincia. E così, nonostante la sbandierata approvazione del Bilancio di previsione entro Dicembre dell'anno scorso, il territorio continuerà a scontare per mesi l'assenza di investimenti in settori strategici. Ma non basta: la maggioranza, è stata costretta a ritirare anche il provvedimento sul Campus dell'Innovazione Automotive e Metalmeccanico in Val di Sangro. Tutto ciò, dopo la lettura di ben otto emendamenti, presentati dal Capogruppo di AN/Pdl Mauro Febbo (nella foto), e condivisi da Rifondazione Comunista e dal presidente della commissione statuto.

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