domenica 11 gennaio 2009

Υποκρισία

Non tutti sanno leggere la parola che dà il titolo a questo articolo e non è certamente una colpa o un merito riuscire a leggerla: è un fatto. Solo che è una delle parole che dovrebbe far parte della conoscenza di ciascuno di noi, perché sia tenuta sempre presente in ogni occasione della nostra vita, soprattutto quando si verificano eventi drammatici quali quello che stiamo vivendo in questi giorni.
I giornali e le televisioni sono pieni di banalità: è banalizzante dire: “loro ci odiano perché siamo cattivi e li opprimiamo, sennò loro sarebbero degli angioletti pieni d'amore che suonano l'arpa soavemente”. (dove per “loro” intendiamo i palestinesi o gli ebrei o gli americani, comunque gli altri, mai noi). Questi “loro” sono persone come noi, angeli e idioti: e se parliamo degli arabi, essendo la loro cultura così diametralmente opposta alla nostra, per noi certe usanze sono assurde. ma è assurdo anche quello che tuona contro l'ingerenza della chiesa nelle faccende statali e poi si erge a difesa del mondo musulmano, in cui l'80% dei governi è a guida teologica e in cui in molti stati vige ancora la Sharia. Dobbiamo convincerci che siamo tutti uguali: i bambini piangono tutti nello stesso modo, e le mamme li addormentano sempre con gli stessi metodi, con le nenie; nel bene e nel male, siamo tutti solo esseri umani fatti di carne e sangue. Ottomila razzi Kassam piovuti sulle città israeliane, la costituzione stessa di Hamas che si propone la distruzione di Israele significheranno pur qualcosa in un qualsiasi essere umano! Se da Malta facessero così alle città siciliane, quale potrebbe essere la nostra reazione? Ve la immaginate la felicità di Hamas se tutti gli ottomila razzi avessero raggiunto cittadini israeliani? Tra l’altro lanciati sulla popolazione civile non su obiettivi militari. Che strana e che brutta questa guerra che provoca distruzioni di edifici, che causa morti e feriti tra i civili: come se durante la seconda guerra mondiale gli obiettivi, dell’una e dell’altra parte, fossero solo militari.
Vorrei concludere con due famosi detti: “à la guerre comme à la guerre” con tutte le relative conseguenze: l’altra citazione è:“Le guerre cominciano perché i diplomatici raccontano bugie ai giornalisti e poi credono a quello che leggono.” (Karl Kraus)

Elio Bitritto

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